Piccole fiere crescono. Torna Swab Barcellona

L’appuntamento primaverile con l’arte contemporanea in Spagna si tinge di 16 gallerie spagnole, 18 dal resto d’Europa (tra cui 7 italiane), 9 dal Nord America, 4 dal Brasile, 5 dall’Asia, 4 young galleries, 7 solo project. Sono i numeri di Swab 2012, l’emergente d’alta gamma nella Penisola Iberica.

Non vi è città con un attivo circuito dell’arte contemporanea che non si doti di una fiera d’arte di stampo internazionale. Ecco quanto accade a Barcellona da cinque edizioni a questa parte con Swab, giovane fiera nata da un’iniziativa completamente ad appannaggio locale.
E d’altronde non potevamo aspettarci diversamente da una città che, dall’inizio degli Anni Novanta, ha cercato di dotarsi di tutte quelle istituzioni e strutture che le permettessero di dar vita a un sistema dell’arte adeguato al trend attuale.
Nella metà degli Anni Ottanta, per iniziativa del governo catalano locale e della fondazione Museo de Arte Contemporáneo, il grande architetto e museografo Richard Meier fu chiamato a costruire la scatola del Macba, una splendida rielaborazione del razionalismo lecourbusiano che ha adornato e rivitalizzato enormemente la piazza centrale di un antico quartiere storico e malfamato come il Raval. Tra la fine degli Anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, il mercato dell’arte in Catalunya si è andato aprendo al contemporaneo, un boom che si è registrato nel proliferarsi di gallerie private e nella nascita delle relative associazioni che tuttora gestiscono le più importanti iniziative del gallerismo catalano: ABE – Asociació Art Barcelona, GGAC – Gremi de Galeries d’Art de Catalunya e GIC- Associació Galeries Independents de Catalunya.

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Swab Barcellona

Ancora negli Anni Novanta, a fare da cornice a un sistema dell’arte contemporanea in crescita,  Barcellona si è dotata di nuovi progetti, tuttora in auge, espressamente pensati per avvicinare il grande pubblico ai più recenti prodotti dell’industria culturale, come il CCCB – Centro de Cultura Contemporanea, a pochi passi dal Macba, o i numerosi festival internazionali come il Sonar e lo Screen, legati al mondo dell’arte digitale e new media.
In questo ricco panorama, dove Swab è l’ultima arrivata, c’è da sottolineare che una simile unione di intenti, con progetti o strutture che collaborano vicendevolmente da anni, non sarebbe stata possibile senza l’appoggio costante delle istituzioni del governo locale che, indipendentemente dal governo centrale, ha saputo ottenere un forte riscontro da parte del pubblico, certo aiutato dal grande turismo che da decenni marca la città.

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Swab Barcellona

Swab Barcelona nasce nel 2006 per iniziativa delle istituzioni pubbliche e del collezionismo locale, in particolar modo dello spazio espositivo di alcuni collezionisti, il Diezy7. Dopo una necessaria pausa dovuta alle contingenze economiche che hanno colpito tutta la Spagna nel 2009, la fiera è ritornata arricchendosi della stabile collaborazione con un’altra giovane fiera, Preview Berlin, i cui direttori si occupano della selezione di un gruppo di gallerie tedesche per Swab, che in cambio si assicura la presenza di un gruppo di gallerie spagnole a Berlino. Una collaborazione simile, che si presenta per la prima volta in quest’edizione, è quella con la giovane ma già famosa fiera di San Paolo SP-Arte, la cui direttrice Fernanda Feitosa ha selezionato il gruppo di gallerie brasiliane presenti quest’anno a Swab.
E dall’Italia, per la primavera barcellonese dell’arte, faranno da ambasciatori Arte Boccanera (Trento), Bonelli Arte Contemporanea (Canneto sull’Oglio), Dorothy Circus e Russo (Roma), Galleria numero 38 (Lucca) e Movimento Arte Contemporanea (Milano), oltre a Zak di Monteriggioni, unica italiana nella sezione MyFaf.

Enrichetta Cardinale Ciccotti

Barcellona // 23-26 maggio 2012
Swab Contemporary Art Fair
FIRA DE BARCELONA – PADIGLIONE 2
Avda. Reina Maria Cristina s/n
[email protected]
www.swab.es

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Enrichetta Cardinale Ciccotti

Enrichetta Cardinale Ciccotti

Enrichetta Cardinale Ciccotti (Napoli 1986, vive a Barcellona). Storica dell’arte, generazione erasmus. Per evitare la tanta agoniata sindrome post-erasmus ha fatto una serie di giri, ma dall'estero non è più tornata. Dopo le ricerche per tesi a Monaco di Baviera…

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