Conosciuto per i suoi interventi luminosi negli spazi pubblici, stavolta Arthur Duff (Wiesbaden, 1973) è sceso a patti con le definite architetture della galleria veneziana, trasformandole nel primo interlocutore delle sue opere. Modulate sul rapporto primordiale fra luce e ombra, tra materia e forma, le installazioni di Duff innescano una catena di affascinanti cortocircuiti visivi, spingendo lo sguardo a rincorrere un inarrivabile punto di ancoraggio. Il laser verde che sembra trafiggere l’agglomerato di pietra lavica e plastilina alla base di Things with beginnings fa assumere al proprio bersaglio una consistenza quasi malleabile, a dispetto della sua reale composizione. Lo stesso meccanismo di interferenza visiva pervade Things with endings – un reticolo di neon vermiglio inguainato nel poliestere che corre sulla parete, come la forza primigenia del sangue attraverso le vene. Inizio e fine si stemperano l’uno nell’altra, erodendo il contorno della loro definizione e quello delle abitudini percettive, messe in scacco dalla strategica alleanza tra interferenza e materia.
Arianna Testino
Venezia // fino al 16 gennaio 2016
Arthur Duff – Things with endings
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