Ugo Mulas e la fotografia. A Parigi

Fondazione Henri Cartier-Bresson, Parigi – fino al 24 aprile 2016. Uno dei maestri della fotografia italiana approda nel cuore della Ville Lumière. Con una grande rassegna espositiva che testimonia finalmente l’interesse estero nei confronti di un autore di rilievo, ma ancora poco conosciuto oltre i confini nazionali.

TRA INFORMAZIONE E POESIA
La monografica parigina presenta al pubblico una sessantina dei più iconici scatti realizzati da Ugo Mulas (Pozzolengo, 1928 – Milano, 1973), dai ritratti degli artisti italiani e newyorchesi, al “fotoreportage” d’autore della Biennale di Venezia del ’54 – di cui Mulas fu fotografo ufficiale – per concludere con le immancabili Verifiche, vero testamento artistico che riflette sulla pratica stessa del fare fotografia, interrogandosi sulle sue intenzioni e finalità.
Delle fotografie di Mulas colpisce innanzitutto una riuscita commistione tra informazione, vena poetica e indagine interiore. Ciascuno dei ritratti possiede un altissimo grado di penetrazione psicologica, ma si tratta di immagini che schivano volontariamente l’intento di creare dei “ritratti classici, dei bei ritratti”; ciò che interessa è “dare un’idea del personaggio attraverso il risultato del suo lavoro”, o immortalando il personaggio stesso mentre cammina, legge, ride, in sostanza mentre vive e impersona se stesso senza sforzo di fronte all’obiettivo. Così Alexander Calder salta giocosamente attorno ai suoi Mobiles, Duchamp fuma pensieroso nel suo appartamento, Fontana taglia la tela e poi indietreggia di fronte all’opera compiuta.

Ugo Mulas, Andy Warhol, Philip Fagan e Gerard Malanga, New York, 1964 © Estate Ugo Mulas, Milano – courtesy Galleria Lia Rumma, Milano-Napoli

Ugo Mulas, Andy Warhol, Philip Fagan e Gerard Malanga, New York, 1964 © Estate Ugo Mulas, Milano – courtesy Galleria Lia Rumma, Milano-Napoli

UN LIBRO STORICO
Le fotografie presenti in mostra compaiono anche nel libro La Fotografia, opera unica dal taglio al tempo stesso autobiografico e documentario, in cui Mulas ritorna sugli avvenimenti nodali della sua carriera, aprendo delle finestre privilegiate su eventi storici vissuti e immortalati in prima persona.
Intessendo un racconto sia narrativo che fotografico, una luce inaspettatamente umana cala su molti dei mostri sacri che siamo abituati a incontrare solo nelle sale di un museo. Si coglie l’atmosfera festosa di un’importante rassegna ufficiale come la Biennale, o si instaura un dialogo diretto con l’uomo (e non la celebrità), come negli scatti, incredibilmente intimi e intensi, del volto di Alberto Giacometti.

FOTOGRAFIA E ARTE
Lo sguardo di Mulas, contemporaneamente acuto e discreto, getta nuovi significati sui temi dell’amicizia, dell’attesa, della ricerca artistica e dei suoi rituali. Lucido e lirico anche quando guarda a soggetti inanimati come la città, e a coloro che la vivono, Ugo Mulas ha prodotto immagini dall’innegabile valore storico e artistico. Non si può in questo senso non citare le fotografie che hanno per soggetto il milanese Bar Jamaica, frequentato, tra gli altri, anche da Piero Manzoni, Carlo Bavagnoli e Luciano Bianciardi.
Una mostra di alto livello sotto tutti i profili, che rende giustizia a uno dei migliori fotografi italiani del Novecento. Per l’occasione il libro La fotografia è stato tradotto in francese ed edito in un formato identico alla versione originale del 1973.

Giulia Kimberly Colombo

Parigi // fino al 24 aprile 2016
Ugo Mulas – La Photographie
FONDATION HENRI-CARTIER BRESSON
Impasse Lebouis 2
+33 (0)1 56802700
[email protected]
www.henricartierbresson.org

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