Le foto della manifestazione Alcova per il Fuorisalone 2023 agli ex macelli di Milano

Tra vestigia del passato e ricerche che puntano dritte al futuro, esercizi didattici delle scuole di design e installazioni, la piattaforma itinerante nata nel 2018 per svelare inconsueti spazi espositivi cerca di tenere insieme molte anime. Forse troppe?

Il contesto, l’ex Macello di Porta Vittoria che nel biennio 1988-1989 ospitò due mostre leggendarie di Pallucco e che verrà presto totalmente trasformato per lasciare spazio al cantiere di Aria – la prima area carbon negative di Milano – è altrettanto spettacolare dei precedenti. La riattivazione di  reperti di archeologia industriale che caratterizza Alcova, il format di fiera di design itinerante ideato da Valentina Ciuffi e Joseph Grima, fin dagli esordi continua a esercitare un grande fascino, amplificata stavolta dalla presenza dell’installazione A valuable collection of things di Stantec, che riflette sulla valorizzazione delle risorse presenti nei siti dismessi presentando in maniera poetica un inventario di oggetti (ganci, grate, lampade…) trovati sul posto e risalenti alla prima vita del complesso di edifici. Lo spirito “edgy” al quale Alcova ci aveva abituati, posizionando molto in alto l’asticella delle aspettative, sembra invece essersi un po’ diluito nella vastità del progetto, in cui oggi si trovano fianco a fianco design di ricerca e allestimenti – curatissimi, ma non tutti ugualmente ricchi di contenuti – di brand anche provenienti da altri settori.

ALCOVA 2023, TRA BIOMATERIALI E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Nel primo spazio che si incontra partendo dall’ingresso al numero 62 di viale Molise (preparatevi ad un po’ di coda), la Loggia, troviamo la OTO Chair disegnata a sei mani da Alessandro Stabile e dallo studio Martinellivenezia. Si tratta dell’evoluzione della “sedia in kit” presentata come prototipo diversi anni fa e finalmente messa in produzione. Prodotta in un unico stampo e creata con plastica riciclata post-industriale, si ordina online, arriva a casa dell’acquirente in un imballaggio piatto realizzato a partire da polpa di cellulosa riciclata e può essere assemblata con la stessa facilità con cui si monta la sorpresa di un ovetto Kinder.
Con Moments, lo studio fiorentino LASHUP riflette su un tema di grande attualità, per lo meno tra chi si occupa di progettazione o svolge un mestiere creativo: l’interazione con i tools di intelligenza artificiale che creano immagini o disegni a partire da indicazioni testuali. La poltrona-pouf che presenta nella Rimessa è stata creata impartendo istruzioni a un’app e nasce da un errore generato dal programma di AI che, invece di essere occultato, viene reso tangibile e inserito di proposito in un contesto installativo.
Il LUMA di Arles porta avanti da anni un programma di ricerca, Atelier LUMA, dedicato all’esplorazione di pratiche di progettazione bioregionali, cioè basate su risorse disponibili localmente. All’interno dell’ex Mattatoio, presenta una serie di oggetti e arredi creati a partire da elementi naturali tipici del paesaggio della Camargue: sedute in bioplastica prodotte a partire dalle alghe (un materiale su cui il centro insiste molto come alternativa alla plastica, per esempio con il progetto Algae Lab sviluppato insieme al duo olandese Klarenbeek & Dros), colonne e maniglie create con il sale, paraventi in paglia di riso e così via.

Giulia Marani

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Giulia Marani

Giulia Marani

Giornalista pubblicista, vive a Milano. Scrive per riviste italiane e straniere e si occupa della promozione di progetti editoriali e culturali. Dopo la laurea in Comunicazione alla Statale di Milano si specializza in editoria a Paris X-Nanterre. La passione per…

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