Pasqua 2020. Prima che cominciasse la quarantena, giusto un giorno prima, ho fatto incetta di materiali perché sapevo che questo momento, fuor di sesto, ci avrebbe investito clamorosamente con tutta la prepotenza drammatica che siamo vivendo. Inevitabile, mi son detto, affrontare un quadro difficile – ma entusiasmante da realizzare -, uno dei miei, una festa che so che esporrò a Palazzolo Acreide nel giorno delle celebrazioni di San Michele, il 4 ottobre, negli spazi neonati di San Sebastiano Contemporary/Casa Bramante.
Così è stato. Ho registrato, a mo’ di diario, le fasi di lavoro, quotidianamente, fino alla chiusura dell’opera: un olio su tela di 110 x 183 cm. Questo lavoro potrebbe essere una sintesi della mia opera pittorica più nota, quella delle feste tradizionali del Sud. In verità, come ho spesso spiegato, mi sono sempre interessato al fenomeno della festa così come ha fatto Elias Canetti in Massa e Potere, e, meglio, nell’opera di Furio Jesi. Esiste inoltre una relazione stretta fra l’arte e la festa. Esiste una singolare specificità temporale nella celebrazione della festa. Nella celebrazione della festa viene abolito il passare, domina un altro tempo, è insito qualcosa che non passa. L’analogia tra arte e la festa sussiste nell’analogia come la descrive Hans-Georg Gadamer: “l’essenza dell’esperienza temporale dell’arte consiste nell’imparare a indugiare. Ciò è forse la contropartita a noi adeguata, cioè finita, di ciò che si chiama eternità”.
Terminata la tela – ma non la quarantena, protratta – mi piace pensare che questa sia cresciuta in un tempo diverso e, non ancora esposta, viva in un limbo, sottratta sia al suo valore culturale che al successivo valore, quello espositivo. Il quotidiano, scandito da giorni straordinariamente simili dove mi rendo conto solo del mio trapasso nell’aggiornamento quotidiano evolutosi sulla tela, è stato segnato anche dall’appuntamento delle lezioni libere di disegno della Scuola di Santa Rosa, scuola ideata da me e Luigi Presicce tre anni fa che si presta ogni santo martedì, a Firenze. In occasione degli eventi eccezionali di clausura forzata abbiamo esteso questo momento in modo che tutti possano partecipare disegnando liberamente di martedì, dalle 10:30 fino alle 13 per poi raccogliere e pubblicare gli esercizi su una pagina creata per l’occasione su Instagram.

– Francesco Lauretta

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Aldo Premoli
Milanese di nascita, vive a Noto e Cernobbio. E poi New York, dove lavorano i suoi figli. Tra il 1989 e il 2000 dirige “L’Uomo Vogue”. Nel 2001 fonda Apstudio e fornisce consulenze ad aziende e associazioni industriali italiane e straniere. Ha tenuto conferenze in tre continenti per Ice, Anci e Aimpes e curato esposizioni che fanno da ponte tra arte e moda. Tra il 2013 e 2014 dirige “Tar magazine”, rivista di arte, scienza ed etica. Attualmente è blogger di “Huffington Post”, columnist de “Linkiesta” e direttore della piattaforma hyper local "SudStyle". Curatore indipendente di mostre che fanno da ponte tra arte e scienza. In Sicilia ha fondato “Mediterraneo Sicilia Europa onlus”, in Lombardia “La Cernobbina Art Studio”. Svolge attività di visiting professor per accademie del nord come del sud della Penisola.