Our Fires: Plurabelle e Mattis Dovier. Inquietudini electro-pop, tra Francia e Romania

A metà tra atmosfere cupe e vivaci ritmi dance, il duo electro-pop Plurabelle sforna Our Fires, nuovo singolo accompagnato da un’animazione di Mattis Dovier. Una storia a tinte fosche, tra Twin Peaks e le illustrazioni di Charles Burns

Ipnotica, ossessiva, clinica, crepuscolare, di fuoco e di bit. La musica di Plurabelle, duo di Bucarest, composto dai rumeni Alex Bala e Cristian Fierbinteanu – quest’ultimo impegnato anche col progetto sperimentale Fierbinteanu – gravita nel campo dell’electro-synth-pop, con incursioni tra house ed electro. Atmosfere aliene screziate di venature dark, ma senza scivolare troppo tra miasmi psycho-decadent. Godibili, suggestivi, con una certa magia che incolla agli speaker. C’è qualcosa di vampiresco e insieme di scanzonato, in questa strana coppia rumena, a cui piace giocare con l’inquietudine inzuppandola di ironia dance, con sporadiche note romantiche qui e là.
Ultimissima release, per l’etichetta indipendente Stellar Kinematics, con base a Parigi e Bordeaux, è l’LP Phantom Pyramid, uscito lo scorso 16 giugno e trainato dal singolo Our Fires. E a proposito di tramature dark, questo brano assolutamente notturno punta tutto su simbolismi esistenziali ed evocazioni oscure, ricorrendo però a un immaginario horror-pop. Un’altra chicca dopo l’altrettanto cupa Lindo, accompagnata da un videoclip di Bogdan Stamatin, finito tra le selezioni ufficiali dell’European Independent Film Festival 2014.

Our Fires

Our Fires

A metterci lo zampino stavolta è l’ottimo Mattis Dovier, disegnatore, animatore e illustratore francese, che col suo tratto fumettistico secco, fatto di bianchi e neri vintage – e il riferimento al grande Charles Burns è d’obbligo – assegna ai suoni di Plurabelle un’azzeccatissima sequenza video, intrigante a dir poco. Così, mentre avanzano sinistre correnti elettroniche,  si susseguono scene intrise di erotismo, paure ancestrali, stralci di cronaca nera, passaggi tra la vita e la morte: tarocchi, candele, cottage di provincia, biciclette sul ciglio della strada, rituali satanici e vittime sacrificali, omicidi, incendi, cadaveri, occhi spalancati, teschi umani che diventano fiori. Un poema tragico e un po’ grottesco, raccontato come un b-movie, un film di Lynch o un manga underground, in perfetto pixel art style, tra stop motion ed estetica da videogame. E intanto tutto scorre, inesorabilmente: suoni, visioni, rivoli di sangue e nuove germinazioni vitali.

Helga Marsala

www.stellarkinematics.com

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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