Berlino: week-end ad arte a Neukölln, quartiere più popoloso della città. Cento gallerie ed atelier aperti, quattrocento eventi sul tema del coraggio

Non ha la tradizione del Mitte né la memoria dell’atmosfera punk di Kreuzberg, eppure è tra le aree di Berlino più dinamiche del momento. Qualcosa di muove nella zona a sud del centro della città, tra lo sterminato parco urbano del Tempelhof e lo stesso Kreuzberg: a vivere momenti di gloria è Neukölln, quartiere accreditato […]

Non ha la tradizione del Mitte né la memoria dell’atmosfera punk di Kreuzberg, eppure è tra le aree di Berlino più dinamiche del momento. Qualcosa di muove nella zona a sud del centro della città, tra lo sterminato parco urbano del Tempelhof e lo stesso Kreuzberg: a vivere momenti di gloria è Neukölln, quartiere accreditato come il più dinamico dal punto di vista demografico e come ultima isola felice rimasta a tenere alta la bandiera della vivibilità opposta alle speculazioni da gentrificazione. Un’area che nel week-end dal 27 al 29 giugno si mette in mostra con la 48 Stunden, festival di arti varie che propone qualcosa come quattrocento appuntamenti in circa duecento diverse location sparse per l’intero quartiere. Una cinquantina le associazioni e i collettivi che compilano un programma che spazia a trecentosessanta gradi tra musica, teatro, arte, performance; e che quest’anno sceglie come parola chiave e filo conduttore il termine coraggio. Lo stesso richiesto ai giovanissimi protagonisti del Festival of Young Arts: prima edizione, all’interno di una kermesse nata nel 1998, per l’evento che invita i ragazzi che vivono nel quartiere a mettersi in gioco in prima persona. Proponendo il frutto della propria creatività, tra graffiti e flash mob. Lo stesso che si incontra camminando lungo la Pink Route, per una serie di incontri dedicati alle diverse anime della cultura queer.
Arte protagonista con le aperture straordinarie di circa cento tra gallerie e atelier; e con la mostra che nello shopping center Neukölln Arcaden declina in modo iconico la natura dell’edizione 2014.
Sfida le più trite convenzioni sociali, in un quartiere dove è molto radicata la comunità turca, la performer Zofia Nierodzinska, presentando il video di una sua provocatoria azione ambientata in uno shisha bar; mentre Simon Maris indaga sul ruolo dell’artista nello sviluppo di dinamiche relazionali in quartieri difficili. Benchmarking ad arte quello che si legge nelle opere di Carla Mercedes Hihn e Barbara Duisberg, che rielaborano l’una i fatti di Gezi Park, l’altra le tensioni sociali in quel di Manaus. Holger Biermann, solida formazione da reporter underground, risponde con le sue fotografie a quella che per i giovani artisti è la madre di tutte le domande: “Dove trovo il coraggio per andare avanti?”. Contro i presenzialisti degli opening, che affollano le mostre solo per sbevazzare a sbafo, si schiera l’ironia del collettivo olandese composto da Janine Eggert, Marte Kiessling, Phillipp Ricklefs e Christofer Sage: di birra ne fanno scorrere, ma per berla bisogna comprare i loro boccali d’artista!

– Francesco Sala

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Francesco Sala

Francesco Sala

Francesco Sala è nato un mesetto dopo la vittoria dei mondiali. Quelli fichi contro la Germania: non quelli ai rigori contro la Francia. Lo ha fatto (nascere) a Voghera, il che lo rende compaesano di Alberto Arbasino, del papà di…

Scopri di più