L’arte contemporanea è classista. A Roma un centro sociale lancia la provocazione

Inaugura il 23 maggio alle 19 nel quartiere di San Lorenzo a Roma il progetto “Sarà un Selfie che vi seppellirà?”, a conclusione di una due giorni di riflessione critica sul tema dell’autoscatto nella società del presente condotta dalla John Cabot University. Lo spunto è per parlare di arte e classi sociali.

Non è la prima volta che l’arte contemporanea, sotto il cappello quasi esoterico della parola sistema, viene tacciata di essere elitaria e destinata solo ad una componente minore e privilegiata della società. Ma mentre alcuni fanno di questa esclusività un discorso puramente concettuale, negli ultimi anni un curatore britannico residente a Roma, Mike Watson, ha cominciato a tracciare, attraverso una serie di happening, una proposta curatoriale che mette al centro dell’arte contemporanea la questione delle classi sociali. “La mia ricerca sulla relazione tra arte e classi sociali è cominciata come una risposta alla chiara divisione di classe che esiste nel sistema dell’arte che rende allo stesso tempo il lavoro nel settore accessibile per la maggior parte a persone appartenenti alla middle e all’upper class, escludendo la working class e gli immigrati dalla rappresentazione artistica”, spiega Watson che il 23 maggio alle 19 presenta, insieme a molti altri, all’ESC Atelier autogestito a San Lorenzo, Roma, il progetto Sarà un selfie che vi seppellirà?. Si tratta di una giornata di presentazione di progetti artistici, video proiezioni, live talk e VJset. 

LA GENESI DEL PROGETTO

Questi temi sono stati poi sviluppati attraverso una serie di eventi e di performance. Il primo si è svolto lo scorso novembre presso la Fondazione Pastificio Cerere, il terzo appuntamento sarà a Londra il 16 giugno al party di chiusura di Antiuniversity Now, un festival annuale di educazione alternativa che si tiene nel Regno Unito. Tutti i progetti sono corredati di un VjSet realizzato da Watson insieme all’artista Simone Bertugno sotto il nome di Art.Class.War. L’evento a San Lorenzo chiude invece la conferenza organizzata dalla John Cabot University e dalla Università degli Studi RomaTre, intitolata Fear and Loathing of the Online Self, in collaborazione con l’Institute of Network Culture di Amsterdam. Lo spunto è per parlare sulla identità bell epoca del selfie. Parteciperà Mike Watson che continua la sua ricerca sul tema arte e classi sociali – questa volta in relazione alla online identity -, in collaborazione all’ evento organizzato da Peter Sarram, Donatella Della Ratta, Geert Lovink e Teresa Numerico.
Nel frattempo l’evento romano presenta i progetti artistici di Natalie Bookchin, Katherine Behar, Antonia Hernandez , Simon Boas, Francisco Gonzalez Rosas, Sarah Newman, Marguerite Elisabeth Kalhor, Patrick Licthy, Daniel Newman & Keith Hartwig, Torus Mutlu, Paula Van Beek. Offre inoltre un talk con Geert Lovink, Jodi Dean, Gabriella Coleman, Wendy Chun, coordinano: Esc Atelier, Donatella Della Ratta, Teresa Numerico, Peter Sarram, più l’immancabile VJ Set.

– Santa Nastro

ESC Atelier autogestito
via dei Volsci 159 (San Lorenzo)
www.escatelier.net

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Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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