Cicognara, Hayez e Canova. Un dialogo veneziano a tre voci

Gallerie dell’Accademia, Venezia ‒ fino al 2 aprile 2018. Nell’anno in cui le Gallerie dell’Accademia festeggiano il loro bicentenario, gli spazi lagunari fanno da cornice a una mostra che si compone di intrecci e storie parallele. Celebrando una stagione veneziana di grande fermento.

È una storia di mecenatismo, amore per l’arte e strategie di rilancio creativo quella descritta dalla mostra Canova, Hayez, Cicognara. L’ultima gloria di Venezia, allestita nelle sale delle Gallerie dell’Accademia. A duecento anni di distanza dalla propria nascita, la sede lagunare accoglie un excursus visivo attraverso una stagione particolarmente fertile per la città di Venezia. Come chiarito dal titolo, la trama narrativa segue tre bandoli complementari, individuando in Leopoldo Cicognara, Antonio Canova e Francesco Hayez gli attori da cui si diparte un’ulteriore catena di rapporti. A tenere i fili degli eventi è il conte Cicognara, ferrarese di origine, con un passato a Milano e poi divenuto, nel 1808, presidente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Favorevole al rilancio del patrimonio culturale veneziano ‒ complice la storica campagna guidata dell’amico Antonio Canova per il recupero delle opere trasportate in Francia da Napoleone ‒, Cicognara fu anche promotore della giovane arte emergente, regalando occasioni di visibilità agli allievi dell’Accademia. Tra questi spicca il talentuoso Francesco Hayez, che trovò in Canova uno dei suoi punti di riferimento, completando una triangolazione destinata a lasciare il segno nell’epopea artistica di Venezia, a pochi anni di distanza dalla caduta della Serenissima. Ecco allora che le oltre cento opere di cui si compone la mostra scandiscono intrecci di storie personali e politiche, regalando un colpo d’occhio su una Venezia riluttante ad arrendersi alla fine del suo predominio.

Antonio Canova, La musa Polimnia, 1812 17. Vienna, Bundesmobilienverwaltung, Hofburg, Kai serappartements. Photo credit Tina King

Antonio Canova, La musa Polimnia, 1812 17. Vienna, Bundesmobilienverwaltung, Hofburg, Kai serappartements. Photo credit Tina King

LA MOSTRA

Il percorso espositivo si apre con la celebrazione del ritorno in Laguna, nel 1815, dei cavalli di San Marco, sottratti, insieme al leone della colonna sul molo, dall’esercito di Napoleone diciotto anni prima. Un evento memorabile, che trasformò Canova nel simbolo della nuova stagione culturale veneziana, a fianco dell’amico Cicognara, di cui lo scultore condivideva gli intenti. Cicognara svolse un ruolo fondamentale nell’acquisizione della preziosa raccolta grafica del pittore e letterato Giuseppe Bossi ‒ comprendente i disegni di Leonardo, Raffaello e Michelangelo e approdata alle Gallerie dell’Accademia nel 1822 ‒ e nella gestione del tributo che le Province Venete erano state chiamate a pagare in occasione delle nozze dell’imperatore Francesco I d’Austria con Carolina Augusta di Baviera. Cicognara ottenne che una parte del tributo in denaro fosse convertita nella realizzazione di opere da parte di artisti locali ‒ soprattutto studenti dell’Accademia ‒ create per abbellire gli appartamenti della neo-imperatrice. La proposta fu accolta, grazie anche alla presenza, nell’Omaggio, della musa Polimnia di Canova, uno fra i lavori più suggestivi dell’intera mostra, che riunisce a Venezia, per la prima volta dopo duecento anni, le opere inviate a Vienna nel 1818.

Francesco Hayez, Rinaldo e Armida, 1812-13. Venezia, Gallerie dell’Accademia

Francesco Hayez, Rinaldo e Armida, 1812-13. Venezia, Gallerie dell’Accademia

HAYEZ, DA VENEZIA A MILANO

La componente didattica e la dichiarata volontà di rilanciare la pittura nostrana rappresentarono un ulteriore trait d’union fra Cicognara e Canova, che riconobbero in Hayez un talento da far emergere. Allievo presso l’Accademia veneziana, Hayez fu tra le giovani promesse selezionate per completare il percorso formativo a Roma. Tra i discepoli di Canova, Hayez seppe distinguersi dai coetanei, realizzando opere come il Laocoonte e Rinaldo e Armida e mostrando i primi segni di un fare pittorico che avrebbe presto contribuito alla definizione dell’estetica romantica. Autore di quattrodici lunette ad affresco per gli ambienti di Palazzo Ducale e, sempre grazie al sostegno di Cicognara, della Pietà di Ezechia inclusa nell’Omaggio delle Province Venete, Hayez trasse il meglio dal periodo veneziano, destinato, tuttavia, a concludersi con la morte di Canova nel 1822 e con il trasferimento dell’artista a Milano, dove i suoi dipinti di afflato romantico riscuoteranno il successo mai ottenuto in Laguna.

Arianna Testino

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Arianna Testino

Arianna Testino

Nata a Genova nel 1983, Arianna Testino si è formata tra Bologna e Venezia, laureandosi al DAMS in Storia dell’arte medievale-moderna e specializzandosi allo IUAV in Progettazione e produzione delle arti visive. Dal 2015 a giugno 2023 ha lavorato nella…

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