Kanye West porta le sculture in cera del video Famous in galleria. Ed è subito scandalo

13 sculture di celebrities nude sono state presentate in un private opening a Los Angeles dalla galleria Blum & Poe. Tra queste, i ritratti di Donald Trump e George W. Bush

Lui, Kanye West, è un musicista, produttore, stilista, cantautore afroamericano. Ed è anche il marito della iperpaparazzata attrice e modella Kim Kardashian, figlia di quel Robert che fece assolvere OJ Simpson nel famoso processo che sconvolse il mondo e l’America. Il suo è un nome che si è sentito spesso pronunciare nel mondo dell’arte. Ad esempio nel 2015, quando Jeff Koons è stato definito da Amelia Abraham su Vice, il Kanye West dell’arte contemporanea, un uomo – si legge – “la cui presunzione riesce in realtà a renderlo più interessante”. E West deve aver preso la giornalista in parola, dal momento che si è lanciato in scorribande ed incursioni nel mondo dell’arte, dandosi ad installazioni e opere performative che mescolano nell’improvvisazione la sua esperienza nello starbiz alla vaga conoscenza di alcune tendenze ormai vintage dell’arte contemporanea, dalla ormai non più giovane Young British Art, con una predilezione per Marc Quinn, a Ron Mueck.

ARTE E CELEBRITIES
Sta di fatto che il cantante, nelle giornate del 27 e del 28 agosto, si è presentato da Blum & Poe con un’installazione di 13 sculture di cera rappresentanti altrettante celebrities nude, tutte insieme a dormire nello stesso letto, ispirandosi all’opera Sleep di Vincent Desiderio. L’ispirazione viene dal video omonimo Famous, rilasciato a giugno 2016, creando non poco scalpore. Nelle immagini che accompagnano la canzone si vedono nude star come Rihanna, Donald Trump, Taylor Swift, Chris Brown, George W. Bush, Anna Wintour, ma anche la sua ex ragazza Amber Rose e la sua attuale moglie Kim Kardashian. La serata è stata inaugurata da quest’ultima, mentre West è comparso a spiegare il suo lavoro in remoto via iPad. La descrizione del mondo dello spettacolo, le pressioni che questo comporta, la sua fatuità e, allo stesso tempo, la desiderabilità fino al parossismo, è un tema che da sempre interessa molto i suoi stessi componenti, che nel cinema e nelle arti hanno provato a darne una plausibile narrazione. Il rapporto di West con il mondo dell’arte contemporanea è sempre stato intenso fino ad aumentare considerevolmente negli ultimi mesi, che hanno visto il cantante comparare ad esempio Matthew Barney a Gesù e collaborare con Vanessa Beecroft alla sua nuova collezione di moda. Ha inoltre partecipato nel 2015 ad un fotoshooting di Jürgen Teller e ad un video musicale diretto da Steve McQueen. Il suo intervento come artista ha suscitato scalpore; come riporta Artnet il suo gallerista Timothy Blum, che considera l’opera un “pezzo d’arte molto serio”, ha commentato: “Se voi non sapeste che si tratta del lavoro di Kanye West e invece pensaste all’opera di un qualsiasi altro famoso artista già inserito nel mondo dell’arte, la vostra percezione sull’opera sarebbe completamente differente. Anzi, sarebbe celebrata ovunque e supportata ad altissimi livelli”. Voi che ne pensate?

http://www.blumandpoe.com/

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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