A tavola senza ricetta. Ma col (food) design

Il cibo come strumento espressivo, metafora del quotidiano o speculazione sul futuro della tavola. Scopriamo gli appuntamenti che il Salone dedica al tema del food, tra workshop, esperimenti di tableware e domande scomode sul valore della nostra alimentazione.

Presentare il cibo da un punto di vista estetico mediante la sperimentazione di forme, colori, sapori e odori, studiarne il packaging e gli utensili per la preparazione e il consumo, progettarne gli spazi destinati alla produzione, alla vendita e all’impiego. Tutto questo è food design, disciplina più che mai contemporanea, che consente di pensare al cibo come prodotto, non necessariamente commestibile, in grado di travalicare i riferimenti classici della cucina come tradizione e gastronomia.
L’appuntamento che, più di ogni altro, accende i riflettori sulle sinergie tra designer e aziende è quello con la Milano Design Week, che in vista dell’imminente Expo 2015 si arricchisce di nuove presenze e importanti contributi food–oriented. Anche quest’anno conferma la sua presenza a Zona Ventura Promote Design, collettivo di giovani designer e architetti fondatori di din – design in, vetrina per concept, prototipi e nuovi prodotti. Tra le attività, quindici designer selezionati eseguiranno gratuitamente workshop progettuali di food design coordinati da Paolo Barrichella, tra i più accreditati opinion leader in materia a livello internazionale.

Studio Appétit - Luscious Food Cravings by Studio Appétit

Studio Appétit – Luscious Food Cravings by Studio Appétit

Presso il corner di via Crespi e via dei Canzi, la Design Academy Eindhoven presenta Eat Shit, l’evento co-curato da Marije Vogelzang insieme con l’artista e designer Jan Konings, che indaga una conseguenza naturale della nutrizione: la defecazione. Tra i progetti in mostra, Jason Page rivelerà in una timeline ben quattrocento progetti di laurea dedicati al cibo e alle feci dal 1976 a oggi. A margine, il food curator Lucas Mullié presenterà Infinite Sausage, macchinario da produzione alimentare che realizzerà un menu da gustare nel cortile dello spazio espositivo.
Zona Ventura accoglie anche il laboratorio di design Algaemy, che studia le microalghe come potenziali pigmenti nella stampa tessile e non solo. Le designer Essi Johanna Glomb e Rasa Weber mostrano le incredibili applicazioni della microalga, tra cui quelle nel campo della produzione di energia, nell’assorbimento dell’anidride carbonica e nella nutrizione con la produzione di olio.

Studio Appétit - Luscious Food Cravings by Masha Bakker

Studio Appétit – Luscious Food Cravings by Masha Bakker

Cambiamo distretto e approdiamo in Zona San Gregorio allo showroom di Dušan, dove Studio Appétit, realtà multidisciplinare specializzata nell’esplorazione del potere sensoriale del food design, propone all’interno della collettiva Brand New World (in via Antonio Zarotto 1) installazioni e degustazioni interattive per stimolare i visitatori a interrogarsi sul concetto di bellezza commestibile. Wood Mooshrooms, una linea eco friendly di piatti usa-e-getta, mostra piccoli impianti a forma di fungo realizzati con scarti del legno, che sostituiscono plastica e rifiuti nocivi e garantiscono un impatto visivo forte e originale. Non lontano, l’associazione Il Lazzaretto presenta la mostra A Stomaco Vuoto (in via Lazzaretto 15), un’esposizione dei lavori di diciassette artisti e designer intorno al tema del digiuno. Non manca il contributo del collettivo per eccellenza di food designer, Arabeschi di Latte, che presenta una collezione di oggetti, precisamente un’apparecchiatura munita di piatti, tovaglioli e bicchieri, in omaggio al movimento delle suffragette che, nel 1909, utilizzava il digiuno come strumento di lotta politica.
Ancora, il circuito Porta Venezia in Design garantisce un percorso food & wine che trova spazio in alcuni ristoranti selezionati, con la creazione di menu speciali e mostre d’arte legate al food. Infine, negli spazi di via San Vittore 49 si anima Eat Urban, il primo festival street food legato alla design week. L’iniziativa ambisce a proporsi come il “ristorante del Fuorisalone”, un luogo dove poter assaggiare le eccellenze del cibo di strada cucinato su apecar e trucks di design.

Marco Torcasio

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #24 – speciale design

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