Kalinda e la preghiera al contrario

Kalinda è magenta, Kalinda è una bruciatura sugli occhi, Kalinda è un teschio di animale. Anche negli spazi minimal della galleria Un_Type, lo street artist riesce a dare potenza ai piccoli disegni, alle foto e all'unica, suggestiva, opera a parete. A Parma, fino al 21 luglio.

Dissacrante, onirico e inquietante, James Kalinda (Ponte dell’Olio, 1981; vive a Parma) costruisce il suo nuovo percorso su un bisillabo di saluto: Ave racchiude la forza dello spirito, l’estasi dell’apparizione, la solennità della celebrazione. Dopo i progetti di appropriazione di muri abbandonati, di grandi superfici destinate alla demolizione che l’artista da anni ricopre di zombie e varie mostruosità, di immagini di carcasse di animali, di disfacimenti condivisi con l’amico Centina, Kalinda cancella e fa sanguinare gli occhi di ragazzine fotografate nel giorno della prima comunione, rimuove i volti del ritratto di famiglia, colpisce allo stomaco con teschi cappelluti e infine incombe con un corpo avvolto in un sudario e galleggiante in un mare nero. Mostri si nasce o si diventa, dice una sua opera, un’ammonizione che rivela le paure più profonde.

Marta Santacatterina

Parma // fino al 21 luglio 2013
James Kalinda – Ave
UN_TYPE
Strada San Nicolò 7
0521 206076
[email protected]  
www.untype.it

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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