A Milano apre una private home gallery: nuovo spazio espositivo con un tocco di intimità in più
Non è a Parigi, ma nel cuore della capitale lombarda che apre Casa Gregotti, private home gallery dall’identità ben definita che, sulla scia dei “salotti”, unisce la dimensione intima di una casa privata a quella professionale di uno spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea

È tempo di aste nel mondo dell’arte. E tra tendenze, risultati, record e bilanci, l’impressione è sempre quella di trovarsi in un’epoca in cui molti spazi culturali oscillano tra il commerciale e il temporaneo. In questo inafferrabile e frenetico contesto, nasce Casa Gregotti. Lo spazio, accessibile su invito, è allo stesso tempo raccolto ma coinvolgente, intimo ma interattivo, una dimora di incontri e di experience raffinate. Ripropone un format certamente già visto, ma mai obsoleto: quello dei salotti. Un progetto curato nel dettaglio, dalla sua fondatrice Maria Gregotti, dove “intimità curatoriale” non è solo formula retorica ma si traduce in pratica progettuale. Condivisa. Qui, gallerie, artisti e curatori trovano un luogo dove presentare e promuovere le proprie opere, dove ogni mostra diventa anche un’occasione d’incontro e di collezionismo.
“Casa Gregotti” un termine utilizzato non a caso
Di casa sono sicuramente l’amore per l’arte e la vocazione per il bello. Tutto parte da Quinto Gregotti, figura chiave dell’industria tessile italiana del Novecento e collezionista raffinato. Quinto dirigeva la storica azienda Bossi, fondata nel 1827 e divenuta nel 1907 Società Commerciale Bossi: un laboratorio tessile ma in un certo senso anche culturale, in dialogo diretto con artisti come Fernand Léger, Atanasio Soldati, Bruno Munari. I tessuti diventavano tele, superfici sensibili dove si intrecciano design e avanguardia. L’arte, dunque, in casa Gregotti non era un lusso, ma un dialogo quotidiano. Oggi quell’eredità è raccolta, trasformata e rilanciata da Maria Gregotti, pronipote di Quinto, che ne raccoglie un’intuizione: l’arte non serve solo a decorare la vita, ma ad incorniciarne il senso. Casa Gregotti è la sua risposta a un’esigenza profonda: creare un luogo dove il collezionismo privato si apra all’incontro e all’esperienza condivisa. Dove il dinamismo tipico del mercato ritrova la sua tregua e quel piacevole, un tantino vintage, gusto di fare “salotto”.
La casa a Milano dove tutto è cominciato
Casa Gregotti, però, non è solo una visione contemporanea: è, fisicamente, la casa dove tutto è cominciato. L’appartamento milanese era la residenza storica del bisnonno di Maria, Quinto. Negli anni Sessanta, suo nipote Vittorio, maestro indiscusso dell’architettura italiana, lo aiutò nell’ideazione degli interni dell’abitazione. Ambienti che ancora oggi conservano il rigore geometrico, la matericità sofisticata e la sintesi concettuale che definiscono la sua cifra. Lo spazio di 300 metri quadrati su due livelli è concepito per adattarsi a diverse possibilità: la zona espositiva, al piano inferiore, è suddivisa in cinque sale di dimensioni diverse, pensate per ospitare mostre, talk e incontri; il piano superiore, invece, accoglie gli uffici.

“Cooking with Art”: quando la cena diventa performance
Un progetto che unisce bellezza, ospitalità e piacere dei sensi non poteva che estendersi anche alla tavola. Da questo presupposto nasce Cooking with Art, format ideato assieme alla giovane curatrice e visual manager Ginevra Diana Beretta. Il concept è semplice, ma alquanto ambizioso: portare l’arte fuori dalle cornici, dentro la dimensione conviviale, trasformare una cena in un’estensione multisensoriale dell’esperienza estetica. Non si tratta di cene a tema, ma di vere e proprie performance culinarie, in cui chef selezionati interpretano correnti artistiche, opere specifiche o visioni curatoriali attraverso piatti studiati per stimolare non solo il gusto, ma anche la vista, l’olfatto, il tatto. Ogni appuntamento è diverso, e quindi, irripetibile: un menu può ispirarsi all’astrattismo italiano, un altro al futurismo, o lasciare spazio alla creatività dello chef.
A Milano un’arte da vivere, non da consumare
Casa Gregotti si definisce Private Home Gallery, e non per un vezzo semantico. Il luogo è accessibile solo su invito, non per esclusione, ma per garantire un tempo qualitativo dell’incontro. Il visitatore ideale non è il passante distratto, ma chi cerca un momento dedicato, un confronto reale, una partecipazione attiva. La Private Home Gallery si instaura così, come nodo culturale tra collezionisti, gallerie, artisti, curatori, fondazioni e professionisti. Uno spazio in cui non si espone soltanto, ma si attiva conoscenza e collaborazioni. Un ambiente relazionale che risponde all’esigenza contemporanea di maggiore lentezza e d’incontri autentici.









La collaborazione tra Casa Gregotti e la Galleria Gió Marconi di Milano
Dal 23 settembre al 16 dicembre, Casa Gregotti inaugura gli spazi con un’esposizione in collaborazione con la storica galleria milanese Gió Marconi. Le stanze dell’appartamento, dedicate a spazio espositivo, ospitano opere di artisti come: Matthew Brannon, André Butzer, Nathalie Djurberg & Hans Berg, ma anche Lucio Fontana, Allison Katz, Man Ray, Oliver Osborne, Jorge Pardo, Tai Shani e Alice Visentin. Una mostra che unisce voci del passato, storiche, affermate, in dialogo con quelle di artisti contemporanei, in un unico ed affascinante percorso.
Emma De Gaspari
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