Abolire l’edilizia sociale, privatizzare lo spazio pubblico. Il Trump dell’architettura è il successore di Zaha Hadid

In occasione del World Architecture Festival di Berlino Patrick Schumacher, direttore dello Studio Zaha Hadid, sciocca tutti lanciando i suoi strali contro spazio pubblico, scuole, alloggi sociali, regolamentazione degli affitti

Abolire l’edilizia sociale, i piani regolatori, promuovere la privatizzazione dello spazio pubblico. A parlare non è il neo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, come qualcuno potrebbe pensare. È Patrick Schumacher, direttore e per certi versi successore di Zaha Hadid, nello studio che porta il nome della famosa architetta iracheno-britannica, deceduta a Miami la scorsa primavera. Ad ascoltarlo – come riporta il quotidiano inglese The Guardian – un pubblico di sconcertati architetti e developer in una conferenza a Berlino in occasione del World Architecture Festival, che non potevano credere alle proprie orecchie. Schumacher, tedesco naturalizzato britannico, fondatore della disciplina da lui stesso chiamata parametricismo, è stato immediatamente ribattezzato il Trump dell’architettura da un lettore della rivista di design e progettazione Dezeen. E la definizione ha fatto immediatamente il giro del mondo.

LE REAZIONI SU TWITTER
L’intervento ha infatti scatenato una valanga di reazioni sui social, tra le quali quella dell’artista – pseudonimo – Bob e Roberta Smith, che ha scritto “non voglio vivere in un mondo disegnato da Patrick Schumacher”. L’architetto e docente Philip Oldfield ha aggiunto che “qualcuno dovrebbe spiegare a Schumacher che ciò che propone costituirebbe una tragedia”. L’urbanista Jeff Speck, cantore dello spazio pubblico, lo definisce “Design Clown”. Il direttore dello studio di Zaha Hadid, nominato nel 2016, ma a fianco della compianta progettista fin dal 1998, non ha però esitato a rincarare la dose sui social network, inveendo contro le scuole d’arte pubbliche, ma anche contro qualsiasi regolamentazione degli affitti, accogliendo invece l’idea di moltiplicare gli investimenti stranieri nella città di Londra. Ma è sulla politica degli alloggi sociali che si è toccata l’acme dell’indignazione dei suoi uditori, quando ha sostenuto che gli appartamenti più vicini al centro urbano devono essere usati per ospitare solo gli utenti economicamente più potenti e produttivi perché più utili alla città. Inoltre Hyde Park dovrebbe essere, a suo parere, raso al suolo per costruirvi sopra una nuova città. “Quanto lo stiamo utilizzando? E quanto ci costa?”. Queste le sue domande: chissà se la grande Zaha sarebbe stata d’accordo…

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Redazione

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