La Ferragni visita gli Uffizi: un gesto inaccettabile per i follower del museo fiorentino

Da una parte, un museo fiorentino che va in brodo di giuggiole per la visita della celebre influencer, dall’altra gli haters incalliti. Ma tutto questo cosa c'entra con l’arte?

“L’arte è sempre contemporanea”, si sente dire spesso. Allo stesso modo, che piaccia o meno, i musei fanno parte della cultura contemporanea, talvolta con derive pienamente pop: lo hanno dimostrato Beyoncé e Jay-Z, che nel 2018 hanno girato il video Apeshit davanti all’iconica Gioconda e nelle sale del Louvre, mentre è freschissima la notizia di Mamhood che balla tra le sfingi del Museo Egizio di Torino per il nuovo singolo Dorado (e non era la prima volta per il museo torinese!). Ora tocca a Chiara Ferragni, che il 16 luglio si trovava alle Gallerie degli Uffizi di Firenze per uno shooting destinato a una campagna fotografica per Vogue Hong Kong. L’influencer ha visitato il museo la mattina seguente, guidata dal direttore Eike Schmidt, fotografandosi davanti alla Nascita di Venere di Sandro Botticelli e postandolo lo scatto su Instagram. La Ferragni – mito da sfatare – non è stata chiamata appositamente dagli Uffizi per risollevare le sorti del museo e della sua immagine con la propria popolarità, ma si trovava già in zona per fare altro e visto che magari non è una capra come molto odiatori pensano, ha avuto il piacere di vedersi il museo. Del resto, neanche gli shooting di moda all’interno dei musei non sono una novità: basti pensare ai tanti realizzati in Fondazione Prada, sfruttando le architetture di Koolhaas come cornice; come anche alle sfilate all’interno della Fontana di Trevi, per fare qualche esempio più noto.

Eike Schmidt e Chiara Ferragni davanti alla Primavera di Botticelli

Eike Schmidt e Chiara Ferragni davanti alla Primavera di Botticelli

CHIARA FERRAGNI AGLI UFFIZI DI FIRENZE

Vero è che le Gallerie degli Uffizi hanno preso la palla al balzo, approfittando della presenza dell’influencer per fare gli onori di casa e anche di più: oltre alla visita, guidata personalmente da Eike Schmidt, l’ufficio stampa ha rilasciato una nota per raccontare l’accaduto: “la celebre imprenditrice digitale ha voluto concedersi un tour del museo, alla scoperta dei suoi tesori d’arte. Accompagnata dal direttore Eike Schmidt, ha molto apprezzato i dipinti di Botticelli: non solo le superstar Venere e Primavera, ma, soprattutto, Le storie di Giuditta, e L’adorazione dei Magi con autoritratto dell’artista”, si legge. Il museo ha poi postato una storia Instagram in cui la Ferragni invita a visitare gli Uffizi, “one of the most beautiful museums in the worldso come and visit it!”, rivolgendosi in inglese a un pubblico internazionale nonostante l’evidente sparizione del turismo di questi mesi. Infine, l’apologia meno tollerata dagli utenti, è stato un post, ancora sulla pagina Instagram di @galleriedegliuffizi, in cui la didascalia invita a una comparazione tra il canone estetico celebrato nel Quattrocento da Botticelli, attraverso il ritratto di Simonetta Vespucci, e l’internazionale Chiara Ferragni, che nella didascalia si guadagna l’appellativo di “divinità contemporanea nell’era dei social”. In effetti un po’ forzato: sia il contenuto, sia il fatto stesso di dedicare un post.

I commenti sotto il post di Chiara Ferragni alla pagina Instagram @galleriedegliuffizi

I commenti sotto il post di Chiara Ferragni alla pagina Instagram @galleriedegliuffizi

CHIARA FERRAGNI AGLI UFFIZI: I COMMENTI DEGLI HATERS

Mentre sulla pagina della Ferragni sono fioccati cuori e complimenti, la foto analoga postata dalle Gallerie degli Uffizi ha sollevato un’ondata di odio compatto contro il museo e chi lo gestisce. Con parole e posizioni che si possono riassumere in poche categorie:

  1. Quelli del “fatela spostare che mi copre la Venere!” (eppure facilmente googlabile)
  2. Quelli del “vi hanno hackerato il profilo” e del “non ci posso credere, ditemi che è uno scherzo”
  3. Quelli del defollow immediato (annunciato con fermezza e indignazione)
  4. Quelli del “come siete caduti in basso Uffizi”, escludendo a priori che dietro ai musei ci siano strategie di marketing, sponsor, partnership e tutto ciò che possa concorrere alla loro sopravvivenza.

    I commenti sotto il post di Chiara Ferragni alla pagina Instagram @galleriedegliuffizi

    I commenti sotto il post di Chiara Ferragni alla pagina Instagram @galleriedegliuffizi

Immancabilmente, i commenti scadono anche nell’insulto, definendo la Ferragni una “cretina” e “ignorante”, ancora una volta non all’altezza di entrare in un museo. Da notare, che in non pochi dei commenti a difesa dell’Alta Intoccabile Cultura, gli “Uffizzi” vengono scritti con due “z”. Per non parlare di chi prende di mira il suo corpo, criticandone l’abbigliamento poco consono, piuttosto che la sua magrezza o la sua presunta bruttezza. Una nota ironica tra i commenti ce la regala la Fondazione Sandretto col suo social media manager Silvio Salvo, che applaude al post per poi subito infilarsi in una sorta di un buffo dissing con chi ne contesta l’approvazione.

I commenti sotto il post di Chiara Ferragni alla pagina Instagram @galleriedegliuffizi

I commenti sotto il post di Chiara Ferragni alla pagina Instagram @galleriedegliuffizi

IL PUBBLICO DELL’ARTE A DIFESA DELLA CULTURA

Insomma, ci siamo ancora una volta. Gli strenui difensori dell’arte pura e intoccabile che – da veri intellettuali – non solo ritengono inaccettabile qualsiasi contaminazione, ma urlano, insultano, odiano, additano, dimostrando in definitiva tutta la loro ignoranza. Non capendo, stringi stringi, che se davvero vuoi difendere la cultura come dici in primo luogo non ti devi comportare così. Non che si debba essere d’accordo su tutto, beninteso, ma è proprio quando si critica e si contesta che bisogna dimostrarsi all’altezza di spiegare, argomentare, far capire i motivi. Ad esempio: per quale motivo tutto questo odio verso Chiara Ferragni? Forse perché è una imprenditrice di successo che, senza aiuti e con talento e sacrifici, è riuscita nel suo intento?

-Giulia Ronchi

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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