Architettura e design. Alvar e Aino Aalto protagonisti di un documentario

Alvar e Aino Aalto raccontati per la prima volta con la medesima intensità e con lo stesso livello di accuratezza. È forse questo uno dei punti di forza del documentario "Aalto", girato dalla regista finlandese Virpi Suutari in sette diversi Paesi. Presentato in anteprima italiana a “Lo schermo dell'arte 2020”, resterà disponibile in streaming fino a domenica 22 novembre

La mano di Alvar Aalto scivola sicura su un grande foglio di carta. Sulla superficie bianca e silente compaiono sinuose curve: potrebbero evolvere e diventare vasi di vetro, maniglie di porte, caldi corrimani lignei, braccioli di poltrone, porzioni di planimetrie di edifici. Prende il via con un montaggio di video d’epoca, accompagnato dalla lettura di una delle tante missive che Alvar e Aino Aalto si scambiavano nei periodi in cui erano lontani dalla loro casa-studio, il documentario Aalto, recente lavoro della regista finlandese Virpi Suutari che ha debuttato in Italia alla XIII edizione de Lo schermo dell’arte.

UN SODALIZIO UMANO E PROFESSIONALE

Il sodalizio umano e professionale tra i due architetti e designer finlandesi rappresenta uno dei cardini della narrazione, cui va il merito di illustrare con chiarezza il ruolo imprescindibile di Aino, sottolineando in particolare il suo strategico ruolo all’interno dell’azienda Artek, sinonimo di modernità negli interni (non solo) domestici fin dal 1935. Prematuramente interrotto dalla scomparsa di Aino, stroncata dal cancro nel 1949, (tre anni più tardi Aalto si risposerà con l’architetta Elissa Makiniemi, anche lei ampiamente presente nella seconda parte del documentario) il rapporto tra i due progettisti viene ripercorso con preziosi documenti d’archivio, fra cui interviste radiofoniche, efficacemente affiancati dalle riprese effettuate in sette Paesi. Oltre a disegnare un accurato ritratto umano, il film conduce gli spettatore all’interno di alcune delle opere più rappresentative della produzione architettonica di Aalto, mostrandone l’aspetto attuale: dal sanatorio di Paimio, in Finlandia, alla biblioteca di Viipuri in Russia; dalla Villa Mairea, descritta con emozione e nostalgia da uno dei suoi primi abitanti, fino alla Finlandia Hall e alla Chiesa di Riola Vergato, sull’Appennino bolognese, ultimata postuma e recentemente al centro del doc Non abbiamo sete di scenografie. La lunga storia della chiesa di Alvar Aalto a Riola.

– Valentina Silvestrini

www.mymovies.it/ondemand/schermodellarte/movie/aalto/

 

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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