Anche la Lituania ha la sua fiera d’arte contemporanea. È il turno di Art Vilnius, con una cinquantina di gallerie, tre le italiane, a saggiare una scena e un mercato sconosciuti ai più

Il mercato resta, da quelle parti, un’incognita appesantita da mille punti di domanda. Più che a fini commerciali, allora, imbarcarsi nell’impresa suona come un’eccentrica attività di scouting: vuoi mai salti fuori il nuovo George Maciunas. Ai nastri di partenza la quarta edizione di Art Vilnius, che dal 26 al 30 giugno chiama a raccolta nel […]

Il mercato resta, da quelle parti, un’incognita appesantita da mille punti di domanda. Più che a fini commerciali, allora, imbarcarsi nell’impresa suona come un’eccentrica attività di scouting: vuoi mai salti fuori il nuovo George Maciunas. Ai nastri di partenza la quarta edizione di Art Vilnius, che dal 26 al 30 giugno chiama a raccolta nel principale palaexpo della capitale lituana una cinquantina di gallerie. Per lo più locali o in arrivo dai paesi limitrofi – Estonia e Lettonia, ma anche Bielorussia, Ucraina e Polonia – ma non manca chi, complice un periodo estivo che certo in patria non scatena il mercato, sceglie per la trasferta esotica. Da Berlino arriva con una personale di Marta Antoniak Collectiva, mentre l’inglese Pitt Projects gioca sul sicuro con le performance e le installazioni del balticissimo Saulius Leonavičius. Tra gallerie francesi e portoghesi spunta anche quale nome italico. Quello della trentina Unofabrik e di b-artcontemporary di Seveso; infine la Cart di Monza, che porta un’infornata di giovani: Dacia Manto e Francesco Fossati, Matteo Antonini e Carlo Spiga. Un piccolo salto nel vuoto per un’avventura a rischio contenuto, se è vero quanto dicono i bene informati in merito ai prezzi di stand che vanno via stile saldi di fine stagione; un programma che vede come eventi specifici una collettiva di scultura ed una di videoarte, con il meglio della scena locale.  

– Francesco Sala

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Francesco Sala

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