Colosseo, si proceda: c’è l’impegno civile di un imprenditore italiano. Ornaghi fiume in piena nell’intervista al Corriere: ecco che faremo a Pompei, e a Brera

“L’operazione Colosseo deve partire e avere un valore paradigmatico per il diverso modello di sviluppo del sistema-Paese nel campo del patrimonio. Non c’è semplicemente uno sponsor. C’è anche l’impegno civile di un imprenditore italiano”. Finalmente il ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi parla: ed abbandona i toni attendisti e cauti uditi finora, in parte comprensibili […]

L’operazione Colosseo deve partire e avere un valore paradigmatico per il diverso modello di sviluppo del sistema-Paese nel campo del patrimonio. Non c’è semplicemente uno sponsor. C’è anche l’impegno civile di un imprenditore italiano”. Finalmente il ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi parla: ed abbandona i toni attendisti e cauti uditi finora, in parte comprensibili in chi assunta una carica vuole prima vedersi intorno e capire l’ambiente con il quale ha a che fare. Parla con una lunga intervista rilasciata a Paolo Conti sul Corriere della Sera di oggi, 23 gennaio: e pronuncia parole decise e in equivoche sul tema forse più caldo del momento, la questione Della Valle-Colosseo, e di conseguenza in generale l’intervento dei privati nella salvaguardia del patrimonio. “L’accordo pone paletti molto precisi – risponde a chi polemizza sullo sfruttamento di immagine che il privato trae dal bene sponsorizzato -. Non ci sono equivoci. Insisto: ora urge un quadro definito di regole generali, chiare, rigorosamente e correttamente applicate”. E così Codacons e UIL sono serviti, e vivaddio con parole che non necessitano di specificazioni.
Ma il ministro è un fiume in piena: dopo tanto attendere per conoscere il suo pensiero, spazia per i tanti temi sul tavolo del dicastero: a volte con indicazioni ancora generali, che andranno col tempo concretizzate. Pompei? “Gran parte degli scavi, lo ricordo, sono in buone condizioni e tutelati da personale appassionato. Ora sono in arrivo, come si sa, 105 milioni di euro dell’Unione Europea”. E il rischio ingerenze della malavita organizzata? “Tutto sarà trasparente e messo online: bandi, concorsi, regolamenti, tempistica, soggetti coinvolti. Dovremo dimostrare all’Europa, a tutti, che investire nella tutela del patrimonio italiano è operazione sicura. E che la scuola di restauro italiana è un’autentica eccellenza mondiale”.
Capitolo Grande Brera: “Come milanese non riesco a capacitarmi come da 35 anni se ne parli senza approdare a soluzioni. Esiste il protocollo politico del luglio 2010 e da lì ripartiremo; provando anche qui ad attuare un modello paradigmatico di collaborazione fra istituzioni e privati. Riuniremo tutti i soggetti coinvolti: ministero, Comune, Demanio, Difesa, Accademia di belle arti. E un impegno preciso, dobbiamo muoverci al più presto”. Impegni concreti, con scadenze certe, pochi: ma noi di Artribune, che avevamo più volte notato la latitanza di Ornaghi dal dibattito, siamo i primi a dire: bene, qualcosa si muove, non molliamo questa strada…

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