Il Costa Rica ritira la partecipazione alla Biennale di Venezia. Scandalo per gli artisti che avrebbero pagato per esporre: ma per lo statuto i Paesi hanno totale autonomia

Il dato che resterà negli archivi è solo numerico: l’edizione 2015 della Biennale Arte di Venezia avrà 89 partecipazioni nazionali, in luogo delle 90 previste. A un mese dal via, a ritirare la sua presenza è stato infatti il Costa Rica, con una lettere inviata in data 30 marzo da Ileana Ordonez Chacon, incaricata degli […]

Il dato che resterà negli archivi è solo numerico: l’edizione 2015 della Biennale Arte di Venezia avrà 89 partecipazioni nazionali, in luogo delle 90 previste. A un mese dal via, a ritirare la sua presenza è stato infatti il Costa Rica, con una lettere inviata in data 30 marzo da Ileana Ordonez Chacon, incaricata degli affari internazionali dell’Ambasciata in Italia. Motivo? “Causa di forza maggiore”, recita la nota della Biennale, precisando solamente che era stata la stessa Ordonez Chacon che “aveva formalmente richiesto la partecipazione del Costa Rica in data 19 gennaio 2015, comunicando contestualmente il nominativo del commissario e del curatore”.
Fin qui, dunque, il dato ufficiale. Poi, è indagando – lo faremo sommariamente – quali sono, queste cause di forza maggiore, che ci si addentra in meccanismi bizzarri, per non dire perversi, che ben poco hanno in comune con le procedure normalmente riscontrabili in un grande evento internazionale. Pare che il paese centramericano abbia affidato la cura della mostra al curatore Gregorio Rossi lo scorso 26 gennaio, con la scadenza per presentare il progetto fissata al 7 febbraio. E il Rossi abbia raccolto in 10 giorni una moltiforme compagine infarcita di qualche nome conosciuto e di molte carneadi, ma “impreziosita” da qualche nome pesante come quelli di Dario Fo, o Romina Power. Una sessantina di nomi ai quali avrebbe chiesto di “partecipare” alle spese del padiglione pagando 5mila euro per ogni opera esposta.
Qui finisce la nostra cronaca: lasciamo ad altri i commenti più o meno gossippari o scandalistici, esistono mostre in cui gli artisti pagano, non è una novità. Poi è successo che uno di questi artisti, il noto scultore Umberto Mariani, si sia ribellato al pagamento della gabella, portando il tutto all’attenzione pubblica: ed al ritiro della partecipazione. Quello che sorprende è che qui ci troviamo a una Biennale di Venezia. La quale – è quasi un paradosso – è del tutto incolpevole nonché impotente: “Da sempre le partecipazioni ufficiali dei paesi alle mostre di arte e architettura sono gestite in via del tutto autonoma dai paesi che ne fanno richiesta ufficiale tramite una autorità governativa o diplomatica”, precisa la nota cui accennavamo. “Il rapporto della Biennale con i paesi si svolge secondo modalità rispettose del fatto che si tratta di autorità rappresentanti stati sovrani”.

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Redazione

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