Auguste Rodin alle Terme di Diocleziano di Roma. Tutte le immagini di un allestimento unico per la più grande mostra mai dedicata ai marmi dello scultore

È una delle mostre più attese della primavera capitolina, la più completa rassegna mai organizzata sulle sculture in marmo di Auguste Rodin, con oltre 60 opere del grande scultore, realizzata con il Musée Rodin di Parigi. Apre oggi al pubblico la tappa romana – che segue quella milanese – della mostra Rodin, il marmo, la […]

È una delle mostre più attese della primavera capitolina, la più completa rassegna mai organizzata sulle sculture in marmo di Auguste Rodin, con oltre 60 opere del grande scultore, realizzata con il Musée Rodin di Parigi. Apre oggi al pubblico la tappa romana – che segue quella milanese – della mostra Rodin, il marmo, la vita, curata da Aline Magnien, Conservatore capo del patrimonio del Musée Rodin di Parigi, e da Flavio Arensi: un progetto che attraverso tre sezioni tematiche presenta nelle monumentali Grandi Aule delle Terme di Diocleziano l’opera del grande scultore vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Il progetto allestitivo, affidato all’architetto, artista e performer franco-portoghese Didier Faustino, è uno degli aspetti più interessanti dell’esposizione. Ispirato alle atmosfere del film Una giornata particolare di Ettore Scola, si presenta come una grande macchina scenica, con suggestivi giochi di luce, trasparenze e materiali a contrasto, dalla leggerezza dei drappi in tessuto alla durezza del legno grezzo e dei tubi innocenti della struttura su cui trovano posto le sculture di Rodin. Una serie di costruzioni che svelano e nascondono, creando un senso di spaesamento nello spettatore, misurano lo spazio, e stabiliscono un dialogo forte e poetico al contempo tra le opere e la magnificenza delle Terme di Diocleziano.
L’allestimento diventa così un’occasione di pratica architettonica, di sperimentazione di linguaggi e tecniche che evocano alcuni degli aspetti più interessanti della ricerca progettuale di un autore sempre in equilibrio tra le discipline. A partire dall’intima relazione tra corpo e spazio architettonico, tra individuo e luogo ospitante, tra privato e pubblico, da sempre al centro dell’estetica di Faustino.
D’altra parte Faustino con il suo Bureau des Mésarchitectures (fondato nel 2002 con Pascal Mazoyer) non è nuovo all’exhibition design. Ricordiamo l’allestimento della mostra Unatteinded Landscape – Paesaggio incompleto (Fondazione Bevilacqua La Masa, 2013), di cui è anche curatore insieme ad Angela Vettese, Akiko Miyake e Sumi Hayashi; la piccola mostra di Gordon Matta-Clark per la Galerie Natalie Seroussi di Parigli (2012); o andando indietro nel tempo, la mostra monografica di Francois Morellet al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (2007). Intanto, vediamo un po’ di immagini in diretta dall’opening romano…

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– Emilia Giorgi

didierfaustino.com

[L’autrice pubblicherà entro il 2014 una monografia dedicata a Didier Faustino dalla casa editrice Librìa, che conterrà anche un saggio di Pedro Gadanho, Curator for Contemporary Architecture al MoMA di New York]

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Emilia Giorgi
Emilia Giorgi (Roma, 1977) è critica e curatrice di arti visive e architettura contemporanee. Dal 2002 al 2009 collabora con il MiBACT, tra le altre attività alla definizione del programma culturale del museo MAXXI di Roma, dove poi lavora dal 2010 al 2012. Come curatrice indipendente ha collaborato tra gli altri con La Triennale di Milano, la Fondazione Feltrinelli, il Centro Pecci di Prato, l’Istituto Centrale per la Grafica, la Fondazione VOLUME!, la Fondazione Pastificio Cerere (Roma). Nel 2015 cura la sezione Cut and Paste del Padiglione Italiano (diretto da Cino Zucchi) della Biennale di Architettura di Venezia. Autrice di numerosi saggi e pubblicazioni, scrive per le principali testate italiane, come Il Manifesto, Artribune, Flash Art, Domus, Abitare, Icon Design. Il suo libro più recente è "Giorni come stanze. Riappropriarsi della città" (Libria, 2020). Fa parte del direttivo dell’IN/ARCH Lazio.