Ri-prese è il nome che Giuseppe Ferrari e Nicoletta Traversa hanno dato, oramai sette anni fa, a un progetto molto particolare. Nata con la volontà di conservare il patrimonio audiovisivo privato dei cittadini veneziani, l’iniziativa ha presto assunto la forma di un archivio di filmini amatoriali che attraversano tutto il Novecento: dagli anni Venti fino agli anni Novanta. Nonostante la meticolosa conservazione di tutto il materiale, l’inaspettato innalzamento dell’acqua lagunare – che ha recentemente messo in ginocchio la Serenissima – ha comunque danneggiato parte della raccolta, rischiando di mettere a repentaglio tutto il lavoro che Ri-prese svolge dal 2012. Fortunatamente, il disastroso evento si è abbattuto solamente su una parte di tutta l’attrezzatura custodita, senza risparmiare però alcuni dispositivi, come cineprese e proiettori, oltre che pellicole datate dal 1949 fino agli anni Ottanta.
Consapevoli dell’inestimabile valore socioculturale insito in ogni documento, Ferrari e Traversa hanno avvertito la necessità di chiedere il sostegno collettivo per poter evitare che catastrofi simili intacchino, nuovamente, qualcosa di così fondamentale come la memoria di una città. Oltre al ripristino degli ambienti e al restauro delle pellicole, una pratica necessaria per garantire la salvaguardia di tutto il materiale audiovisivo, è sicuramente la digitalizzazione dei filmati, processo che però ha un costo troppo elevato per poter essere sostenuto esclusivamente dai due fondatori del progetto.
Perdere irrimediabilmente tutti questi documenti, così autentici e spontanei, significherebbe smarrire l’identità di una comunità intera. Per questo motivo nasce la campagna di crowdfunding: una richiesta d’aiuto atta non solo alla valorizzazione di ricordi e testimonianze uniche, ma soprattutto a far sapere che, malgrado gli incessanti soprusi subiti (principalmente di natura politico amministrativa), Venezia è ancora viva e non è per nulla intenzionata a smettere di resistere.

– Valerio Veneruso

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Valerio Veneruso
Esploratore visivo nato a Napoli nel 1984. Si occupa, sia come artista che come curatore indipendente, dell’impatto delle immagini nella società contemporanea e di tutto ciò che è legato alla sperimentazione audiovideo. Tra le mostre recenti: la personale RUBEDODOOM – Per tutti e per nessuno (Metodo Milano, Milano, a cura di Maurizio Bongiovanni, 2020) e le collettive, Existance Resistence (mostra virtuale su Instagram a cura di Giovanna Maroccolo e Patrick Lopez Jaimes, 2022), The Struggle is Real (Green Cube Gallery e Fondazione Spara, a cura di Clusterduck, 2021), Rifting (a cura di Federico Poni e Federica Mirabella per la quinta edizione di The Wrong Biennale, 2021), ISIT.exhi#001 (Spazio In Situ, Roma, a cura di ISIT Magazine, 2021), e Art Layers (progetto espositivo su Instagram curato da Valentina Tanni per il decennale di Artribune). Tra le principali esperienze curatoriali: lo screening video Melting Bo(un)d(ar)ies (Cappella di Santa Maria dei Carcerati, Palazzo Re Enzo, Bologna, 2022), il progetto di newsletter mensile IMMAGINARIA – Un altro mondo (per l’arte è possibile (commissionato dall’Associazione culturale di arte contemporanea TRA – Treviso Ricerca Arte, 2020/2021), le mostre collettive Le conseguenze dell’errore (TRA Treviso Ricerca Arte, 2019), e L’occhio tagliato (Casa Capra, Schio, 2018) e il ciclo di incontri TorchioTalks – Dialoghi tra arte grafica e arte contemporanea e la relativa esposizione collettiva TorchioFolks (atelier Palazzo Carminati della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, 2015/2016). È inoltre fondatore, insieme a Davide Spillari, del progetto editoriale BANANE FANZINE e co-curatore delle prime due edizioni del festival di arti interattive Toolkit Festival (Venezia, 2011 – 2012).
Ha collaborato con diverse realtà editoriali come Kabul Magazine e NOT. Attualmente vive tra Torino e il web.