E sono quattro, nel giro di un mese. Tutte le occupazioni (lampo) di Macao. Liberato l’Ex Macello di Viale Molise. Entrano e ci restano, stavolta a lungo. Parola di macachi

Li avevamo lasciati, ieri pomeriggio, all’Ex Seminatore di Via Eginardo 15. Il nuovo spazio su cui Macao era atterrato, dopo un volo lungo un’intera mattinata di spostamenti, assemblee, tavoli tematici, fino alla convergenza dei vari gruppi al teatro Lirico, altro spazio abbandonato, scelto come simbolico punto di ritrovo. Da lì la marcia verso il vivaio […]

Li avevamo lasciati, ieri pomeriggio, all’Ex Seminatore di Via Eginardo 15. Il nuovo spazio su cui Macao era atterrato, dopo un volo lungo un’intera mattinata di spostamenti, assemblee, tavoli tematici, fino alla convergenza dei vari gruppi al teatro Lirico, altro spazio abbandonato, scelto come simbolico punto di ritrovo. Da lì la marcia verso il vivaio in disuso, dove si svolge una lunga assemblea, mentre in rete circolano confuse info sul Macao day alla velocità della luce. Intervistato un portavoce dei macachi, apprendiamo però subito che quello non sarebbe stato il nido definitivo di Macao. Notizia rivelatasi corretta. Il vivaio non era la location giusta: spazio già occupato da alcuni abusivi (immigrati irregolari e senza tetto, che pare non gradissero troppo la convivenza), spazio difficile da gestire, spazio pericoloso, con lastre di eternit scovate tra serre e un capannoni. E allora via, si spicca il volo verso nuovi lidi.
Meta finale, raggiunta sabato in serata, è l’ex Macello di viale Molise, all’interno dell’Ortomercato. Qui arrivano e qui si fermano i macachi, stavolta per davvero (forse). E promettono che combineranno “un macello”. Anche in questo caso, in linea con le altre occupazioni itineranti del gruppo, volte a sottolineare incongruenze, illegalità e incuria nella gestione di spazi urbani pubblici e privati, la scelta è ricaduta su un luogo dalla storia controversa, al centro di annose polemiche.

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Macao flyer

L’area potrebbe infatti essere venduta a privati, per portare nelle casse comunali circa 150 milioni di euro. L’ex mattatoio, inutilizzato dal 2005, era stato oggetto di una ambiziosa ipotesi di riqualificazione da parte dell’ex sindaco Moratti, che avrebbe voluto impiantarci la cittadella del Gusto, in vista dell’Expo 2015. Progetto finto alle ortiche, per difficoltà finanziarie e intoppi burocratici. Nel frattempo, si è pensato bene di tramutarlo in discarica, di auto abbandonate prima, di rifiuti tossici dopo. E adesso l’ipotesi della vendita: un modo per togliersi il problema, mettendo su un po’ di spiccioli per l’amministrazione.
L’arrivo dei macachi cambierà qualcosa? Servirà magari a portare sotto i riflettori il problema, consentendo di aprire un dibattito in vista di nuove soluzioni, alternative sia all’abbandono che alla grande svendita? Dal Comune, ad oggi, non giunge nessun segnale minaccioso. Le palazzine liberty occupate, guarda caso, risultano di proprietà della Sogemi, la società che gestisce per conto del comune stesso i vari mercati all’ingrosso della città. Saranno loro, casomai, a sporgere denuncia a richiedere lo sgombero.

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Ma i lavoratori dell’arte, all’idea di una nuova cacciata, nemmeno ci pensano. Animati come sono da entusiasmo e voglia di ripartire. Anche se, stavolta, non sarà facile. Forti spaccature all’interno del movimento ne hanno indebolito l’immagine e la portata, mentre all’esterno i consensi continuano a calare: figli di papà, perditempo, confusi, disorganizzati, senza alcun progetto reale spalle… Le critiche fioccano, accanto al plauso di chi invece, al percorso politico di Macao, continua a crederci. Occorrerà lavorare moltissimo, per rafforzare la credibilità incrinatasi: in termini di comunicazione, di coerenza progettuale, di incisività, di chiarezza, di coesione, di dialogo con il territorio e anche con le comunità locali. Artisti ed intellettuali, ma anche cittadini e abitanti del quartiere, nonché politici e amministratori: con loro dovrà dialogare Macao, provando a dare un senso forte a questa lunga e scomposta sequela di azioni, nel segno della critica ma anche della proposta e della costruzione. E stavolta, o è goal o è flop. Definitivamente. In attesa del “macello”, buona fortuna Macao.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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