Le nuove mail di Jeffrey Epstein coinvolgono anche il quadro più misterioso del mondo
C'è persino il “Salvator Mundi”, attribuito a Leonardo da Vinci e mai esposto, nel nuovo pacchetto di messaggi del famigerato molestatore statunitense. E tornano i dubbi sulla sua autenticità...
È più che scottante la natura delle conversazioni tra Jeffrey Epstein e personalità dell’imprenditoria e della politica rese pubbliche in questi giorni dai deputati americani repubblicani. Scandali coperti malamente – che stanno toccando, com’era previsto, anche il presidente in carica Donald Trump -, indagini, azioni legali e molto altro: i legami del finanziere, morto in carcere nel 2019 in attesa del processo per aver gestito un traffico sessuale di ragazze minorenni, sembrano toccare ogni ambito della vita pubblica (e privata) americana e non solo. Sorprende fino a un certo punto, quindi, che anche il mondo dell’arte compaia in questo primo pacchetto di email, solo una minima parte dei famigerati “Epstein files” in attesa di rilascio.
Le nuove mail di Epstein coinvolgono anche il mondo dell’arte
C’è una conversazione, in particolare, che ha attirato l’attenzione della rivista di settore ArtNews. In una mail inviata il 30 maggio 2019, Epstein scrive al giornalista Michael Wolff (che aveva seguito l’elezione di Trump) a proposito di un dipinto molto costoso comunemente attribuito a Leonardo da Vinci. Il nome non compare mai, ma il riferimento è chiaro: parliamo del Salvator Mundi, l’opera d’arte più costosa mai venduta all’asta. Nel 2017 il dipinto fu battuto per 450,3 milioni di dollari da Christie’s: l’acquirente misterioso è stato individuato nel principe saudita Bader bin Abdullah bin Mohammed bin Farhan al-Saud, che lo avrebbe comprato per il principe ereditario Mohammed bin Salman (spesso abbreviato in MBS, come vedremo tra poco). Il dipinto a olio è oggi nella collezione del Louvre Abu Dhabi.
I dubbi sul famoso Salvator Mundi e il miliardario russo
Come molti sanno, l’attribuzione del dipinto era stata già messa in dubbio. Questi dubbi si sono ingigantiti quando il Salvator Mundi è scomparso dalla scena pubblica negli anni successivi alla compravendita. Le indagini sulla sua ubicazione hanno toccato molte personalità di rilievo, tra cui il miliardario russo Dmitry Rybolovlev, coinvolto nelle trattative per l’acquisto dell’opera prima dell’asta di Christie’s. Con delle complicazioni: il magnate avrebbe cercato di ottenere il dipinto con l’aiuto di Sotheby’s, che a suo dire avrebbe collaborato con il mercante Yves Bouvier per frodarlo di milioni di dollari. Rybolovlev ha fatto causa alla casa d’aste e perso.
Trump, Rybolovlev e la corona saudita
È lo stesso Rybolovlev a comparire anche nelle mail di Epstein, in relazione al quadro e simultaneamente a un secondo acquisto: quello della villa in Florida da 95 milioni già di proprietà di Donald Trump. “È una coincidenza che il russo che ha comprato la casa a Palm Beach e sa tutto sia lo stesso tizio che l’anno scorso ha venduto un dipinto a MBS per 450 milioni di dollari, che valeva solo 1,5 milioni?”, si legge Epstein scrivere a Wolff nello scambio. Il contesto della conversazione non è chiaro, perché sganciato da altri probabili messaggi: il Google Drive con le email compilato dai Repubblicani non è organizzato cronologicamente.
Nel breve thread di email, Wolff insiste con Epstein per spiegare cosa intendesse: “Quindi MBS lo stava pagando? Perché? Idee?” ha scritto Wolff, che ha intanto descritto le sue interazioni con Epstein come “una messinscena” per ricavare nuovi indizi dalla sua fonte. “Promemoria: Trump ha scavalcato il Congresso sullo Yemen“, ha risposto Epstein. Aggiungendo anche che il suo consulente d’arte privato – lo chiama il suo “art guy” – aveva detto “che il dipinto non era un granché”.
Giulia Giaume
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