Weekend a Fermo. Cosa fare e vedere in città e nei dintorni

Qualche consiglio per riscoprire la cittadina marchigiana, le sue attrazioni e le tappe da non perdere, nelle ultime settimane di apertura della mostra sui pittori della realtà a Palazzo dei Priori

Di antica fondazione, la romana Firmum sorse in posizione difensiva sulla cima del colle Sàbulo; subì nel corso dei secoli la dominazione longobarda, fino a diventare il centro della Marca Fermana, poi assoggettata ad Ancona. Comune libero nel 1199, nel 1214 divenne feudo degli Estensi, mentre nel XV secolo sarebbe entrata nell’orbita degli Sforza. Fu l’Università, cui diede impulso nella seconda metà del Cinquecento papa Sisto V (al secolo Felice di Peretto da Montalto, che a Fermo fu anche vescovo), a preservare il prestigio della città, plasticamente rappresentato, ancora oggi, dalla centrale piazza del Popolo. Ma Fermo, pur custodendo il suo patrimonio storico, ha scelto negli ultimi anni di aprirsi all’arte contemporanea, per diventarne un polo d’elezione. E il progetto presentato per il PAC2021 si è confermato vincente: così, fino al 3 giugno, la Pinacoteca Civica di Palazzo dei Priori ospita la mostra Bell, che espone i lavori storici del duo Vedovamazzei, ma, innanzitutto, l’opera inedita – una scultura in bronzo dipinta a mano, a forma di scatola – da loro ideata in stretta connessione con la collezione della Pinacoteca, prendendo spunto da una campana del XVIII secolo. Terminata la mostra, l’opera entrerà nella collezione civica in modo permanente.
Fino al 1° maggio, Palazzo dei Priori ospita anche la mostra I Pittori della realtà. Verità e illusione tra Seicento e Novecento, a cura di Vittorio Sgarbi. Ultime settimane, dunque, per visitarla, cogliendo l’opportunità per esplorare Fermo, la sua storia, il suo presente, il territorio che la circonda, in collina, a pochi chilometri dal mare.

Livia Montagnoli

L’ITINERARIO NEL CENTRO DI FERMO

Lunga 135 metri e larga 34, piazza del Popolo è il salotto della città, chiusa sui lati lunghi da due file di logge porticate in cotto e sui lati corti dai palazzi più significativi per la storia di Fermo. Oltre al Palazzo dei Priori, si ammira sul lato opposto l’antico Palazzo del Podestà, oggi sede del Municipio; poi il Palazzo degli Studi, che a lungo ospitò l’università fermana, e la chiesa di San Martino. A valle della piazza, invece, si scoprono le cisterne romane, complesso architettonico composto da trenta vani collegati, costruito nel I secolo d.C. per la raccolta e la distribuzione dell’acqua (al sito si accede oggi dall’ingresso medievale in via degli Aceti), seguendo le indicazioni di Vitruvio, per realizzare uno dei sistemi di immagazzinamento dell’acqua più capienti del mondo antico. Mentre è in salita la strada che conduce alla Cattedrale di Santa Maria Assunta, sulla sommità del colle ribattezzato Girfalco, oggi parco con belvedere: l’edificio di culto si caratterizza per l’imponente facciata in stile romanico-gotico in pietra d’Istria, ma all’interno fu ristrutturata in stile neoclassico nel XVIII secolo, sebbene conservi anche una sacra Icona greco-bizantina del XIII secolo. Tornando verso corso Cavour, si incontra la chiesa di San Filippo Neri, consacrata nel 1607 e andata incontro a diversi eventi franosi, che hanno portato a spogliarla delle opere più preziose (oggi è auditorium e sala espositiva). In stile gotico quattrocentesco è la chiesa di San Francesco, che conserva un monumento funebre realizzato da Andrea Sansovino nel 1527.

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Le cisterne romane, Fermo

Le cisterne romane, Fermo

IL PALAZZO DEI PRIORI E LA PINACOTECA CIVICA

Sotto la benedizione di papa Sisto V, la cui statua (a realizzarla fu il Sansovino nel 1588) troneggia sulla facciata del Palazzo dei Priori in piazza del Popolo, si accede al polo museale più importante della città, ospitato nel monumentale complesso di origine trecentesca, che solo alla metà del XVI assume la sua forma odierna. Negli Anni Ottanta, l’edificio fu musealizzato, per ospitare le collezioni della Pinacoteca civica, istituita nel 1890 e precedentemente situata nell’ex Palazzo degli Studi. Tra i capolavori custoditi, L’Adorazione dei pastori (1608, dalla chiesa cittadina di San Filippo Neri) di Rubens, le opere di Giovanni Lanfranco, l’arazzo con l’Annunciazione eseguito da un disegno di Giusto di Gand, il ciclo di dipinti murali di Andrea Boscoli, staccato dalla chiesa di Santa Maria Piccinina, un busto in marmo di Cristo, attribuito da alcuni a Michelangelo e collocato nella Sala del Mappamondo, che deve il suo nome al globo in legno e carta reale di Fabriano del geografo Silvestro Amanzio Maroncelli, qui collocato nel 1713. Prezioso, in questa sala, il rivestimento in legno delle scaffalature che coprono per intero le pareti, ripreso dal soffitto in abete a cassettoni, intagliato alla fine del Seicento. Ma esplorando il palazzo si scoprono anche la Sala dei Ritratti, la pittoresca Sala dei Costumi (dove si conservano abiti di priori, giubbe e livree di valletti, trombettieri e donzelli, in uso fin dal XVII secolo), la Sala dell’Aquila, con le pitture prospettiche di Pio Panfili, datate 1762.
Il Palazzo ospita anche mostre temporanee, come il progetto dedicato ai Pittori della realtà, fino al 1° maggio 2023.

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Palazzo dei Priori, Fermo

Palazzo dei Priori, Fermo

I MUSEI SCIENTIFICI DI PALAZZO PACCARONI

Lungo corso Cavour, Palazzo Paccaroni riunisce i musei civici scientifici, ospitati nelle sale seicentesche dell’edificio storico. Un unicum in Italia è il Museo Polare, dedicato ai popoli artici e agli esploratori polari (tra maschere da danza della Groenlandia, abiti tradizionali e totem rituali), intitolato all’esploratore e ufficiale della Marina Silvio Zavatti.
Il Museo di Scienze Naturali ricorda invece l’ornitologo Tommaso Salvadori, nato a Porto San Giorgio nel 1835 e “arruolato” nella Spedizione dei Mille del 1860 in qualità di medico.
Il museo fermano custodisce la sua personale collezione ornitologica, frutto di escursioni e battute di caccia nella Marche e in Sardegna, con esemplari rarissimi di avifauna.

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Museo Polare, Fermo

Museo Polare, Fermo

IL TERMINAL MARIO DONDERO

Mario Dondero (Milano, 1928 ‒ Petritoli, 2015) è stato uno dei rappresentanti più influenti del fotogiornalismo contemporaneo, al lavoro dai primi Anni Cinquanta (per L’Avanti, l’Unità, Milano Sera), poi inviato a Parigi e collaboratore della BBC, noto per il suo impegno civile e sociale, capace di raccontare attraverso i suoi scatti la storia del secondo Novecento. Negli ultimi anni della sua vita, Dondero (di cui presto avremo una grande mostra al Palazzo Reale di Milano) aveva scelto Fermo come residenza prediletta, e la città gli ha intitolato nel 2019 il Terminal progettato alla fine degli Anni Novanta dallo Studio Carmassi, rimasto incompiuto e inutilizzato fino alla ristrutturazione che da qualche anno ne ha permesso la riapertura al pubblico, come casa dell’arte contemporanea e della cultura. Nella zona espositiva del Terminal si organizzano di frequente mostre ed eventi, mentre una sezione permanente è dedicata a Sandro Trotti (1934-1998), artista fermano che ha donato un consistente nucleo delle sue opere alla città.

https://www.fermomusei.it/musei/terminal-mario-dondero/

Terminal Mario Dondero, Fermo

Terminal Mario Dondero, Fermo

FUM FERMO URBAN MUSEUM

Un’app (Izi Travel) guida alla scoperta delle opere di street art presenti sul territorio comunale di Fermo, realizzate a partire dal 2017 nell’ambito del progetto FUM. Al 2021 risalgono la maggior parte dei lavori, che hanno coinvolto undici artisti provenienti da tutta Italia (Fra Jambo, Ciko, The Visual Groove, Senek, Drust, Baz, Sdolz, Pina, File, Urka e Cristian Sonda), chiamati a riflettere sui temi dell’ambientalismo e del rapporto tra sessi.
A Mario Dondero è invece dedicato il murale Mario, a firma di Panic, che ha scelto di rappresentare il fotoreporter Dondero, ritratto nell’atto di sviluppare una Polaroid, su una parete del Terminal a lui intitolato. Altri lavori di street art si incontrano al Parco della Mentuccia, a Piazzale Carducci e sulla facciata del liceo artistico; risale al 2013 Velodimuromaya di Paolo Bazzani, del 2016 sono Fermo in Paradiso e In Memory di Giulio Vesprini (che nel 2018 ha realizzato anche Humus) e Schizzi di memoria di Ramadan Ramadani, Emanuele Calcinaro e Alessio Giacobbe.

FUM, Fermo Urban Museum

FUM, Fermo Urban Museum

IL BORGO DI TORRE DI PALME

Affacciato sulla costa adriatica, Torre di Palme è una frazione di Fermo (e anche una delle dieci contrade della città) che ha conservato grande uniformità architettonica, immersa in un contesto paesaggistico che contribuisce ad accrescerne il fascino. Per questo il piccolo borgo è diventato meta attrattiva di grande (forse troppo, considerando i visitatori che ne affollano i vicoli nella bella stagione) richiamo. Nel nucleo medievale si visitano il Tempio di Sant’Agostino (con il Polittico di Vittore Crivelli, XVI secolo), la romanica chiesa di Santa Maria a Mare (parzialmente affrescata), l’Oratorio di San Rocco, la chiesa di San Giovanni Battista, che è il più antico edificio del borgo, fondato dai monaci Eremitani nel IX secolo.
Il Museo Archeologico, aperto nel 2019, è invece ospitato in un palazzo in stile neoguelfo, ed espone i corredi funerari di tre delle ventuno tombe rinvenute in contrada Cugnolo, risalenti all’età del bronzo. Altro motivo d’interesse per raggiungere Torre di Palme è infatti il percorso naturalistico che si snoda all’interno del Bosco del Cugnolo, area protetta di macchia mediterranea non distante dal mare: lungo la passeggiata, non troppo agevolmente, si raggiunge la Grotta degli Amanti, rifugio leggendario dell’amore tra Antonio e Laurina nel periodo delle guerre coloniali in Libia.

Torre di Palme, Fermo

Torre di Palme, Fermo

DOVE MANGIARE A FERMO E DINTORNI

A pochi minuti d’auto da Fermo si raggiunge il litorale di Porto San Giorgio, località turistica che ha conosciuto negli ultimi anni una significativa evoluzione gastronomica. Due sono le insegne che meglio delle altre rappresentano la scommessa vinta da giovani attività: L’Arcade di Nikita Sergeev – oggi nel bel locale sul mare ereditato da Damiani e Rossi – con una cucina di territorio, ma votata alla sperimentazione (al mercato di Porto San Giorgio, Banco 12 è la versione più informale del suo pensiero); Retroscena, che tiene insieme due anime gastronomiche complementari, Richard Abou Zaki e Pierpaolo Ferracuti (i due hanno creato in città anche Opera bao ramen bar, costola dedicata alla cucina asiatica).

https://ristorantelarcade.it/
https://retroscena-ristorante.com/

L'Arcade, Porto San Giorgio

L’Arcade, Porto San Giorgio

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