Il Vaticano apre un importante spazio culturale in un ex antichissimo ospedale di Venezia
Si chiama “Opera Aperta” il progetto presentato dalla Santa Sede alla 19. Mostra Internazionale di Architettura, e sarà laboratorio operoso e condiviso per ripristinare la storia del Complesso di Santa Maria Ausiliatrice a Castello. Poi la Santa Sede gestirà lo spazio per 4 anni, facendone un polo culturale e creativo per la città

L’ultima volta del Padiglione della Santa Sede alla Biennale Architettura, nel 2023, era stata nel giardino dell’Abbazia di San Giorgio Maggiore, con l’installazione diffusa di Àlvaro Siza a esplorare il tema Amicizia Sociale: incontrarsi nel giardino. E dopo il ritorno – nel 2024, a seguito di molti anni d’assenza – alla Biennale d’Arte, propiziato dal diretto interessamento di Papa Francesco (che resterà il primo pontefice ad aver visitato la Biennale Venezia), il Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede si presenta alla 19. Mostra Internazionale di Architettura in concomitanza con i giorni del conclave che porterà a eleggere il successore di Bergoglio.




Il Padiglione della Santa Sede alla Biennale Architettura 2025
Il Padiglione Vaticano si raggiunge quest’anno nel sestiere di Castello, ospitato presso il Complesso di Santa Maria Ausiliatrice. E propone, con Opera Aperta, un progetto che interpreta l’architettura come atto di cura e responsabilità condivisa, capace di rispondere alle sfide sociali ed ecologiche contemporanee, nel decennale della pubblicazione della Lettera Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, e in linea con il pensiero guida della Mostra curata da Carlo Ratti.
Opera Aperta, a cura dell’architetta e restauratrice Marina Otero Verzier, e della direttrice artistica di Fondaco Italia Giovanna Zabotti (già curatrice del Padiglione Venezia), è infatti anche pratica viva di restauro, “laboratorio di riparazione collettiva”.
La direzione artistica e la progettazione architettonica sono affidate a Tatiana Bilbao ESTUDIO (Tatiana Bilbao, Alba Cortés, Isaac Solis Rosas, Helene Schauer) e MAIO Architects (Anna Puigjaner, Guillermo Lopez, Maria Charneco, Alfredo Lérida), due studi internazionali noti per il loro approccio sperimentale, sostenibile e sociale all’architettura.

La storia del Complesso di Santa Maria Ausiliatrice a Castello
Dopo le giornate inaugurali dell’8 e del 9 maggio, il Padiglione della Santa Sede aprirà le porte al pubblico a partire da sabato 10, e si proporrà come fucina operosa per tutta la durata della Biennale, e oltre. I prossimi sei mesi, infatti, serviranno ad avviare il progetto di restauro e riqualificazione del Complesso di Santa Maria Ausiliatrice, esteso su una superficie di circa 500 metri quadrati e ricco di elementi di rilevanza artistica e culturale.
L’edificio fu costruito nel 1171 per essere ospizio per i pellegrini; divenne poi l’ospedale più antico del centro di Venezia, prima di essere trasformato, nel Settecento, per ospitare un asilo, una scuola e un convitto. Dal 2001, il Comune di Venezia lo ha destinato ad attività culturali. E per i prossimi quattro anni sarà gestito dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, che ne sta curando il restauro come eredità duratura per la città e la sua comunità.

Il Padiglione della Santa Sede come laboratorio di restauro condiviso
Il primo momento di condivisione, però, è rappresentato proprio dal processo di restauro, volto a valorizzare la storia del complesso senza nascondere il tempo trascorso. Al lavoro ci saranno studi di architettura e associazioni interessate a coltivare il futuro della città, artigiani locali e restauratori di opere in pietra, marmo, terracotta, pittura murale e su tela, stucco, legno e metallo. Nell’ottica di condividere idee e competenze che offrono una visione di speranza (tema del Giubileo 2025) per l’architettura.
Il pubblico potrà visitare il cantiere dal martedì al venerdì: all’interno del Complesso, infatti, tessuti appesi alle pareti avvolgono le superfici dell’edificio, lasciando aperti varchi che offrono scorci sui lavori di restauro. Le impalcature mobili, funzionali ai lavori, diventano anche elementi d’arredo, suddividendo lo spazio in ambienti modulari, per creare diverse configurazioni.

Gli eventi e le iniziative al Padiglione della Santa Sede
Per tutta la durata della Biennale, infatti, lo spazio ospiterà iniziative ed eventi. Come i workshop di restauro e riqualificazione condotti da UIA-Università Internazionale dell’Arte (due pomeriggi alla settimana, il martedì e il venerdì). Inoltre, una grande tavola conviviale, gestita dalla cooperativa nonsoloverde, accoglierà ogni martedì e venerdì cittadini e visitatori per offrire loro uno spazio di confronto e dialogo (come mediatori con il pubblico sono coinvolti anche gli studenti dell’Università Ca’ Foscari). Ma il Complesso accoglierà anche prove musicali e metterà a disposizione strumenti – disponibili su prenotazione – grazie alla collaborazione con il Conservatorio di Musica Benedetto Marcello.
Livia Montagnoli
Padiglione della Santa Sede – Biennale Architettura 2025
Opera Aperta
Complesso di Santa Maria Ausiliatrice. Fondamenta San Gioacchin, 450, Castello
Apertura al pubblico dal martedì al venerdì, a partire dal 10 maggio
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