Palazzo Strozzi: dopo i gommoni di Ai Weiwei, gli scivoli di Carsten Höller

Da aprile l’artista tedesco e il neurobiologovegetale Stefano Mancuso presenteranno The Florence Experiment, un progetto finalizzato allo studio dell’interazione tra uomini e piante. In attesa di Marina Abramović

Spostarsi dal loggiato superiore di Palazzo Strozzi fino al suo cortile all’interno di uno dei celeberrimi scivoli di Carsten Höller? È solo una questione di tempo. A pochi giorni dall’apertura al pubblico della mostra Nascita di una Nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano – al via il prossimo 16 marzo – Palazzo Strozzi ha svelato i dettagli dell’atteso progetto site-specific The Florence Experiment. Curato dal direttore della Fondazione Palazzo Strozzi, Arturo Galansino, “l’adrenalinico intervento” attiverà una connessione tra la facciata dello storico edificio fiorentino e il suo stesso cortile, proponendo un’esperienza di coinvolgimento – fisico ed emotivo – dei visitatori (probabilmente) senza precedenti per il capoluogo toscano. Progettato dall’artista tedesco Carsten Höller, in collaborazione con il neurobiologovegetale Stefano Mancuso, The Florence Experiment sarà articolato in due fasi. In prima battuta, dopo aver raggiunto il loggiato, sarà possibile scendere fino al cortile utilizzando uno dei due monumentali scivoli allestiti; la configurazione “intrecciata” porta alla mente la struttura a doppia elica del DNA. Non si tratterà di compiere una –coraggiosa quanto accattivante – discesa del tutto in solitaria. Chiunque dovesse decidere di misurarsi con la “mirabolante” esperienza, potrà infatti portare con sé una piantina: “un’alleata” con cui passare da un’altezza di 20 metri fino al piano di calpestio del cortile. Verosimilmente, in una manciata di secondi.

Facciata di Palazzo Strozzi (Rendering di Michele Giuseppe Onali)

Facciata di Palazzo Strozzi (Rendering di Michele Giuseppe Onali)

UN LABORATORIO SCIENTIFICO ALLA STROZZINA

A questo primo passaggio, seguirà l’accesso agli spazi underground della Strozzina. Alcuni scienziati eseguiranno dal vivo un’analisi finalizzata a rilevare “le variazioni nei parametri fotosintetici della pianta e le molecole volatili”. Un processo in linea con le ricerche condotte dallo stesso Mancuso, attivo nello studio dell’intelligenza delle piante, “esseri complessi dotati di straordinaria sensibilità” che attraverso i composti chimici – percepiti o emessi – comunicano con l’ambiente esterno. “Le emozioni di eccitazione, sorpresa, divertimento, timore vissute dai partecipanti saranno messe a confronto con la crescita e le reazioni di diverse tipologie di piante al fine di studiare l’empatia tra organismi vegetali ed esseri umani”, precisa la nota di Palazzo Strozzi. Oltre al laboratorio, la Strozzina ospiterà due “speciali sale cinematografiche”, con distinte programmazioni: in una saranno visibili spezzoni di commedie; nell’altra episodi selezionati di pellicole horror. Le divergenti reazioni del pubblico genereranno diversi composti chimici volatili: attraverso un sistema di tubi, questi andranno a incidere, influenzandola, sulla crescita delle piante di glicine disposte sulla facciata esterna di Palazzo Strozzi.

TRA RICERCA ARTISTICA E SCIENTIFICA

A differenza di quanto avvenuto in occasione di Ai Weiwei. Libero, alla sostanziale fissità dei ventidue gommoni di salvataggio della chiacchieratissima installazione Reframe – Nuova Cornice, nel periodo di apertura di The Florence Experiment – dal 19 aprile al 26 agosto – la dimensione architettonica del Palazzo cambierà aspetto, settimana dopo settimana. Sarà interessante notare non solo l’andamento e la rapidità della crescita, ma anche la prevalente direzione assunta dalle piante: tale aspetto dipenderà “dall’impatto emotivo del pubblico”. La facciata diverrà una sorta di “manifesto” per la gamma delle emozioni provate da quanti prenderanno parte al progetto. Sondando le interazioni tra uomo e mondo vegetale, l’intervento promette quindi di “trasformare la facciata e il cortile di Palazzo Strozzi in aree di sperimentazione sia scientifica che artistica”. E chissà se anche in occasione Marina Abramović, prima retrospettiva italiana dedicata all’artista originaria di Belgrado, al via il 21 settembre prossimo, la mole rinascimentale dell’edificio diverrà “teatro” di ulteriori azioni.

– Valentina Silvestrini

https://www.palazzostrozzi.org/

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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