
Nel 2009, nelle sale dello Studio Guenzani, traslitterando il titolo di un romanzo di West, First Person Plural, Patrick Tuttofuoco (Milano, 1974; vive a Berlino) aveva dato vita a una personale che legava, dissimulandoli, elementi totemici e segnali destabilizzanti, sottratti al quotidiano. A cinque anni di distanza, allestisce nei medesimi spazi un progetto visuale più netto, dal titolo Ambaradan. Percorso tripartito, dalla spiccata autonomia e piacevolmente irriverente. I volti plastificati nel vento (Sarmata, Yellow, 2014; oppure Parto, Orange 2014) rievocano le maschere totemiche da sempre presenti nell’immaginario di Tuttofuoco. Ma gli elementi di terra, che, per contrappunto, trasformano le urla in volti di dei dell’aria, oggi hanno cambiato volume, ruolo e aspetto. Uno scooter Xmax riverso su un fianco; una mano al neon segnaletico e un Ronald McDonald attorto raccontano i sogni dispersi di cittadini atei. Allo stesso modo, Ambaradan invade sia la galleria sia due spazi esterni, che esulano dal contesto dell’arte, ma che si sono tuttavia lasciati coinvolgere in un processo di negoziazione e scambio, cedendo all’artista alcuni loro oggetti-simbolo, esposti in galleria per la durata della mostra.
Ginevra Bria
Milano // fino al 17 maggio 2014
Patrick Tuttofuoco – Ambaradan
STUDIO GUENZANI
Via Eustachi 10
02 29409251
[email protected]
www.studioguenzani.it