Cultura decapitata a Bologna. Il sindaco Merola caccia l’assessore Ronchi: “difende un centro sociale abusivo”. Ma sullo sfondo ci sarebbero maldipancia PD…
Se Bologna sembra essere un’isola felice per il dinamismo dei privati sul fronte culturale, e in particolare delle strutture culturali, con l’Opificio Golinelli che proprio in questi giorni è andato a fare il paio con la Fondazione Mast come fiori all’occhiello sul piano nazionale, non altrettanto si può dire sul fronte pubblico. Almeno non nelle […]
Se Bologna sembra essere un’isola felice per il dinamismo dei privati sul fronte culturale, e in particolare delle strutture culturali, con l’Opificio Golinelli che proprio in questi giorni è andato a fare il paio con la Fondazione Mast come fiori all’occhiello sul piano nazionale, non altrettanto si può dire sul fronte pubblico. Almeno non nelle ultime ore, con una crisi che ha portato in brevissimo alla cacciata dell’assessore alla cultura Alberto Ronchi. Una sorta di “meteora”, in verità, che in 4 anni non era mai stato pienamente accettato nei delicati equilibri politici – tutti interni al PD – che regnano nel capoluogo emiliano.
Giorni di tensioni, di annunci, di dichiarazioni smentite, di prese di distanza, culminate – come informa l’edizione felsinea de La Repubblica – nello scarno comunicato circolato nella serata del 6 ottobre: “Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha firmato l’atto di revoca di nomina e di attribuzioni di deleghe ad Alberto Ronchi“. Motivo dell’insanabile attrito? Le sorti del centro sociale Atlantide, riferimento dell’area Lgbt, dal cassero occupato di porta Santo Stefano. Ronchi, indipendente di sinistra in giunta, stava lavorando per giungere ad una soluzione condivisa e “gentile”: avversato da Merola, che infatti ha firmato un’ordinanza di sgombero, additando la “lobby gay” alla quale negare trattamenti si favore.
E ora che succede? Per il momento le deleghe rimarranno in capo al sindaco: intanto Ronchi annuncia una conferenza stampa dalla quale usciranno maggiori dettagli sulla questione. Il PD ovviamente fa quadrato attorno al sindaco, mentre parti della società civile solidarizzano con l’ormai ex assessore. E le voci di corridoio sussurrano che in realtà alla base della cacciata ci siano riposizionamenti interni al Partito Democratico, dove qualcuno pare avesse messo l’occhio su quella poltrona chiave…
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