L’eredità architettonica di Zaha Hadid raccontata in un documentario

A un anno dalla scomparsa, il documentario “Zaha: An Architectural Legacy”, diretto da Jim Stephenson per The Architects' Journal, analizza la carriera della progettista individuando le cinque fasi salienti che hanno segnato la crescita del suo studio

Dopo la diffusione del trailer in occasione della Giornata internazionale della donna, nel primo anniversario della scomparsa di Zaha Hadid, avvenuta improvvisamente a Miami il 31 marzo 2016 in seguito a un arresto cardiaco, The Architects’ Journal – “the voice of architecture in Britain” – ha reso accessibile sul proprio canale You Tube il documentario Zaha: An Architectural Legacy. Prodotto da Laura Mark e diretto da Jim Stephenson, il film riunisce interviste e racconti dei progetti che hanno maggiormente inciso nella produzione Hadid; tra questi non poteva mancare il Maxxi di Roma. A ricordare la progettista, oltre al collega di lungo corso Patrik Schumacher, sono stati scelti gli architetti Eva Jiricna e Nigel Coates, l’urbanista Ricky Burdett, la caporedattrice di AJ Christine Murray e l’ingegnere Hanif Kara.
In seguito alla sua scomparsa, il dibattito sul futuro dello studio da lei fondato e guidato, con sede a Londra, ha spesso avuto il sopravvento rispetto alle questioni di carattere strettamente architettonico. Ad alimentarlo hanno contribuito alcune dichiarazioni dell’attuale direttore Schumacher e le divergenze emerse tra lui e i dipendenti di ZHA: una distanza di visione divenuta di pubblico dominio con la diffusione a mezzo stampa dall’ormai celebre lettera aperta, nel novembre 2016. In parallelo, gli omaggi internazionali alla progettista Pritzker Prize 2004 non sono mancati: dalla prima retrospettiva postuma a Venezia, promossa dalla Fondazione Berengo a pochi mesi dalla scomparsa, alla grande mostra alla Serpentine Sackler Gallery di Londra, fino all’imminente Zaha Hadid e l’Italia, al via al Maxxi di Roma il 23 giugno 2017.

– Valentina Silvestrini

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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