Il Centre Pompidou a Jersey City non si farà: troppo caro

Il primo avamposto statunitense del museo francese avrebbe dovuto inaugurare nel 2024, su progetto di OMA. Ma il New Jersey, che avrebbe dovuto finanziare il progetto, si tira indietro a fronte di previsioni di spesa molto maggiorate. Tra il rammarico del sindaco di Jersey City e l’attendismo del Centre Pompidou

L’annuncio relativo all’arrivo del Centre Pompidou oltreoceano, con l’apertura della prima sede del museo francese in territorio statunitense, risale al 2021. Stando alle anticipazioni di allora, l’avamposto nordamericano del Pompidou, a Jersey City, avrebbe inaugurato nel 2024, all’interno di un ex edificio industriale del capoluogo della contea di Hudson (New Jersey, dirimpetto a Manhattan) riqualificato dallo studio OMA con Jason Long.

Il Centre Pompidou a Jersey City è troppo caro

La storia si è complicata, tanto da indurre a posticiparne l’apertura nel 2026. Ma ora, proprio mentre si chiariscono i dettagli dell’imponente ristrutturazione che coinvolgerà il quartier generale parigino del museo, obbligandolo a chiudere dal 2025 al 2030, il progetto del Centre Pompidou x Jersey City sembrerebbe destinato a non concretizzarsi affatto.
Il problema è di natura economica e ha a che fare, nello specifico, con il dietrofront dello Stato del New Jersey che avrebbe dovuto finanziare il nuovo museo con 58 milioni di dollari, di cui 34 in arrivo dall’Autorità per lo Sviluppo Economico (oltre a supportarne la costruzione con 176 milioni di dollari). Questo prima di fare bene i conti sul rapporto costi/benefici dell’impresa: a fronte di un fatturato previsto di 4 milioni di dollari annui, infatti, il Centro richiederebbe spese fisse per 23 milioni di dollari all’anno, generando un deficit insostenibile per le finanze statali. Da qui, la decisione, nei mesi scorsi, di ridurre l’ammontare dei finanziamenti per il museo, fino a mettere in dubbio la stessa sostenibilità economica della ristrutturazione del Pathside Building, destinato a ospitare il Centre Pompidou americano e a diventare, secondo i piani iniziali, il nuovo cuore culturale della città, con benefici per la comunità locale e un impatto significativo (evidentemente ridimensionato dalle ultime stime) sul turismo in città.

Il Centre Pompidou di Jersey City non si farà

Fino a qualche settimana fa, le parti in causa dichiaravano di voler perseguire il progetto, sebbene si allungasse anche l’ombra di ritardi del cantiere a complicare ulteriormente la gestione dei fondi da stanziare. Tra gli elementi a sostegno, gli analisti del New Jersey ragionavano sui predetti benefici per la comunità e il turismo locale, grazie a un museo in grado di attrarre nell’area tra 100mila e 250mila persone ogni anno, generando un indotto variabile tra i 5 e i 14 milioni di dollari a vantaggio di ristorazione, ospitalità, trasporti e attività commerciali.
Argomenti ritenuti oggi insufficienti, con l’ufficializzazione dello stop alla realizzazione del progetto pervenuta ai funzionari del Centre Pompidou tramite Tim Sullivan, amministratore delegato della New Jersey Economic Development Authority. Con una lettera ufficiale, preso atto della decisione del governo del New Jersey, Sullivan annuncia che “a causa del perdurante impatto del Covid, dei molteplici problemi globali per la catena di approvvigionamento, dell’aumento dei costi, del divario operativo insanabile e degli oneri finanziari che tutto ciò comporterebbe per i contribuenti del New Jersey, lo Stato ha revocato il suo sostegno finanziario, facendoci giungere alla conclusione che questo progetto purtroppo non è più fattibile”.  Nel calderone delle “giustificazioni”, il sindaco di Jersey City Steven Fulop, primo sostenitore dell’operazione nel 2021, ci tiene però a prendere le distanze dalle colpe addebitate alla sua amministrazione, preferendo attribuire il taglio dei finanziamenti a sgarbi tra personalità politiche.

Quale futuro per il progetto in New Jersey?

A rimetterci, in ogni caso, è il Centre Pompidou, la cui sostenibilità economica era già stata messa in discussione, in tutt’altro contesto, dalla Corte dei Conti francese. Da Parigi, al momento, trapela una posizione cauta e attendista: “Restiamo impegnati nelle discussioni in corso con il Sindaco di Jersey City per determinare congiuntamente la direzione futura del progetto”. E, dal canto suo, il sindaco Fulop lascia aperta la strada di un piano alternativo, in un nuovo spazio da individuare in città, per la realizzazione del Centre Pompidou a Jersey City, con l’appoggio di diversi mecenati che già si sono detti pronti a finanziarla.
Restano invece all’orizzonte i progetti per portare il Centro Pompidou – già presente in Belgio (a Metz, e presto anche a Bruxelles), Malaga e Shanghai – in Arabia Saudita (ad AlUla) e Corea del Sud (a Seoul, in accordo con la Hanwha Culture Foundation).

Livia Montagnoli

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