Il lato oscuro dell’agricoltura. La mostra di Hilario Isola a Torino

La mostra di Hilario isola da Guido Costa Projects a Torino getta un nuovo sguardo sul panorama ipertecnologico dell’agricoltura contemporanea

Spesso il confine tra arte ed ecologia è punteggiato di tentativi maldestri e interessati, tralasciando la sensibilità tecnica e l’estetica come se queste non potessero veicolare l’etica attraverso la bellezza. Hilario Isola (Torino, 1976), con installazioni, disegni e sculture, introduce l’osservatore al lato oscuro e ipertecnologico del panorama agricolo (serre high tech, progetti estremi di automazione e riconformazione del territorio e dell’ecosistema) tramite immagini fortemente simboliche, rinnovando prospettive, proporzioni e composizioni della storia dell’arte. “Per delineare i confini di questo nuovo continente rurale” – spiega l’artista – “si vuole allestire una sorta di spedizione scientifica, coinvolgere figure professionali eterogenee come agronomi, botanici, filosofi, musicisti, designer, allestire un laboratorio di sperimentazione attrezzato di strumenti espressivi eterogenei e inediti per infine poter aprire a diverse restituzioni: sculture, video sonori raccolti infine in un libro e in una serie di eventi espositivi”. Tra le esposizioni – è ammirabile, ad esempio, l’opera Tempesta nella collettiva Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea allestita alla Venaria Reale – la mostra RURALE presso Guido Costa Projects a Torino rappresenta un apice di raffinatezza che lascia adito a originali riflessioni sulla natura e che potrebbe delineare un’equilibrata maniera artistica per analizzare e rielaborare il paesaggio.

Hilario Isola. Rurale. Exhibition view at Guido Costa Projects, Torino 2022

Hilario Isola. Rurale. Exhibition view at Guido Costa Projects, Torino 2022

LA MOSTRA DI HILARIO ISOLA A TORINO

La storia dell’arte nell’ambiente e l’ambiente nella storia dell’arte: il primo innesto avviene grazie al video omonimo, Rurale, delicata sinfonia in quattro movimenti realizzata con il compositore Enrico Ascoli che trasforma in suono (con canne di organo, sonagli e trombe) ormai abitudinari gesti autodifensivi dell’agricoltura contemporanea piemontese (scuotere le reti antigrandine; contenere nei silos le materie prime; immettere nelle serre le api per bilanciare l’ecosistema); il secondo innesto è invece osservabile nelle “tele” Scarabeo, Silos, Vortice e Irrigatore, costituite da sovrapposizioni sottili ed eleganti di reti agricole antigrandine che appaiono fantasmi fluttuanti – l’ombra proiettata sul muro è parte della spettralità poetica tipica di Isola, intesa anche scientificamente quale composizione delle diverse forme biologiche variabile nel tempo – di acqueforti antiche. Un passato recepito, interiorizzato e rilasciato nello spazio con sapiente conciliazione formale.

Hilario Isola & Enrico Ascoli, Rurale, 2021, still da video

Hilario Isola & Enrico Ascoli, Rurale, 2021, still da video

PAROLA A HILARIO ISOLA

Le parole di Hilario Isola risuonano letterarie e sostenute come stralci di un romanzo d’avventura alla Jules Verne: “Giganteschi irrigatori, mietitrebbie e altri mostri meccanici hanno iniziato a popolare i campi, serre ipertecnologiche e interminabili distese di teli antigrandine hanno chiuso il cielo dalle coltivazioni agricole. Distese scintillanti di pannelli fotovoltaici, cupole rigonfie di biogas, pale volteggianti antigelo e sgraziate nature morte di silos interrompono la distesa di coltivazioni che si susseguono sempre uguali. Intensificazione e aggravamento di eventi atmosferici straordinari, invasioni di parassiti e batteri esogeni, acidificazione delle piogge, salificazione ed esaurimento delle falde acquifere, annientamento della biodiversità, impoverimento dei terreni, privatizzazione dei sementi, aumento degli orari di lavoro e delle malattie legate all’utilizzo di sostanze chimiche, indebitamento economico e dipendenza dalla fluttuazione dei prezzi e dai monopoli di mercati sono alcune degli scenari che deve fronteggiare chi oggi si dedica all’agricoltura. Ma questa situazione critica sembra non scoraggiare tutta una serie di nuovi imprenditori agricoli, spesso scappati dalle città, che tornano alla terra con valori e visioni nuove e si affidano alla parma-cultura, alla biodinamica o a tecniche di biologia integrata, accostando tecnologie innovative a pratiche e strumenti manuali, ricerche e studi scientifici ad antiche conoscenze contadine. Il progetto ‘Rurale’ propone di realizzare un’esplorazione della campagna francese e italiana contemporanea, un paesaggio apparentemente domestico ma sorprendentemente alieno se visto attraverso la lente più ampia dei valori e dei contesti culturali che l’hanno preceduto, dei presupposti socio-economici che l’hanno plasmato e delle visioni future che prefigurano”.

Federica Maria Giallombardo

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Federica Maria Giallombardo

Federica Maria Giallombardo

Federica Maria Giallombardo nasce nel 1993. Consegue il diploma presso il Liceo Scientifico Tradizionale “A. Avogadro” (2012) e partecipa agli stage presso l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Biella (2009-2012). Frequenta la Facoltà di Lettere Moderne presso l’Università degli Studi…

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