Ingres esordisce in Spagna. Finalmente

Museo del Prado, Madrid – fino al 27 marzo 2016. Per gli spagnoli è un’autentica primizia. La grande antologica di Ingres presenta per la prima volta nella capitale settanta capolavori mai visti in Spagna. Dalla “Gran Odalisca” al “Bagno Turco”, dal celebre ritratto di Monsieur Bertin al monumentale omaggio a Napoleone imperatore.

INGRES E MADRAZO, IN UN CONFRONTO INEDITO
Grazie al contributo fondamentale del Museo del Louvre, è visibile a Madrid la raffinata mostra, a lungo attesa, dedicata a Jean-Auguste-Dominique Ingres (Montauban, 1780 – Parigi, 1867), straordinario ritrattista dell’epoca romantica, fra gli artisti più apprezzati e influenti del XIX e XX secolo.
La curiosità è che, in tutta la penisola iberica, non esiste una sola opera di Ingres in un museo o in una collezione pubblica. Eppure il pittore francese non solo ispirò gran parte dell’avanguardia del Novecento, come Picasso e Dalí, ma influenzò anche i suoi contemporanei spagnoli, come Federico de Madrazo, anch’egli maestro del ritratto, la cui opera occupa oggi il pianterreno del Prado, offrendo al visitatore un raffronto insolito ma convincente fra diverse tipologie dell’universo femminile dell’epoca. Si veda, non a caso, la bellissima Contessa di Vinces di Madrazo, simbolo della collezione del Prado del XIX secolo, in parallelo con la straordinaria Contessa d’Haussonville dipinta da Ingres negli stessi anni e proveniente dalla Frick Collection di New York.

IL FASCINO DELL’ANTICO
Sono senza dubbio le donne le vere protagoniste dell’arte di Ingres, che per scelta di temi e stili pittorici sfugge a generiche classificazioni accademiche. Formatosi giovanissimo all’ombra del padre, fu allievo di David, il pittore della rivoluzione; grazie alla vittoria del Gran Prix di Roma nel 1801, trascorse una lunga tappa di formazione in Italia, prima all’Accademia di Francia (1806-1810) e poi, fino al 1820, tra Roma e Firenze al servizio di Napoleone.
In Italia si immerse tra i resti dell’antichità, che ispirarono la sua opera di stampo neoclassico, si nutrì del fascino estetico di Raffaello e trasse dalla cultura greca, romana e rinascimentale la fonte letteraria per molti dei suoi capolavori anche più tardi, ispirati alla mitologia, all’opera di Omero e di Virgilio, ma anche di Ariosto.
Degli esordi sono presenti in mostra alcuni ritratti e gli statuari torsi maschili della fase accademica e il neoclassico Achille riceve gli ambasciatori di Agamennone, che gli valse il premio nel 1801 per il dominio assoluto dei modelli antichi.

Jean-Auguste-Dominique Ingres, Napoleone I sul trono imperiale, 1806 - Musée de l'Armée, Parigi

Jean-Auguste-Dominique Ingres, Napoleone I sul trono imperiale, 1806 – Musée de l’Armée, Parigi

UN RITRATTISTA SOCIOLOGICO E ICONICO
Alla ricerca perenne della bellezza ideale, Ingres dovette però, soprattutto nella prima parte della sua lunga carriera, conformarsi con il mestiere di ritrattista da camera, che considerava poco esaltante; mestiere nel quale eccelse senza dubbio nella maturità, offrendo una ricostruzione perfetta dell’ambiente sociale e di costume della Francia del XIX secolo e una forma di realismo psicologico fatto di piccoli ma straordinari dettagli.
Prima di Napoleone, Ingres dipinse infatti i volti di molti suoi contemporanei, ricchi nobili, borghesi e uomini di potere, ma soprattutto dame eleganti e sensuali: come la bellissima Madame Rivière con i suoi boccoli neri, la più timida ma affascinante Madame de Senonnes, con gli abbondanti gioielli e la scollatura velata, o ancora la conturbante ma sconosciuta cortigiana detta La Belle Zélie, oggi custodito al Museo di Rouen. Sono ritratti che risentono dei modelli italiani del Rinascimento, con influenza fiamminga nei colori e un pizzico di mistero gotico nei dettagli e delle posture.
Diversi per iconografia, invece, i ritratti ufficiali che Ingres fece a Napoleone in due momenti emblematici dell’ascesa, creando vere e proprie icone della sua immagine: in veste di primo console, nel 1803 a Liegi – nella celebre posa con la mano sinistra posta sotto la marsina, all’altezza del cuore – e nella solennità dell’imperatore in trono, solitario e statuario, nel 1806, contornato dai simboli eterni del potere assoluto.

LA DONNA, IL SUO CORPO, IL SUO SGUARDO
È il corpo femminile, infine, con le sue curve come forme perfette, a esaltare la fantasia di Ingres, spingendolo a dipingere capolavori come La gran Odalisca, Ruggiero libera Angelica e il Bagno Turco, tutti prestiti del Louvre a Madrid. Oltre alla generica passione ottocentesca per mondi esotici e per le cosiddette turcherie (amate tra gli altri anche da compositori come Mozart e Rossini), nel pittore francese c’è una autentica devozione per l’universo femminile, una libera interpretazione dei nudi classici, che non hanno però un canone fisso né un’estetica accademica, ma rivelano una pura carica erotica: sono un invito diretto al piacere sessuale. Lo stesso piacere che traspare nascosto tra le pieghe dei più “coperti” ritratti femminili della maturità: immagini sofisticate di donne altolocate che rivelano la propria naturale attitudine alla seduzione attraverso gli sguardi languidi, i dettagli della postura, i gioielli, le stampe e i tessuti degli abiti, le pettinature e persino la scelta degli oggetti d’arredamento che le circondano. Un autentico e preziosissimo catalogo della storia del costume della Francia del XIX secolo.
Per un piccolo assaggio della mostra, si può navigare anche nella nuova pagina web del Museo del Prado, avventura multimediale dedicata agli appassionati dell’arte.

Federica Lonati

Madrid // fino al 27 marzo 2016
Ingres
MUSEO DEL PRADO
Calle Ruiz de Alarcón 23
[email protected]
www.museodelprado.es

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Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

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