Venezia 79. La bellezza del quotidiano nel documentario su Jonas Mekas

Alla Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione Classici, è stato presentato “Fragments of Paradise”, film documentario di KD Davison sulla vita del regista padrino del film d'avanguardia Jonas Mekas. Le nostre riflessioni

Il documentario Fragments of Paradise della regista KD Davison, presentato a Venezia 79 all’interno del contesto “Venezia Classici”, raccoglie momenti inediti della vita e del lavoro del regista “padrino” del cinema d’avanguardia: Jonas Mekas. Dalla Lituania, suo paese di origine, Mekas si trasferisce nel 1949 come sfollato a New York dove intraprende questo cammino creativo che durerà per 70 anni. Un percorso che lo porta a conoscere e frequentare artisti come Dalí e Warhol. La camera come strumento onnipresente, compagna inseparabile di vita, salvezza e conforto di essere presente in una realtà concreta, specchio di un’anima che si vede riflessa e cerca di non perdersi in se stessa. Cercare e trovare la gioia nell’ambiente mondano, nei frammenti fragili di vita racchiusi in momenti di passaggio, questo stile di vita che apparentemente risulta distante da una personalità introversa e riservata come quella del regista Jonas Mekas, ne diventa invece il suo ritiro e salvezza.

JONAS MEKAS, FONTE DI ISPIRAZIONE TRASVERSALE

Il suo stile “diretto” e “raw”, ottenuto anche dalla pasta dell’immagine dei mezzi che permettevano con facilità la realizzazione di video, come l’handy cam, fu per l’epoca una scossa e una grande novità per quella che è la macchina cinematografica americana. Tra gli altri, il lavoro di Mekas ispirò registi e artisti come Martin Scorsese, Jim Jarmusch, Peter Bogdanovich, John Lennon, Yoko Ono, John Waters. Nella lunga e preziosa selezione del materiale d’archivio di Mekas (oltre 500 ore di girato) fatta dalla regista KD Davison per la creazione di questo documentario dalla profonda e sottile rilettura dello stile del regista, emergono anche lati più personali della sua vita: il matrimonio, i figli, la separazione e il costante e instancabile lavoro e dedizione per l’Anthology Film Archive.

JONAS MEKAS E L’ANTHOLOGY FILM ARCHIVE

Jonas Mekas è tra i principali fondatori dell’AFA, inaugurato nel 1970 al Joseph Papp’s Public Theatrer. Una fonte di ben 20.000 film e 5.000 videocassette, materiale cartaceo e libri riguardanti il cinema d’avanguardia resi a completa disposizione di studenti, artisti e ricercatori, mantenendosi ancora come organizzazione non a scopo di lucro. Nel film compaiono momenti inediti, registrazioni vocali mai sentite in precedenza. Frammenti di vita che disegnano i momenti di luce e di buio che hanno accompagnato il regista lungo il suo percorso; semplici inquadrature rappresentanti la quotidianità che rendono così bene l’idea del momento, dell’epoca storica e dello stato d’animo che in quel momento accompagnava l’artista, da arrivare allo spettatore quasi come le stesse vivendo. L’unica vera costante della vita di Jonas Mekas è sempre stata la macchina da presa, senza la quale dice, sarebbe stato perduto. Una compagna leale, vera, sempre presente e disponibile all’ascolto. L’immagine che deriva di New York attraverso lo sguardo di un artista lituano, a sua volta reinterpretato e ricreato in documentario dalla regista KD Davison, è un’immagine che oscilla tra la bellezza, il vuoto, l’arte e l’effimero, che talvolta però sembra riempire più di qualsiasi altra cosa i momenti che poi rimangono impressi per sempre.

– Luisa Pagani

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Luisa Pagani

Luisa Pagani

Nata ad Agordo nel 1993 si trasferisce a Milano per frequentare la Scuola di Cinema Luchino Visconti nel 2012. Inizia il suo percorso nel mondo dei media legati a moda e arte nel 2015.

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