Anche Getty Images entra in guerra contro l’Intelligenza Artificiale

La storica media company ha fatto causa a Stability AI perché ha usato le sue foto per addestrare il proprio generatore di immagini “violando sfacciatamente la proprietà intellettuale”

Anche Getty Images è entrata ufficialmente in guerra contro l’Intelligenza Artificiale. A spingere la storica media company a unirsi agli artisti che da mesi attaccano i generatori di nuove immagini online (adoperando però vecchie immagini autoriali) è sempre lo stesso nodo gordiano: l’utilizzo di immagini protette dal diritto d’autore per il loro allenamento. In questo caso, il generatore della compagnia Stability AI, Stable Diffusion, è stato allenato con milioni di foto della Getty coperte da copyright. Così è partita la causa, depositata presso il tribunale del Delaware la settimana scorsa, nel cui testo si legge che secondo Getty, Stability AI ha messo in atto una “violazione sfacciata della proprietà intellettuale di Getty Images su scala sbalorditiva” dal momento che ha “copiato 12 milioni di immagini per addestrare il suo modello di intelligenza artificiale senza permesso o compenso”, per poi fare “attività concorrente”.

GETTY IMAGES RIVENDICA UNA VIOLAZIONE DEL COPYRIGHT

La formula utilizzata da Getty Images sul “permesso o compenso” potrebbe suonare familiare. È infatti la stessa utilizzata in una causa intentata da tre artiste poche settimane fa, tutt’ora in corso, contro una serie di compagnie (inclusa la stessa Stability AI) per un simile utilizzo della propria arte. Al centro della disputa c’è sempre un vuoto legislativo: non è infatti ancora normato come legale né illegale l’atto di scavalcare il copyright di un’opera d’arte per istruire un’Intelligenza Artificiale. Da un lato, gli autori e i possessori delle opere non giustificano l’utilizzo come coperto dal “fair use”, intendendolo come furto e concorrenza sleale, dall’altro le compagnie che sviluppano questi generatori sostengono che le opere fatte dall’AI (spesso disponibili gratuitamente online) sono tecnicamente “nuove” e non accusabili di plagio più di un artista che si ispiri a un altro. La seconda causa in poche settimane lascia pensare che potremmo essere solo all’inizio di una catena di azioni legali in campo artistico, visto anche che la stessa Getty (che è una compagnia angloamericana) sta cercando di replicare la mossa contro Stability AI nel Regno Unito.

Passaggi di diffusione di un'opera creata con l'AI. Photo Benlisquare

Passaggi di diffusione di un’opera creata con l’AI. Photo Benlisquare

BUONE SPERANZE PER LA CAUSA CONTRO STABILITY AI

Stando agli esperti legali che si sono espressi negli scorsi giorni su diverse piattaforme e social, il caso di Getty Images vanta basi più solide rispetto alla prima causa guidata dalle artiste, anche perché meno legata al danno professionale dei creativi e più alla natura commerciale del diritto d’autore. A peggiorare le cose, Getty aveva già concesso in licenza le proprie immagini e i relativi metadati ad altri generatori di arte AI, cosa che ora permette all’azienda di sottolineare il fatto che Stability AI ha intenzionalmente prelevato le foto senza permesso (a volte perfino includendo goffe sfocature del loro celebre watermark). Resta il fatto che si tratta di un territorio inesplorato, con un enorme vuoto legale sull’applicabilità del copyright e la definizione del cosiddetto “transformative use”, che permetterebbe di capire se le immagini create da Stable Diffusion siano abbastanza diverse dai dati iniziali di addestramento per essere considerate “nuove”. Il risultato, che stando alla rivista di settore The Verge potrebbe richiedere anni per arrivare, resta quindi del tutto imprevedibile. Di tutto questo, comunque, sentiremo molto molto parlare.

Giulia Giaume

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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