Alessandro Michele strabilia la Milano Fashion Week con la nuova collezione Gucci. Il video

Il giardino dell'alchimista di Gucci apre la fashion week milanese, celebrando la potenza dell'immaginazione contro l'inerzia della realtà. Il racconto della sfilata

GUCCI, PRIMO SHOW NELLA NUOVA SEDE MILANESE

Periferia di Milano, Via Mecenate. Il bar, dove si prende un caffè prima di godersi lo show, non aveva mai visto simili personaggi: si può dire che lo spettacolo inizi lì, tra elegantissimi orientali e carrozzieri in tuta da lavoro.
Gli invitati hanno in mano l’invito, un lp: romantico capolavoro in vinile, dove sul lato A Florence Welch legge Songs of Innocence and Experience di William Blake, sulla musica composta da Armand Amar, mentre sul lato B A$AP Rocky legge La lettera d’amore di Frederick Wentworth ad Anne Elliott, da Persuasione di Jane Austen. “What are we going to do with all this future?”, recita il titolo inciso sul front cover da Coco Capitain.
Gucci ha trasferito parte dei suoi uffici in questa zona di Milano densa di archeologia industriale. Pare quasi Londra, tra mattoncini e tetti a shed. Perfetto per lo stile onirico-cool di Alessandro Michele, che inaugura lo spazio e la fashion week.
Tutti a bocca aperta quando la grande tenda di velluto si alza e svela una serra di vetro: la scatola delle meraviglie del giardiniere alchimista è sormontata dalla piramide egizia, su cui, in alto, il gallo banderuola si muove continuamente per indicare dove va il vento.

SI SFILA IN UNA SERRA, TRA MERAVIGLIOSE CONTRADDIZIONI

“Il Giardino dell’Alchimista”, si legge nello statement, “è un laboratorio antimoderno perché rinnega alcuni dei principi che fondano un certo approccio scientista caratterizzato da rigidità e determinismo. È il luogo dove si supera la logica mortifera della non-contraddizione. In questa cornice dilagano i dualismi (uomo-donna, essenza- apparenza, ombra-luce, immanenza-trascendenza, corpo-spirito, bene-male, interno-esterno), gli approcci classificatori e le rigide separazioni”.
Una metafora spettacolare per far sfilare insieme definitivamente uomo e donna, nella Fall Winter 2017/18. Insetti strani e meravigliosi si muovono in quel contenitore che non è solo una serra: quasi un gate, un luogo di passaggio da dove quelle forme nuove potrebbero tranquillamente scappare.
Tutto è fantasmagorico, come può pensarlo uno spirito creativo geniale, eternamente bambino, libero di usare qualsiasi segno, materia o colore. Il ricamo è sicuramente “il segno” che tocca ogni cosa, benedicendola e tatuandola, come a lasciare sul corpo ricordi ancestrali. Centoventi uscite hanno sfilato per un pubblico internazionale dove, nelle prime file, spiccavano Jared Letho, Charlotte Casiraghi, Livia Firth, Salma Hayek con Francois Henri Pinault e tanti altri.
Saranno certamente rimasti appagati anche quelli che si domandavano “chissà che farà adesso”: certi voli pindarici, certi salti nel vuoto da trapezista della couture, che ricordano Alexander McQueen, fino ad ora erano evidenti ma non perfettamente compiuti. Oggi sono perfetti. Tutto é così perfetto da sembrare un film, una favola concepita da menti e mani italiane. E verrebbe di fare pazzie per quel bomber o quel cappotto col serpente che si morde la coda, simbolo dell’auto rinnovamento Il lusso, oggi, é anche questo.

Clara Tosi Pamphili

www.milanomodadonna.it
www.gucci.com

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Clara Tosi Pamphili

Clara Tosi Pamphili

Clara Tosi Pamphili si laurea in Architettura a Roma nel 1987 con Giorgio Muratore con una tesi in Storia delle Arti Industriali. Storica della moda e del costume, ha curato mostre italiane e internazionali, cataloghi e pubblicazioni. Ideatrice e curatrice…

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