Weekend a Catanzaro. Cosa fare e vedere in città e nei dintorni

Se siete a Catanzaro per visitare la mostra di Aron Demetz, ecco qualche consiglio per scoprire la città, le sue attrazioni e le tappe da non perdere

È anche un omaggio alle origini di Catanzaro la mostra di Aron Demetz, visitabile al MARCA fino alla fine di marzo. Lo scultore altoatesino riflette infatti sulla trasformazione della materia e sulla plasticità dei corpi in un confronto meditato con l’arte classica, nella città che leggenda vuole sia stata fondata da Ulisse, identificando il golfo di Squillace con il porto dei Feaci descritto nell’Odissea. Quel che è certo è che Catanzaro fu centro fiorente della Magna Grecia, poi soggetto a dominazioni che si avvicenderanno nei secoli (Bizantini e Normanni su tutti), contribuendo a fare del suo nucleo storico un eterogeneo quanto affascinante insieme di influenze architettoniche. Questa ricca eredità culturale si svela a chi visita la città senza troppa fretta di lasciarla, ottima base di partenza per scoprire una porzione di Calabria che vive di storia e natura (la posizione di Catanzaro è strategica, stretta tra due mari – lo Ionio e il Tirreno – e arroccata su un colle, non distante dai boschi della Sila), vestigia del passato e arte contemporanea. Dai suoi rioni (che nelle prossime settimane diventano set a cielo aperto per il primo film da regista di Moni Ovadia: La terra senza) inizia il nostro tour, che si spinge fin sulla costa, in direzione Soverato, e nell’entroterra provinciale, per carpire luoghi e attrazioni da non perdere.

Duomo, Catanzaro © Regione Calabria

Duomo, Catanzaro © Regione Calabria

CATANZARO TRA ANTICO E MODERNO

Non una, ma molte anime diverse sono quelle che coesistono nel centro storico di Catanzaro. Dall’alto della terrazza di Bellavista, dove l’antica Porta Marina dava accesso alla città, si scende alla scoperta dei rioni. Ognuno identifica un periodo storico o una vocazione: la Grecìa, con il suo intrico di “coculi”, è il quartiere più antico, ridisegnato a più riprese, come testimoniano toponimi di retaggio bizantino (riferiti principalmente all’arte della seta, che qui fu fiorente per molti secoli a venire: oggi il rione Filanda ne porta le tracce), o edifici religiosi di epoca normanna, come la chiesa di San Nicola (XIII secolo) e quella di Sant’Omobono (XII), superstiti della Catanzaro medievale. Anche il Duomo, seriamente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale, ingloba quel che resta della cattedrale duecentesca. La Catanzaro del XX secolo è invece quella Liberty del quartiere San Leonardo (la temperie dell’epoca si respira ancora alla Farmacia del Leone, in attività dalla fine dell’Ottocento a Palazzo Fassari) e di Villa Margherita, e quella immaginata negli Anni Sessanta dall’architetto Saul Greco, che progettò, tra gli altri, il Palazzo della Provincia, l’Ospedale Civile, il Teatro Comunale. Al 1962 risale anche il Ponte Bisantis di Riccardo Morandi, struttura ad arco in calcestruzzo, grande opera di ingegneria, seconda in Europa per altezza e prima in Italia per luce, altezza e lunghezza.

Il Parco della Biodiversità a Catanzaro

Il Parco della Biodiversità a Catanzaro

IL COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN GIOVANNI

Sorto sulle rovine del castello Normanno Svevo (XI secolo), l’edificio conventuale ha attraversato il tempo adempiendo a diverse funzioni, dalle carceri dell’Udienza agli Uffici del Genio Militare. Oggi è sede espositiva, oltre che Monumento Nazionale. Si visitano le segrete del castello e la collezione d’arte delle Gallerie di San Giovanni. Fino alla metà di marzo, in mostra le opere del giovane artista calabrese Giuseppe Barilaro.

www.fondazioneroccoguglielmo.it/

IL PARCO INTERNAZIONALE DELLA SCULTURA

Di pertinenza del museo MARCA, inaugurato nel 2008 per ospitare la Pinacoteca provinciale e le principali esposizioni di arte contemporanea in città, Il Parco Internazionale della Scultura si trova all’interno di una vasta area verde di oltre 63 ettari adiacente al centro urbano, che dal 2004 accoglie il Parco della Biodiversità Mediterranea, grazie alla bonifica della vecchia scuola agraria di Catanzaro. La volontà, sin dall’inizio, è stata quella di creare una collezione pubblica permanente con le opere degli artisti coinvolti nel progetto Intersezioni, curato da Alberto Fiz al Parco Archeologico di Scolacium, dal 2005. Oltre venti sono le sculture già collocate, da Denis Oppenheim a Mimmo Paladino, Jan Fabre e Michelangelo Pistoletto.

www.provincia.catanzaro.it/parco/

Il Parco Archeologico di Scolacium, Catanzaro © Regione Calabria

Il Parco Archeologico di Scolacium, Catanzaro © Regione Calabria

LA CASA DELLA MEMORIA MIMMO ROTELLA

Nella casa natale dell’artista, dal 2005 la Fondazione Mimmo Rotella si impegna a tutelare e promuovere l’opera dell’autore del Manifesto dell’Epistaltismo. Il percorso espositivo attraversa gli ambienti di un appartamento che Rotella concepì come luogo sacro, ripercorrendo vita e carriera dell’artista calabrese con foto, cimeli, opere. Lo spazio è anche centro di ricerca e ospita sovente esposizioni di arte contemporanea.

www.mimmorotellainstitute.it/casa-della-memoria.html

IL MUSEO E PARCO ARCHEOLOGICO DI SCOLACIUM

Scolacium – il cui nome si deve all’epoca romana – si fa coincidere con l’antica colonia greca di Skylletion (dove nacque Cassiodoro). Oggi il Parco si raggiunge in località Roccelletta di Borgia, ed è uno dei siti archeologici più importanti del Sud Italia: circondate dagli ulivi, con vista sul mare del golfo di Squillace, vestigia del passato classico convivono con i resti dell’imponente basilica normanna di Santa Maria della Roccella. Restano, nel Foro romano, alcuni tratti di strade lastricate, parti di acquedotto, sepolcri e un impianto termale, oltre al teatro del I secolo d.C., costruito su un declivio naturale, che poteva ospitare più di 3mila spettatori, e all’anfiteatro voluto da Nerva.

A TAVERNA PER SCOPRIRE L’OPERA DI MATTIA PRETI

Alle pendici della Sila Piccola, il borgo di Taverna, le cui origini risalgono alla colonizzazione greca, si raggiunge in una trentina di minuti d’auto da Catanzaro. Conosciuta per aver dato i natali a Mattia Preti, tra i più importanti esponenti della pittura napoletana del Seicento, conserva tra edifici religiosi e collezioni museali un cospicuo nucleo di opere del “Cavalier Calabrese” e di suo fratello Gregorio, esposte sugli altari di alcune chiese (a Santa Barbara e San Martino) e presso la Pinacoteca Pretiana nella chiesa barocca di San Domenico, che ospita undici tele del pittore.

Sul sentiero Catanzaro Tiriolo del Cammino Basiliano

Sul sentiero Catanzaro Tiriolo del Cammino Basiliano

GITA FUORI CITTÀ: SQUILLACE, MONTAURO, SOVERATO

La presenza del golfo di Squillace è costante negli scorci che si apprezzano dalla città. Un minitour alla scoperta del territorio, in direzione del litorale ionico, non può prescindere dalla visita alla cittadina che dà il nome a questo tratto di costa, peraltro punteggiato di celebri spiagge. Squillace mantiene l’impianto medievale che circonda il castello normanno, a 300 metri d’altitudine sul versante orientale della Catena delle Serre; prima di lasciare il borgo, sul fiume Ghetterello, si fa apprezzare il Ponte del Diavolo, a schiena d’asino. Ripartendo in direzione Montauro, altra preziosa testimonianza di un passato lontano è la Grangia di Sant’Anna, magnifico rudere che attesta il prestigio monastico in epoca normanna, in relazione alla fondazione della Certosa di Calabria. Il luogo fu vissuto fino al terremoto del 1738, quel che resta è stilisticamente vicino alle architetture cistercensi, ed emerge monumentale nella campagna che digrada verso il mare. In venti minuti si raggiunge Soverato: la città vecchia è un borgo fortificato di origine bizantina, abbandonato alla fine del Settecento, purtroppo non in buono stato di conservazione. Il litorale è centro vivace, specialmente in estate.

SUL CAMMINO BASILIANO, DA CATANZARO A TIRIOLO

Con i suoi 1390 chilometri, il Cammino Basiliano attraversa l’intera Calabria sulle tracce di San Basilio, in 73 tappe su strade bianche, sentieri, mulattiere e strade asfaltate. Per averne un assaggio, nell’arco di una giornata è facilmente percorribile la tappa che da Catanzaro porta a Tiriolo, borgo di antica fondazione, in posizione strategica tra i due mari (lo Ionio e il Tirreno). Nelle giornate limpide, il cammino regala persino panorami dell’Etna e delle isole Eolie, addentrandosi nell’entroterra lungo la SS 19. Poco più di 17 chilometri, percorribili anche in mountain bike.

www.camminobasiliano.it

Ristorante Abbruzzino, Catanzaro

Ristorante Abbruzzino, Catanzaro

DOVE MANGIARE A CATANZARO E DINTORNI

Anche Catanzaro ha beneficiato di una rinascita gastronomica che negli ultimi anni ha visto alcuni intraprendenti giovani chef calabresi trainare la riscossa della ristorazione regionale. Proprio in città ha sede il ristorante di uno di loro, Luca Abbruzzino, figlio d’arte che ha cambiato il volto dell’attività di famiglia, alle porte del centro, per farne una moderna tavola d’autore, radicata però nel territorio. L’accoglienza familiare rafforza un’ospitalità raffinata, il menu gioca con la tradizione di terra e mare della città, col piglio audace di un talento che sa far entrare il mondo in cucina.
La tradizione pura è invece il punto di forza della Trattoria Talarico, consigliata a chi vuole provare il tipico morzeddhu, pietanza a base di trippa cucinata a fuoco lento, in salsa piccante, prima di farcire generosamente una pitta.
Al Lido si può optare per un’insegna di lungo corso come L’Olimpo di Claudio Vilella – promotore di un circuito virtuoso di produttori del territorio –, affacciato sul porticciolo turistico di Catanzaro.
Percorrendo la costa in direzione Soverato, si incontra prima la pizzeria creativa di Roberto Davanzo – Bob Alchimia a Spicchi in località Montepaone – poi, arrivati a destinazione, il nuovissimo progetto del giovane Abbruzzino sul litorale: Brezza. Piattini di mare, cocktail e carta dei vini dedicata alle piccole produzioni naturali per un fish bar decisamente innovativo per Soverato.
Si chiude con un altro “giovane favoloso” a Lamezia Terme, verso il Tirreno. Qui, Luigi Lepore dà il nome al suo ristorante – all’interno di un palazzo del XIX secolo a Nicastro – nella città che l’ha cresciuto prima di intraprendere una formazione accanto a grandi chef. Nel piatto idee nuove e rispetto per la memoria.

www.abruzzino.it
www.claudiovilella.it
www.bobalchimiaspicchi.com/
www.brezzafishnchill.com
www.luigilepore.it

Livia Montagnoli

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati