Un miniaturista del Novecento. Ugo Guarino a Trieste

Museo Revoltella, Trieste – fino all’11 ottobre 2015. Ha incantato Dino Buzzati, intrigato Indro Montanelli, spalleggiato Franco Basaglia. E ha divertito milioni di lettori. Trieste, sua città natale, dedica a Ugo Guarino una mostra che per la prima volta fa scoprire tutti gli aspetti del suo spirito sfaccettato. Tra le vignette per il Corriere della Sera, dipinti, sculture e fotografie che lo ritraggono all’opera.

A PARTIRE DA UN LIBRO CORRAINI
Prima della mostra, il delizioso volume L’alfabeto essenziale di Ugo Guarino, uscito per i tipi di Corraini con un titolo che richiama la definizione di “guarinico”, com’è stato definito da Raffaele Fiengo nel 1993 il nuovo linguaggio, sagace e immediato.
Un libro che raccoglie una piccola selezione dell’immensa produzione di disegni e opere d’arte di Ugo Guarino (Trieste, 1927), affiancandole ad approfondimenti sulla sua vita, a testimonianze di chi ha collaborato – o assistito – alle sue imprese e infine a un’antologia di testi di critici e colleghi.

SUL CORRIERE DELLA SERA, A FIANCO DI MONTANELLI
Molti ricordano Guarino per le piccole illustrazioni – e non sembri azzardato il confronto con le elegantissime miniature medievali che in un piccolo spazio sintetizzavano un lungo testo scritto – che puntualmente uscivano a corredo della rubrica La stanza di Indro Montanelli sul Corriere della Sera dal 1995 al 2001, fino alla scomparsa del giornalista; i suoi personaggi, le sue scenette hanno affiancato anche gli articoli del Corriere Medico.
Proprio da questo sterminato corpus di immagini, la Fondazione Corriere della Sera ha intrapreso la catalogazione delle opere di Guarino, partendo da quelle in suo possesso per poi acquisire l’archivio privato dell’artista e inventariarlo con un lavoro lungo e complesso. Guarino non è solo illustratore: dopo decenni di quasi totale oblio si è riscoperta l’ampia produzione pittorica – quella che è rimasta: come per altri generi, molto è perduto –, si sono recuperate le sculture di metallo, si sono messe in ordine le fotografie che documentano la sua lunga vita.

Ugo Guarino, La stanza di Montanelli, 1996

Ugo Guarino, La stanza di Montanelli, 1996

UGO GUARINO E FRANCO BASAGLIA
Di Ugo Guarino è noto l’impegno, nella sua Trieste, con Franco Basaglia: inizia a collaborare con il manicomio nel 1972, nel momento in cui si pongono le basi della grande rivoluzione che “libererà i matti” (“La libertà è terapeutica” è uno slogan guarinico che segna un’epoca).
L’artista entra nelle stanze dove i degenti sono parcheggiati senza speranza e dà il via al progetto Arcobaleno: per la prima volta i pazienti hanno modo di esprimersi tramite pennarelli e matite, fogli e cartelloni su cui manifestare la propria umanità, i propri bisogni e desideri. Nel 1975 Guarino organizza la mostra I Testimoni, un’installazione realizzata con i serramenti dell’ospedale, con porte e finestre che per tanti anni hanno segregato persone, annullandone la dignità.

LA RETROSPETTIVA COME PRIMO PASSO
Certo non è un’impresa facile organizzare una prima retrospettiva su un personaggio multiforme, riservatissimo quanto acuto, la cui satira è talvolta tagliente (non si dimentichi il suo Cuore illustrato), altre volte si declina in un’ironia quasi tenera, mettendo a fuoco gli scenari metropolitani, i simulacri futuribili e quasi mostruosi fatti con gli scarti meccanici, i dipinti murali e gli esperimenti editoriali.
La selezione di opere sfiora tutto ciò, dà uno sguardo d’insieme che per ovvie ragioni non può essere che un assaggio, e che lascia la voglia di scoprire tutto il resto di quel che è Ugo Guarino.

Marta Santacatterina

Trieste // fino all’11 ottobre 2015
Ugo Guarino
a cura di Silvia Magistrali e Francesca Tramma
CIVICO MUSEO REVOLTELLA
Via Diaz 27
040 6754350
[email protected]
www.museorevoltella.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/46150/ugo-guarino-lalfabeto-essenziale/

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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