Pala Montefeltro: il capolavoro di Piero della Francesca torna a Urbino in versione digital

La speciale tecnologia, grazie all’impiego di miliardi di pixel, permette di “entrare” nell’immagine, rendendone visibili microscopici dettagli che non sarebbe possibile cogliere dall’originale. Questa riproduzione sarà visibile nella Chiesa di San Bernardino, dove le spoglie di Federico e del figlio Guidobaldo sono custodite

Tra i dipinti più preziosi e significativi del Rinascimento, la Pala Montefeltro fu dipinta da Piero della Francesca nel 1472 circa, rappresentando, in una scena ricca di sacralità e simbologie iconografiche, la Madonna col Bambino, sei santi, quattro angeli e il duca Federico da Montefeltro, condottiero e grande umanista. L’opera, trafugata da Urbino nel 1811 dalle truppe francesi inviate da Napoleone, trovò nuova collocazione all’interno della Pinacoteca di Brera (dove oggi è conosciuta anche con il nome di Pala di Brera), poiché considerata non conforme con il gusto artistico dell’imperatore. Si tratta quindi di una sorta di “ritorno a casa”, l’iniziativa organizzata in occasione dei 600 anni dalla nascita del Duca – all’interno di un palinsesto che vede come capofila i Comuni di Urbino e Gubbio – che vede la ricollocazione dell’opera digitalizzata nella Chiesa di San Bernardino, dove riposano le spoglie di Federico e del figlio Guidobaldo, restaurata per l’anniversario.

LA PALA DI MONTEFELTRO A URBINO CON HALTADEFINIZIONE

L’operazione è stata resa possibile grazie all’intervento di Haltadefinizione, tech company del gruppo Franco Cosimo Panini Editore, specializzata nella digitalizzazione e riproduzione di opere d’arte, che già nel 2020, in pieno lockdown, aveva messo online e fruibili gratuitamente i principali capolavori di tutta la storia dell’arte, visibili nei minimi particolari grazie alla sua speciale tecnologia. È quello che succede ora nel mausoleo urbinate, dove il capolavoro di Piero della Francesca viene riprodotto in scala 1:1 attraverso miliardi di pixel che ne restituiscono fedelmente le forme e le pennellate, e installato nella sua posizione originaria. “La tecnologia permette di replicare fedelmente un’opera d’arte e restituirla al luogo d’origine, sperimentando nuovi approcci per la valorizzazione e per la divulgazione dell’arte”, spiega Luca Ponzio, Ad di Haltadefinizione. “Il ricollocamento della monumentale pala di Piero della Francesca, artista profondamente legato alla corte di Urbino e al duca di Montefeltro, ci fa comprendere appieno come la replica sia uno strumento che consente di riempire un vuoto, restituendo al territorio e alla comunità un’opera custodita altrove”.

– Giulia Ronchi

https://www.haltadefinizione.com/it/

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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