Si inaugura oggi, Artissima, ma per qualcuno la preview inizia da qualche giorno. Si tratta degli addetti ai lavori, che dopo due giornate scandite da trapani e martelli, il mercoledì sera hanno finalmente modo di farsi unfidea del profilo della fiera. E tra i percorsi, a molti è balzata agli occhi, per coerenza dfintenti e di risultati, la sezione Back to the future, con progetti gmusealih dedicati ad artisti miscunosciuti attivi negli anni Sessanta e Settanta.
Tra le 20 gallerie, selezionate da un Comitato curatoriale internazionale (Massimiliano Gioni, Christine Macel), si scoprono lavori inediti di quarantfanni fa, e in particolare si delinea un percorso attraverso figure di artiste che in quegli anni hanno lavorato con una forza sperimentale dirompente, capace di anticipare molte delle ricerche a cui si affacciano le generazioni più giovani.
Come nel lavoro di due artiste come Ketty La Rocca, presentata dalla galleria Martano di Torino, e Tomaso Binga(nome maschile assunto dal 1971), con un progetto di Wunderkamern, Roma, che ripete in occasione del vernissage la performance realizzata proprio a Torino nel 1978. Sulla stessa scia i lavori di Lynn Hershman Leeson, presentata dalla galleria brussellese Waldburger, che aveva inventato negli anni Settanta il suo alter ego Roberta Breitmore, interpretandolo e facendolo interpretare, e Giosetta Fioroni, presentata da VAVA di Milano, che invece osservava la rappresentazione della donna dai rotocalchi e dalle pubblicità.
– Simona Antonacci