L’importanza di chiamarsi El Greco. Scopre a Parigi un San Francesco sporco e ridipinto, ma poi individua la vera firma: Domenikos Theotokopoulos…

Una storia a suo modo edificante, della quale – diciamocelo – chiunque abbia fatto studi di storia dell’arte almeno una volta ha sognato di essere protagonista. È capitata al grande studioso John T. Spike, come racconta il New York Times. Ci sono tutti gli ingredienti giusti: un dipinto coperto da sporcizia e ridipinture, comprato in […]

Una storia a suo modo edificante, della quale – diciamocelo – chiunque abbia fatto studi di storia dell’arte almeno una volta ha sognato di essere protagonista. È capitata al grande studioso John T. Spike, come racconta il New York Times. Ci sono tutti gli ingredienti giusti: un dipinto coperto da sporcizia e ridipinture, comprato in una piccola asta di Parigi, poi finito nelle mani di una signora che vive a Houston, e lo chiude in un magazzino, assieme a tanti altri oggetti probabilmente ereditati e ritenuti di nessun interesse.
Poi l’illuminazione: perché non chiedere ad un esperto di darci un’occhiata? Detto, fatto: “Ho capito da due metri di distanza che si trattava di un El Greco“, raffigurante San Francesco, racconta Spike, colpito dalle inconfondibili dita affusulate e dalla fattura del cranio. “È un soggetto noto, ne esistono altre due versioni in musei italiani”. Osservando meglio la tela, la conferma: la piccola firma, Domenikos Theotokopoulos, che ha fugato ogni dubbio…

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Redazione

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