New York Updates: Maurizio Cattelan mette in mostra un asino vivo ed è subito polemica. Si infiammano gli animi degli animalisti

Gli scandali pubblici per Maurizio Cattelan sono all’ordine del giorno. Tutti gli appassionati d’arte ricordano le reazioni che la sua opera La Nona Ora (1999) rappresentante Papa Giovanni Paolo II abbattuto da un meteorite suscitarono nel pubblico e negli opinionisti. Qualche anno dopo, nel 2004, appese, invece, dei manichini di bambini, per l’occasione impiccati ad […]

Gli scandali pubblici per Maurizio Cattelan sono all’ordine del giorno. Tutti gli appassionati d’arte ricordano le reazioni che la sua opera La Nona Ora (1999) rappresentante Papa Giovanni Paolo II abbattuto da un meteorite suscitarono nel pubblico e negli opinionisti. Qualche anno dopo, nel 2004, appese, invece, dei manichini di bambini, per l’occasione impiccati ad un albero di Porta Ticinese. E fu subito polemica, tanto che un passante si ferì tentando di rimuoverli. Ma questa è storia. Il presente non è molto diverso.
Infatti, mentre Frieze Art Fair apre le porte a New York. una nuova disputa infiamma gli animi intorno al suo lavoro, questa volta gli animi sono quelli degli animalisti.
La cronaca. Nell’ambito di Frieze Projects, a cura di Cecilia Alemani che sarà anche curatrice del Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia, Maurizio Cattelan ha reso omaggio alla Daniel Newburg Gallery, la galleria che lo ha lanciato negli Stati Uniti con la mostra del 1994 “Warning! Enter at Your Own Risk. Do Not Touch, Do Not Feed, No Smoking, No Photographs, No Dogs, Thank You”, tenutasi a Soho. La mostra, nata dopo una serie di estenuanti discussioni e proposte dell’artista al gallerista (ivi compresa l’idea di abbattere il muro che separava lo spazio espositivo da quello del vicino David Zwirner), ebbe all’epoca la durata di un solo giorno e pochissime persone riuscirono a vederla anche perché Cattelan era tutt’altro che la celebrità di oggi.

GLI ANIMALI NELLA STORIA DELL’ARTE
Entrando lo spettatore trovava un asino vero, vivo, libero di scorrazzare per l’ambiente decorato da un bel lampadario. Ma agli attivisti americani questa idea, riproposta nell’ambito di Frieze Art Fair, non è piaciuta. La loro opinione, infatti, è che la azione sia troppo crudele nei confronti degli asini e chiedono la chiusura del progetto. Non è la prima volta che in arte vengono utilizzati animali vivi e non è la prima volta che a Frieze nascono questo tipo di polemiche. Lo scorso anno, infatti, un altro importante artista italiano è stato messo “sotto accusa”: Jannis Kounellis, del quale la Galleria Gavin Brown ha voluto riallestire i mitici 12 cavalli vivi messi in scena da Fabio  Sargentini a Roma nel 1969.
Senza dimenticare Paola Pivi con la mostra per la Fondazione Nicola Trussardi My Religioni is Kindness o lo stesso Carsten Holler in mostra attualmente all’Hangar Bicocca, che ha piazzato nel suo Luna Park, dentro un labirinto in miniatura, un topolino vero.
Donny Moss, tra le voci più autorevoli del movimento a favore dei diritti degli animali ha commentato sul suo blog: Non utilizzeremmo mai un bambino per una installazione artistica. Perché mai dovremmo usare un asino? Non sarebbe altrettanto confuso e fuori luogo? Forse. Ma una cosa è certa: Donny Moss non ha mai visto La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, e sicuramente non conosce Gino de Dominicis. Intanto l’asino tranquillo accoglie i visitatori in fila per ammirarlo a Frieze: “ogni due ore fa una bella pausa nel giardino all’esterno” spiega il suo guardiano “è l’individuo meno stressato e sotto pressione della fiera!”.

-Santa Nastro

www.frieze.com

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Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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