Oscurità e fine del mondo. La performance Klub Taiga a Milano

“Klub Taiga – Dear Darkness” è il nuovo lavoro di Industria Indipendente presentato nella programmazione di FOG – Triennale Performing Arts Festival a Milano, sul palco di Triennale, che proseguirà nei prossimi giorni in una veste inedita, tra concerto e performance, negli spazi del MACRO a Roma.

Industria Indipendente, Klub Taiga – Dear Darkness, 2021. Photo Martina Leo

Klub Taiga è un club. Parrà tautologico ma non lo è. Klub Taiga è uno spazio oscuro, un luogo della notte, con accesso limitato a pochi, un luogo che forse non è per te, come avvisa l’incipit del lavoro. Klub Taiga è l’Abgrund, il piacere dell’abisso, di una notte che potrebbe durare in eterno, dove affiorano le arie malinconiche e oscure dalle porte dell’Est. È una terra di confine, una steppa carica di segni e luci traballanti, distesa su tappeti mediorientali tra piccoli tavolini di sapore post sovietico, polveri di sfarzi asburgici avariati dove via via imperano grafiche Anni Novanta.
Ma soprattutto Klub Taiga è uno spazio dell’accadimento, concepito da Industria Indipendente attraverso il dispiegarsi di un tempo altro, dilatato, di un’orizzontalità radicale che si nutre dello spleen devastato delle azioni e di un impianto scenico e visuale potente, a cura di Erika Z. Galli e Luca Brinchi. Nonostante la presenza verticale del palco e le distanze tra pubblico e performer dovute alle normative anti-Covid, la scena disvela la sua vocazione di frontiera, soglia tra il fuori e il dentro della scena, fluida, osmotica, attraversabile faglia che interroga la nostra posizione rispetto a essa e che ci invita subdolamente a entrare, ad aprire le porte alla notte calda.

KLUB TAIGA: PERFORMANCE E CONCERTO

Il lavoro si configura come un concerto e insieme un’installazione performativa costruita attraverso un’orchestrazione di elementi. La voce della brava Federica Santoro, che attraverso un rigore inedito potenzia le forme magmatiche del suo barocchismo, sostiene l’impalcatura drammaturgica costituita dai testi di Galli e Ruggeri.
Mantra di un’apocalisse già avvenuta, questi sono un ricamo di versi, citazioni filosofiche, letterarie e poetiche assemblate come un mash up. A cantarli è la voce enigmatica e oscura della serba Iva Stanisic, dai timbri profondi che si innestano sulle sonorità sensuali di un ipnotico Steve Pepe e sui ritmi martellanti di Martina Ruggeri.
Attraversa la scena ciclicamente l’incursione fantasmagorica di Annamaria Ajmone che, sbiadita tra orientalismi sottolineati, evoca ombre dal secolo breve, tra memorie di danze esotiche a là Ruth Saint Denis, solcando la scena, per poi buttarsi a terra come feticcio, corpo rotto, poupée e rialzarsi, inanimata, a popolare di fantasmi lo spazio di Klub Taiga.

Il contenuto prosegue a seguire

Iscriviti a Incanti. Il settimanale di Artribune sul mercato dell'arte

 
 
Industria Indipendente, Klub Taiga – Dear Darkness, 2021. Photo Martina Leo
Industria Indipendente, Klub Taiga – Dear Darkness, 2021. Photo Martina Leo

IL SENSO DI KLUB TAIGA

Tra Est e Ovest si è disfatto il mondo e in quella piaga dal clima post sovietico emergono fumi, luci da club, ipnosi di segnali luminosi, umidità erogene e queer, procedendo von Dunkel zu Dunkel, di oscurità in oscurità, come direbbe Paul Celan.
Da questa hauntology di fine millennio si lanciano bagliori sul nostro tempo, nella ricerca di possibili forme di coesistenza, nel tentativo di riconoscere e accogliere forme di vita laterali, zoppe, unite ma in ginocchio. Lo si fa attraverso l’atto di ripensare lo spazio, come stazione di sosta, scalo del mondo, luogo dell’attesa, per danzare insieme e confortarsi sull’inevitabile fallimento delle nostre vite, rinunciando per sempre alla pallida illusione di un mondo privo di crepe e discontinuità. Ci si consegna così tutti, pubblico e performer, a uno spazio non innocente, in cui è possibile scegliere di oltrepassare l’opacità e di seguire le luci sulfuree dell’abisso, giocando con i chiarori suadenti di future albe, ancora troppo pallide.

Maria Paola Zedda

Evento correlato
Nome eventoFOG Triennale Milano Performing Arts
Vernissage11/05/2021
Duratadal 11/05/2021 al 21/07/2021
Generiperformance - happening, musica, teatro, danza, festival
Spazio espositivoTRIENNALE - PALAZZO DELL'ARTE
IndirizzoViale Emilio Alemagna 6 - Milano - Lombardia
Iscriviti alla nostra newsletter
CONDIVIDI
Maria Paola Zedda
Curatrice ed esperta di performance art, danza e arti visive, rivolge la sua ricerca ai linguaggi di confine tra arte contemporanea, danza, performance e cinema. Ha lavorato come assistente e organizzatrice per oltre un decennio nelle produzioni della Compagnia Enzo Cosimi e come performer indipendente ha ottenuto importanti riconoscimenti quali la Menzione Speciale del Premio Equilibrio 2009. Dal 2011 cura e dirige festival e manifestazioni legate ai linguaggi del contemporaneo (Istantanee – visioni di danza e performance, Across Asia Film Festival, Across the vision FIlm Festival), collaborando con prestigiose istituzioni tra cui MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, Musei Civici di Cagliari, Hanoi Doc LAb – Goethe Institut. Nel 2015 ha diretto il programma artistico di Cagliari Capitale Italiana della Cultura (MiBACT, Comune di Cagliari) e il programma di arte pubblica Space is the Place.