
TRA INFORMAZIONE E POESIA
La monografica parigina presenta al pubblico una sessantina dei più iconici scatti realizzati da Ugo Mulas (Pozzolengo, 1928 – Milano, 1973), dai ritratti degli artisti italiani e newyorchesi, al “fotoreportage” d’autore della Biennale di Venezia del ’54 – di cui Mulas fu fotografo ufficiale – per concludere con le immancabili Verifiche, vero testamento artistico che riflette sulla pratica stessa del fare fotografia, interrogandosi sulle sue intenzioni e finalità.
Delle fotografie di Mulas colpisce innanzitutto una riuscita commistione tra informazione, vena poetica e indagine interiore. Ciascuno dei ritratti possiede un altissimo grado di penetrazione psicologica, ma si tratta di immagini che schivano volontariamente l’intento di creare dei “ritratti classici, dei bei ritratti”; ciò che interessa è “dare un’idea del personaggio attraverso il risultato del suo lavoro”, o immortalando il personaggio stesso mentre cammina, legge, ride, in sostanza mentre vive e impersona se stesso senza sforzo di fronte all’obiettivo. Così Alexander Calder salta giocosamente attorno ai suoi Mobiles, Duchamp fuma pensieroso nel suo appartamento, Fontana taglia la tela e poi indietreggia di fronte all’opera compiuta.

UN LIBRO STORICO
Le fotografie presenti in mostra compaiono anche nel libro La Fotografia, opera unica dal taglio al tempo stesso autobiografico e documentario, in cui Mulas ritorna sugli avvenimenti nodali della sua carriera, aprendo delle finestre privilegiate su eventi storici vissuti e immortalati in prima persona.
Intessendo un racconto sia narrativo che fotografico, una luce inaspettatamente umana cala su molti dei mostri sacri che siamo abituati a incontrare solo nelle sale di un museo. Si coglie l’atmosfera festosa di un’importante rassegna ufficiale come la Biennale, o si instaura un dialogo diretto con l’uomo (e non la celebrità), come negli scatti, incredibilmente intimi e intensi, del volto di Alberto Giacometti.
FOTOGRAFIA E ARTE
Lo sguardo di Mulas, contemporaneamente acuto e discreto, getta nuovi significati sui temi dell’amicizia, dell’attesa, della ricerca artistica e dei suoi rituali. Lucido e lirico anche quando guarda a soggetti inanimati come la città, e a coloro che la vivono, Ugo Mulas ha prodotto immagini dall’innegabile valore storico e artistico. Non si può in questo senso non citare le fotografie che hanno per soggetto il milanese Bar Jamaica, frequentato, tra gli altri, anche da Piero Manzoni, Carlo Bavagnoli e Luciano Bianciardi.
Una mostra di alto livello sotto tutti i profili, che rende giustizia a uno dei migliori fotografi italiani del Novecento. Per l’occasione il libro La fotografia è stato tradotto in francese ed edito in un formato identico alla versione originale del 1973.
Giulia Kimberly Colombo
Parigi // fino al 24 aprile 2016
Ugo Mulas – La Photographie
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