Ex Dogana a Roma presenta la prima personale italiana di Luca Grimaldi

Venerdì 18 maggio l’Ex Dogana ha presentato la prima personale italiana dell’artista romano Luca Grimaldi curata da Giulia Lotti e Chiara Pietropaoli

Centro della movida capitolina, cuore pulsante dell’arte contemporanea, sede di studi d’artista e teatro di un’importante rigenerazione urbana a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, tutto questo è il giovane e vivace quartiere di San Lorenzo a Roma, che presenta una grande novità. Si tratta di Ex Dogana Galleria, nata all’interno della Factory Studio Volante presso l’Ex Dogana, che apre le porte al pubblico con un nuovo spazio espositivo o forse più una galleria d’arte, di cui Desirée Maida ci ha già parlato qui.

UN NUOVO SPAZIO TARGATO EX DOGANA

Da Ex Dogana esiste già da tempo un luogo dedicato agli studi d’artista dove convivono pittori, scultori e fotografi internazionali con un’età compresa tra i 25 e 35 anni chiamata Factory Studio Volante. Annualmente gli atelier vengono assegnati; altri poi, per la prima volta, sono riservati a residenze temporanee. Il progetto è stato inaugurato dall’artista romano Luca Grimaldi a cui seguirà, da giugno a luglio 2018, la greca Despina Charitonidi.
La mostra Qualcosa del Genere curata da Giulia Lotti e Chiara Pietropaoli è la prima personale dell’artista che durante i tre mesi passati nella Factory ha realizzato molte delle opere esposte insieme ad altre prodotte in tutto il 2017. Abbiamo parlato con Luca Grimaldi, romano d’origine, che ben presto è emigrato prima negli Stati Uniti e poi in Olanda. I suoi lavori ricordano la frenesia che caratterizza la nostra società: immagini stock, delocalizzate, familiari, realizzate con pennellate veloci corpose, bidimensionali e immediate. Ecco cosa ci ha raccontato.

Ci parli del tuo percorso artistico?

Sono romano, cresciuto poco lontano dall’Ex Dogana. Finito il liceo ho deciso di partire e studiare arte presso l’Accademia di Belle Arti di Boston, ma non mi sono fermato negli Stati Uniti, mi sono spostato ancora e ancora. Sono quindi arrivato in Germania e poi mi sono specializzato in Olanda. Ho viaggiato molto e questi spostamenti hanno sicuramente influenzato il mio lavoro…

Ci racconti la tua esperienza presso lo Studio dell’Ex Dogana?

Torno spesso a Roma ma non per lavorare ma per trascorrere qualche giorno di vacanza. Ritornare nella Capitale per questo progetto è stata un’esperienza sicuramente nuova e stimolante. Ho lasciato una città e adesso la trovo cambiata: anche questo penso abbia influenzato la mia attività presso la Factory. Poi sono nati dei bellissimi legami con gli altri artisti Andreco, Borondo, Ciredz, Giannì, Puxeddu, Sbagliato, Scorcucchi e Tellas.

Ci parli di Qualcosa del Genere?

Sono figlio del mio tempo, di una società veloce in continuo movimento e mutamento, vivo con il cellulare in mano e cerco di catturare alcuni momenti della quotidianità. Immagini sfuocate, a volte, fugaci e rubate. Rappresentano la vita delle persone, il kebabbaro sotto casa, il giornalaio, la finestra o una pianta o le immagini cosiddette stock. Queste ultime sembrano senza significato, non sono fatte per essere contemplate, ma quando mi trovo a osservarle tutto cambia prospettiva. Mi faccio molte domande per capire cosa ci sia dietro e cosa rappresentino per noi.
Attraverso la pittura mi chiedo se certe scelte grafiche facciano parte del nostro immaginario perché vengono ripetute all’infinito o se sono ripetute all’infinito perché fanno parte del nostro immaginario. Partendo da questo nasce il mio lavoro. Opere veloci che non si perdono in dettagli, bidimensionali, senza chiaroscuro, realizzate con un pennello di grandi dimensioni che rappresentano il mondo e non una località specifica, perché con la globalizzazione tutto assomiglia a tutto.

Che rapporto hai con il web?

Ottimo. Il web è una fonte inesauribile di immagini. Molti dei miei lavori partono proprio da screenshot presi da Google. Per esempio in Problematiche del Primo Mondo che è in mostra qui all’Ex Dogana ho digitato la parola “infertilità” nel motore di ricerca. Ho fatto lo screenshot dei primi risultati ed ecco che poi partendo da questo ho realizzato il quadro.

Cosa possiamo trovare nel tuo studio?

Immagini, immagini e immagini. Fotografie scattate con il cellulare che porto a stampare in blocco. Il complesso, la totalità è ciò che mi interessa, piuttosto che il particolare. Sono come degli schizzi, dei promemoria da cui il mio lavoro parte.

Ci potresti anticipare i tuoi progetti futuri?

Adesso tra poche settimane partirò per Shenzhen nella regione di Guang Dong in Cina per un progetto finanziato dal Museum of Fine Arts di Boston. Lì andrò a fare dei disegni, poi il lavoro si concluderà con una mostra in Olanda anche se mi piacerebbe portarla anche a Roma…

– Valentina Poli

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Valentina Poli

Valentina Poli

Nata a Venezia, laureata in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, ha frequentato il Master of Art presso la LUISS a Roma. Da sempre amante dell'arte ha maturato più esperienze nel…

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