Galleria Fumagalli apre a Milano

Il 25 maggio, la Galleria Fumagalli di Bergamo ha inaugurato con una mostra di Castellani, Mangold, Morris e Noland. Una collettiva a cura di Hayden Dunbar che celebra i nuovi spazi di via Cavalieri, a Milano però. Un nuovo rifugio per Annamaria Maggi, che a partire dal 1991 ha rappresentato e lavorato con alcune pietre miliari del XX secolo.

Nella corte interna di un palazzo in zona Turati, ha aperto la nuova sede della Galleria Fumagalli. Nata a Bergamo nel 1971, dal 1991 è diretta da Stefano Fumagalli e Annamaria Maggi. Una direzione che ha sempre privilegiato un programma storico sull’arte informale, sull’arte povera e sull’astratto, senza trascurare alcuni contemporanei come Welz e Wutrich, ma anche Chiara Lecca e Maria Elisabetta Novello.
In venticinque anni di attività, la Galleria Fumagalli ha presentato 65 personali e 25 collettive, pubblicato oltre una cinquantina di volumi e collaborato con musei e istituzioni italiane e straniere. La programmazione milanese proporrà mostre personali e collettive di artisti storici, come l’esposizione inaugurale dedicata a Castellani, Mangold, Morris e Noland, per poi dare seguito a una personale di Kounellis il prossimo ottobre, mentre per febbraio 2017 è prevista un’antologica dedicata a Maurizio Nannucci.
Abbiamo incontrato Annamaria Maggi per farci raccontare nel dettaglio questa nuova impresa.

Nell’arco di oltre vent’anni di attività della galleria, quanto gli spazi hanno rispecchiato, valorizzato oppure modificato le tue attitudini di promotrice, osservatrice e selezionatrice?
Lo spazio, come il tempo e la luce, sono fondamentali non solo per gli artisti ma anche per la vita quotidiana. Gli artisti ne fanno un uso speciale! Lo spazio può essere molto piccolo o molto grande, i land artist in questo sono maestri, le loro opere s’inseriscono in uno spazio concettualmente illimitato. Ma anche Enrico Castellani con le sue superfici estroflesse ci dà la possibilità di vedere oltre lo spazio circoscritto della superficie interessata dell’opera, indicandoci uno spazio mentale, infinito che va oltre la tela. I minimalisti, nel nostro caso Robert Morris, hanno sempre dato grande importanza allo spazio: deve essere il contenitore che stimola l’interazione fra l’opera e il fruitore.

A personal view of Abstract painting and sculpture - installation view at Galleria Fumagalli, Milano 2016

A personal view of Abstract painting and sculpture – installation view at Galleria Fumagalli, Milano 2016

Potresti indicare tre caratteristiche che devono appartenere a uno spazio espositivo ideale?
Non esiste uno spazio espositivo ideale, gli artisti sono in grado di occupare qualsiasi spazio e renderlo ideale. Naturalmente uno spazio regolare, neutro e di grandi dimensioni è più accattivante. Gli artisti sono catturati dagli spazi museali, così possono esprimere al meglio le loro idee. In questo però, ad esempio, Jannis Kounellis ci smentisce: gli spazi notevolmente caratterizzati sono i suoi preferiti.

A quale nuova esigenza, a quale nuova programmazione rispondono gli spazi di Milano?
L’esigenza che mi ha portato a riaprire uno spazio espositivo in centro a Milano è quella di riattivare la ricerca e l’indagine su espressioni artistiche o artisti (giovani o maestri) fino ad ora poco valorizzati. Vorrei seguire le correnti meno di moda e di più difficile comprensione. Credo che il vero ruolo del gallerista sia proprio quello di far conoscere al grande pubblico, che non sempre è attento e preparato, aspetti dell’arte meno scontati.

Ritieni che a Milano sia ancora possibile formare distretti dedicati all’arte moderna e contemporanea?
Milano non ha mai avuto un vero distretto dell’arte, se non Brera negli Anni Cinquanta e Sessanta. Oggi la tendenza è quella di convergere verso il centro della città, dove si possono attivare collaborazioni trasversali, fra arte, moda, design, architettura… Forse il centro è la scelta migliore!

A personal view of Abstract painting and sculpture - installation view at Galleria Fumagalli, Milano 2016

A personal view of Abstract painting and sculpture – installation view at Galleria Fumagalli, Milano 2016

Quali aspetti, invece, in termini di logistica, di raggiungibilità da parte del pubblico e di visibilità nei confronti dei collezionisti non soddisfacevano più le tue aspettative a Bergamo?  
Oggi è diventato estremamente difficile far convergere artisti, collezionisti, curatori, critici in un unico spazio in occasione di un evento espositivo, per cui la centralità è diventata fondamentale. Negli Anni Novanta era tutto diverso, alle nostre inaugurazione di Bergamo avevamo moltissimi artisti e centinaia di visitatori. Oggi la grande quantità di fiere ed eventi espositivi nel mondo richiede di essere a Venezia per le Biennali, a Milano per miart, il Salone del Mobile e le settimane della moda, a New York per Frieze, a Parigi per Fiac, a Londra per le aste di ottobre…

Quale dichiarazione di poetica connota la mostra che inaugura i nuovi spazi, A personal view of abstract painting and sculpture?
I quattro artisti invitati alla mostra di apertura della sede di Milano sono Castellani e Noland, con cui la galleria ha collaborato a lungo negli anni passati, e Morris e Mangold, che invece non abbiamo mai esposto. Ma l’intento di questa esposizione non è solo di legare la storia espositiva della galleria con proposte nuove, ma principalmente di sottoporre ai visitatori una nuova visione sull’astratto concettuale. I quattro artisti selezionati, apparentemente molto diversi e lontani nei linguaggi, in realtà hanno molto in comune e un raffronto sarà estremamente stimolante e rivelatore.

A personal view of Abstract painting and sculpture - installation view at Galleria Fumagalli, Milano 2016

A personal view of Abstract painting and sculpture – installation view at Galleria Fumagalli, Milano 2016

Gli spazi di via Bonaventura Cavalieri permetteranno di lavorare con artisti che prima, a Bergamo o in Ripa di Porta Ticinese dove la Galleria Fumagalli ha fatto attività per tre anni, non avresti mai pensato di portare?
Non so se l’approccio a nuovi artisti e nuovi progetti dipenderà solo dallo spazio espositivo, ma è molto importante essere nel centro, convergere le proprie energie dove le cose accadono, essere nel posto giusto al momento giusto ! Per questo punto molto non solo sullo spazio, ma anche sulla lunga storia della Galleria Fumagalli, caratterizzata da importanti successi.

Potresti esprimere un augurio, un pensiero che accompagni questa nuova fase della galleria, per i prossimi trent’anni?
Trent’anni sono troppi! Il mio prossimo progetto è di girare il mondo su una barca a vela. E non si può essere troppo vecchi per questo! A parte gli scherzi, spero che i mie collezionisti possano, fra qualche anno, avere le stesse soddisfazioni economiche e culturali di quando comprarono 10-15 anni fa artisti come Castellani, Griffa, Uncini, Nannucci, Bonalumi, Kounellis…

Ginevra Bria

Milano // fino al 10 settembre 2016
A personal view of Abstract painting and sculpture
a cura di Hayden Dunbar
artisti: Enrico Castellani, Robert Mangold, Robert Morris, Kenneth Noland
GALLERIA FUMAGALLI
Via Bonaventura Cavalieri 6
348 8905781
[email protected]
www.galleriafumagalli.com

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/53594/a-personal-view-of-abstract-painting-and-sculpture/

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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