L’artista Stefano Arienti firma l’etichetta di un grande vino piemontese

I Poderi Luigi Einaudi compiono 125 anni e festeggiano con l’edizione speciale Barolo Monvigliero 2018, la cui etichetta è disegnata da Stefano Arienti. Senza dimenticare la sinfonia inedita composta da Ludovico Einaudi che “accompagna” il Dogliani DOCG

I disegni mostrano la silhouette, di volta in volta tratteggiata, puntinata, svirgolata, di un cavallo, in tanti colori diversi. La posa dell’animale è singolare, perché si regge in equilibrio, di profilo, su due colonne. Questa serie di lavori recenti di Stefano Arienti (Asola, 1961), ispirati al grande esempio dei cavalli di Giulio Romano a Palazzo Te a Mantova, vogliono essere nelle sue intenzioni un omaggio alla grande tradizione culturale e visuale italiana. Con il ricorso a questo motivo equestre l’artista ha inteso esprimere un senso di nobiltà, di eleganza, di monumentalità, di armonia, oltre che di grande fisicità. Una forte pregnanza simbolica, dunque, ma riferita a che cosa?

Poderi Luigi Einaudi, Barolo Monvigliero

Poderi Luigi Einaudi, Barolo Monvigliero

LE BOTTIGLIE DI BAROLO DISEGNATE DA STEFANO ARIENTI

In realtà questi disegni non li troveremo appesi in una galleria o in un museo. Essi fanno mostra di sé, in dieci declinazioni diverse, e in venticinque variazioni cromatiche, sul corpo di 8500 bottiglie ‒ oltre che su 250 bottiglie Magnum in una riproduzione numerata e autografata ‒ contenenti un vino che gli esperti non esitano a definire come il più perfetto condensato di equilibrio e di forza, e che la vulgata ha circondato di un’aura di regalità: il barolo. Nel caso specifico si tratta di un vino particolarmente studiato e curato, il Barolo Monvigliero, il nato più recente nella produzione dei Poderi Luigi Einaudi, in un’edizione speciale apprestata in occasione del 125esimo anniversario della loro fondazione.
Più che di “etichetta”, nel caso dei cavalli di Arienti, bisognerebbe parlare di emblema, o di impresa, nel senso inteso dai grandi poligrafi rinascimentali, come un Andrea Alciato o un Paolo Giovio: un sigillo significante, una cifra figurativa e metaforica che contraddistingue, riassume e dichiara un’indole, un carattere, un’educazione. Si parla dell’indole, del carattere e dell’educazione di un prodotto di eccellenza, frutto di tradizione contadina e di avanguardia enologica, risultato di una cultura antica, continuamente affinata e aggiornata. E dietro alla quale si profila una storia straordinaria, che ha avuto modo di intrecciarsi e di fondersi con la storia stessa della nazione italiana.

Poderi Luigi Einaudi, cantina

Poderi Luigi Einaudi, cantina

LA STORIA DEI PODERI LUIGI EINAUDI

Dunque 125 anni: tanti sono passati da quel lontano 1897, quando un Luigi Einaudi ventitreenne e fresco di laurea acquista con i suoi primi guadagni la cascina settecentesca di San Giacomo, nel cuore delle Langhe. Lentamente e pazientemente risanata da una condizione di estremo degrado, essa andrà a costituire il primo nucleo dell’azienda. Qui Luigi Einaudi, anche dopo essere diventato il primo presidente eletto della Repubblica Italiana, tenne sempre il suo studio e la sua biblioteca e si dice che non mancò mai una vendemmia.
Oggi il quartier generale dell’azienda, che è un mosaico di proprietà su territori di eccelsa qualità enologica, è la Cascina Tecc, presso Dogliani, con le sue immense cantine sotterranee ‒quella storica e quella costruita di recente, un gioiello architettonico e tecnologico scavato nel ventre della collina nel rispetto dell’integrità paesaggistica ‒, dove il prodotto delle vigne matura, si affina e trova il proprio compimento.
L’erede e il continuatore di questa tradizione è oggi il bisnipote di Luigi, Matteo Sardagna Einaudi, che ha portato la sua esperienza e cultura di architetto e la sua passione per l’arte contemporanea a confluire nel suo impegno nei vigneti e nelle cantine per ottenere risultati sempre più convincenti: “Il nostro obiettivo è fare vini equilibrati ed eleganti” ‒ spiega ‒ “e per questo ogni anno studiamo nuove soluzioni, ci confrontiamo, puntiamo a nuovi traguardi”.

Poderi Luigi Einaudi, Matteo Sardagna Einaudi

Poderi Luigi Einaudi, Matteo Sardagna Einaudi

VINO E PASSIONE PER L’ARTE

Attento alla peculiarità del territorio e a mantenere intatto il rapporto con la terra, Sardagna Einaudi non poteva non avvertire la profonda affinità e l’identità di intenti tra arte vinicola e arte figurativa contemporanea. “L’arte è un codice universale che tocca le note più profonde dell’anima e ci trasporta altrove. Proprio come un grande vino è capace di attraversare tempo, spazio, emozioni”, dice il produttore. E la concomitanza dell’anniversario dei 125 anni e del debutto del Barolo Monvigliero ha ispirato il desiderio di concepire una bottiglia speciale, da collezione. “Monvigliero, in quanto barolo più giovane della famiglia” ‒ conclude Matteo Sardagna Einaudi ‒, “prende il testimone della storia e vuole essere il raccordo fra tradizione e contemporaneità”. Inoltre, per attuare questa celebrazione nel segno di un’ancora più compiuta sinestesia, sul retro delle bottiglie di un altro fiore all’occhiello dell’azienda, il Dogliani DOCG, è stato apposto un QR-code nel quale sono racchiuse le note di Ascolta Dogliani, una sinfonia inedita composta dal nipote di Luigi, il famoso musicista Ludovico Einaudi.

Alberto Mugnaini

https://www.poderieinaudi.com/

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Alberto Mugnaini

Alberto Mugnaini

Alberto Mugnaini, storico dell’arte e artista, si è laureato e ha conseguito il Dottorato di Ricerca all’Università di Pisa. Dal 1994 al 1999 ha vissuto a New York, dove è stato tra i fondatori del laboratorio di design “New York…

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