Lo zoo di Italo Rota e Margherita Palli, al Triennale DesignCafè di Milano. L’arca di Noè in mostra: raffinate riproduzioni di animali, arrivate da una collezione del secolo scorso

Uno zoo immenso, che abbraccia latitudini lontanissime: mandrie, greggi, stormi di tutte le razze e le specie. O quasi. Ci sono zebre, cavalli, giraffe, rinoceronti, tacchini, dromedari, tigri e scimpanzè. Mille esemplari. Un’arca di Noè, ma  in miniatura. Parliamo infatti non di animali in carne e ossa, ma di piccoli pezzi di design, una straordinaria […]

Uno zoo immenso, che abbraccia latitudini lontanissime: mandrie, greggi, stormi di tutte le razze e le specie. O quasi. Ci sono zebre, cavalli, giraffe, rinoceronti, tacchini, dromedari, tigri e scimpanzè. Mille esemplari. Un’arca di Noè, ma  in miniatura. Parliamo infatti non di animali in carne e ossa, ma di piccoli pezzi di design, una straordinaria collezione che appartiene a Margherita Palli e Italo Rota e di cui il Triennale Design Museum presenta oggi una selezione di oltre 500 pezzi d’epoca. Le figurine, quotate in asta fino a 10.000 dollari ciascuna, sono state realizzate tra il 1906 e il 1950 dalle aziende tedesche Linoleol e Elastolin e dall’italiana Nardi e Confalonieri, con l’impiego esclusivo di materiali preziosi, ormai quasi introvabili, secondo tecniche raffinatissime: plastiche brevettate con l’anima in ferro e ritoccate a mano, cartapesta rinforzata e gessi speciali, e poi una resa mimetica perfetta, grazie allo studio preliminare di tavole anatomiche di fine Ottocento e alla consulenza di esperti zoologi.
Ed è proprio la riproduzione di un’Arca di Noè il cuore della raccolta Palli-Rota: datata tra il 1918 e il 1920, è composta da coppie di animali, salvati dal diluvio universale, come il celeberrimo episodio biblico vuole. Non è un caso che l’opening cada il 21 dicembre 2012, data che passerà alla storia per lo spauracchio apocalittico targato Maya: in questo giorno, divenuto simbolo della fine del mondo, il Triennale DesignCafè mette in scena un evergreen della cristianità, che in realtà torna nei miti di molte culture religiose.
Con The day after l’arca si fa metafora di un’attualità che sempre più assomiglia ad un naufragio, nel tentativo comune di trovare un approdo tra flussi contrastanti: un ondeggiare incerto, che non preconizza ancora geografie nuove all’orizzonte. La barca che sfida la tempesta diventa il rifugio di tutti e il simbolo di una memoria culturale preziosa, con cui provare a riscrivere, presto, un nuovo inizio. Anche per gioco, anche per svago, una mostra che induce a qualche riflessione. Gustandosi la bellezza di un piccolo tesoro artigianale venuto da lontano.

– Helga Marsala

“TheDayAfter”
da una raccolta di Margherita Palli e Italo Rota
Triennale DesignCafé – Viale Alemagna 6, Milano
www.triennale.it
fino al 20 gennaio 2013

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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