Hugo & Saatchi. Il marchio di Hugo Boss festeggia i suoi primi vent’anni con una mostra nella super galleria londinese. Venti artisti internazionali e molto sperimentali

Progressive, Contemporary,Individual. Così si presenta Hugo, spin off di Hugo Boss, nato come brand maschile nel 1993 e poi arricchitosi nel ’98 anche di una linea donna. Attitudine urbana e contemporanea, per collezioni improntate alla ricerca ma anche all’eleganza, anticonvenzionali e insieme rigorose, tra raffinatezza tecnica, stile metropolitano ed essenzialità strutturale. Con tanto di accessori, […]

Progressive, Contemporary,Individual. Così si presenta Hugo, spin off di Hugo Boss, nato come brand maschile nel 1993 e poi arricchitosi nel ’98 anche di una linea donna. Attitudine urbana e contemporanea, per collezioni improntate alla ricerca ma anche all’eleganza, anticonvenzionali e insieme rigorose, tra raffinatezza tecnica, stile metropolitano ed essenzialità strutturale. Con tanto di accessori, linea eyewear e linea fragranze, che completano la produzione di pret-à-porter e casual.
In occasione del suo ventesimo anniversario, Hugo sceglie l’arte come canale di promozione e valorizzazione della propria mission. E lo fa puntando su una delle eccellenze dell’art system internazionale. Ecco dunque una mostra da Saatchi, a Londra, che coinvolge venti artisti – idealmente uno per ogni anno di vita del marchio – chiamati a reinventare lo spazio londinese, avendo pressoché carta bianca sul progetto espositivo. Figure interessanti, provenienti da Giappone, Regno Unito, Belgio, Corea, Germania, Stati Uniti, con opere site specific o  già esistenti, scelte o progettate sulla base di un unico leitmotiv: la Hugo philosophy, da mettere in risalto in maniera creativa. Dunque installazioni video o interattive, opere di sound art, proiezioni luminose, wall painting, interventi legati alla public art e altre tipologie di linguaggi prenderanno vita negli spazi della galleria, restando in mostra per tutta l’estate.

Steffen Seeger

Steffen Seeger

Qualche nome? Da Mark Jenkins, con le sue ironiche presenze urbane iperrealiste, al giapponese Jun Fujiwara, che mescola design e input sonori; da Marco Barotti, italiano con base a Berlino, che mixa ricerca architettonica e musicale, allo street artist e performer olandese Iepe Rubingh; dal collettivo tedesco Urbanscreen, che sfrutta il potere dei new media per modificare in maniera interattiva-multimediale spazi pubblici e architettonici, all’artista di Tokyo Daito Manabe, pioniere della “gesture recognition”, che usa la tecnologia informatica per una indagine sui rapporti tra corpo e ambiente. Uno dei venti, il berlinese Steffen Seeger – ex writer noto per i suoi “One Line Drawings”, pattern e ritratti realizzati con linee ritmiche e sintetiche – ha reinterpretato per l’occasione la storia di Hugo con un logo dinamico rosso intenso, visualizzazione grafica della campagna “Red Never Follows” lanciata per questo anniversario.
Mostra in corso dal 30 luglio al 1 settembre, nello strepitoso white space di Kings Road disegnato dallo studio londinese Allford Hall Monaghan Morris.

– Helga Marsala

www.redneverfollows.com

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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