Franciacorta: un parco di sculture alla cantina Ca’ del Bosco

La cantina di Erbusco, nel cuore della Franciacorta, è stata tra le prime in Italia a varare un progetto di mecenatismo artistico di cui oggi può godere chi visita la tenuta e il suo parco. L’ultimo arrivo è il padiglione in marmo di ATTA

La luce naturale che si riflette sul marmo, il vento e la pioggia che accarezzano la superficie, si insinuano tra le anse di pietra levigata, interagiscono con una nuova presenza calata nella campagna brianzola. Stabilire un dialogo con la natura è il senso dell’installazione progettata dall’Atelier Tsuyoshi Tane (ATTA, studio di architettura parigino, recentemente coinvolto, nella capitale francese, nel riallestimento dello storico Museo della Marina), un padiglione significativamente ribattezzato Sound of Marble, che da qualche settimana si ammira nel parco della Cantina Ca’ Del Bosco, tra le più celebri realtà vitivinicole della Franciacorta e del comparto spumantistico italiano capace di conquistare un posto al sole sulla scena internazionale. L’interazione tra marmo, luce e suono evoca le qualità ancestrali della pietra, ma l’opera è anche uno sfoggio di virtuosismo tecnico, una sfida a realizzare sottilissime pareti curvilinee in grado di sostenersi l’una con l’altra, in perfetto equilibrio. Così il parco di sculture di Ca’ Del Bosco acquisisce un nuovo lavoro d’autore e prosegue nell’intento di esplicitare il rapporto tra vino e arte, nel senso di un’azione di mecenatismo che dà spazio all’arte contemporanea nel contesto d’elezione per la produzione vinicola: la campagna, le vigne, la cantina.

IL MECENATISMO DELLE CANTINE IN ITALIA

Non un caso isolato, in Italia, considerando le tangenze, sempre più frequenti, tra i due mondi, in progetti di mecenatismo e collezionismo avviati da tempo (dai Ceretto nel Piemonte del Barolo al Castello di Ama sulle colline del Chianti senese, ai Frescobaldi delle residenze artistiche a CastelGiocondo) o più recenti (citiamo, tra tutti, Cottanera in Sicilia, nell’area vocata dell’Etna, e Bortolomiol, con il Parco della Filandetta sulle colline del Prosecco Superiore) per non parlare delle etichette d’artista o del consolidato coinvolgimento di archistar italiane e internazionali nella progettazione di cantine funzionali e integrate con il paesaggio. A Ca’ del Bosco il longevo progetto che ha portato alla creazione di un parco delle sculture prende le mosse da un’affermazione di Luigi Veronelli:Il vino è un valore reale che ci dà l’irreale”, sosteneva il grande enologo, giornalista e divulgatore enogastronomico scomparso nel ’94. Da qui si è partiti, diversi anni fa, per creare un luogo in cui l’espressione artistica sia elemento di connessione tra uomo, natura e attività agricola.

Sound of Marble, Ca' Del Bosco, Photo Davide Galli

Sound of Marble, Ca’ Del Bosco, Photo Davide Galli

IL PARCO DELLE SCULTURE DI CA’ DEL BOSCO

La forma è quella di un giardino rurale disseminato di opere in bronzo, marmo, acciaio, che spaziano dal Cancello solare (1987) di Arnaldo Pomodoro (Morciano di Romagna, 1926), commissionato da Maurizio Zanella perché potesse essere simbolica porta d’accesso alle vigne, agli Eroi di luce (1991) di Igor Mitoraj (Oederan, 1944-2014) ai Blue Guardians (2010) del collettivo CrackingArt, lupi guardiani in plastica riciclata blu elettrico che vegliano con benevolenza sulla tenuta di Erbusco. Visitando il parco si incontrano anche L’elogio dell’ombra (1994) di Bruno Romeda (Brescia, 1933), il Codice genetico di Rabarama (Roma, 1969), le colonne in acciaio specchiato (2014) di Radi Kirov (Bulgaria, 1955), il Testimone (2017) di Mimmo Paladino (Paduli, 1948), che accoglie i visitatori nella barricaia dei vini rossi. Sospeso sui serbatoi in acciaio della cantina sta invece il rinoceronte in vetroresina e cemento (Il Peso del tempo sospeso, 2003) di Stefano Bombardieri (Brescia, 1968). L’ultimo arrivo, il padiglione Sound of Marble (2021), firmato da Tsuyoshi Tane (Tokyo, 1979) per Pibamarmi, identifica il motto “archeologia del futuro” dell’architetto giapponese, donando una sfumatura ulteriore a un luogo in divenire continuo.

– Livia Montagnoli

www.cadelbosco.com/it/arte-vino/scultura/

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