Oscar Wonka e la fabbrica di cioccolato. Il debutto newyorchese di Oscar Murillo

David Zwirner Gallery, New York - fino al 14 giugno 2014. Ricostruire una fabbrica colombiana dentro una potente galleria della Grande Mela. Per parlare di globalizzazione e immigrazione. Il baby boomer Oscar Murillo alla prima prova da “dipendente” di Zwirner.

Quando lo scorso settembre David Zwirner ha annunciato che Oscar Murillo (La Paila, 1986) si sarebbe unito al suo roster di artisti, scetticismo misto a curiosità ha pervaso il mondo dell’arte. Da una parte, il giovane artista colombiano è uno dei protagonisti del “baby boom” che negli ultimi anni ha visto stime e risultati (soprattutto d’asta) di giovani fenomeni aumentare di decina in decina, senza nessun sostanziale cambiamento nello stile stesso dell’artista. Dall’altra, il gallerista che lo scorso anno ha “sottratto” Jeff Koons a Gagosian vanta numeri da luna park quanto a visitatori – come per la famosa Infinity Room di Yayoi Kusama allestita a ottobre – riuscendo allo stesso tempo a mantenere un’alta qualità negli show presentati.
Il risultato di questa joint-venture è una spettacolare installazione che vede il project space di Zwirner situato sulla 19th street trasformarsi in una filiale funzionante della Colombina, una delle maggiori food company produttrici di cioccolato in Colombia ed esportatrici di dolciumi negli Usa.

Oscar Murillo da David Zwirner

Oscar Murillo da David Zwirner

Riproducendo fedelmente la fabbrica in cui gran parte della sua famiglia ha lavorato per generazioni, Murillo intende mescolare il proprio vissuto personale a una riflessione sia sulla globalizzazione da un punto di vista commerciale e culturale che alle relazioni fra individui e comunità, all’importanza delle proprie origini in riferimento al tema dell’immigrazione. In particolare, i visitatori della mostra sono invitati a “ prendere i dolciumi e condividerli in giro per i quartieri della città, sia a piedi che in bici, in taxi, in metro, in autobus ecc., così da rappresentare tutti i mezzi di trasporto tipici di New York e la varietà della sua comunità”.
L’installazione in sé è un esperimento interessante, esteticamente ben costruita e corredata di video, foto e una serie di disegni su confezioni di Moët & Chandon, il cui legame con il tema della mostra rimane tuttavia oscuro. Così come rimane il dubbio di come un ipotetico “sharing” di dolciumi possa sollevare una qualsiasi questione o riflessione su globalizzazione e immigrazione. E quel retrogusto di scetticismo rimane nei cioccolatini al burro di arachidi.

Ludovica Capobianco

New York // fino al 14 giugno 2014
Oscar Murillo – A Mercantile Novel
DAVID ZWIRNER
519 West 19th Street
+1 (0)212 7272070
[email protected]
www.mercantilenovel.com

 

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