Rigenerazione urbana, inclusione e innovazione. Il dossier di candidatura di Roma per l’Expo 2030

Presentato il dossier con il quale la Capitale si candida dopo Milano nel 2015 a ospitare l’Expo del 2030. I progetti prevedono la rigenerazione urbana in chiave sostenibile dell’area di Tor Vergata

Persone e Territori: Rigenerazione, Inclusione e Innovazione è il tema attorno al quale verte il dossier di candidatura presentato dal Comitato promotore Expo Roma 2030 nelle scorse ore a Parigi al Segretario Generale del BIE (Bureau International des Expositions) Dimitri Kerkentzes. “Le Esposizioni Universali sono uno strumento ineguagliabile di condivisione di idee, progetti, esperienze e risorse, capaci di stimolare la partecipazione attiva di persone provenienti dai territori di ogni angolo del mondo”, scrive il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella nella lettera che accompagna il dossier. “Lontane dal costruire una semplice vetrina per il Paese che l’onore di ospitarle, svolgono una funzione essenziale nel declinare e armonizzare soluzioni alle grandi sfide globali”. In vista della prossima Esposizione Universale, Roma quindi si appresta – o meglio auspica – a farsi promotrice e a sperimentare su se stessa temi e urgenze della contemporaneità, esplicitate del resto nel titolo del dossier: rigenerazione, inclusione e innovazione, partendo dal recupero del rapporto tra le persone e i territori da essi vissuti. Un progetto complesso e impegnativo che, tra i principali obiettivi, si pone quello del recupero e della rigenerazione dell’area di Tor Vergata, soprattutto delle “Vele” progettate da Calatrava per i Mondiali di Nuoto 2009 e rimaste incompiute. Progetto, questo, che è stato affidato a Carlo Ratti, Consulente Creativo per la visione strategica di Expo 2030 Roma e autore inoltre del progetto del Padiglione Italia all’Expo di Dubai. Roma si contende la prossima edizione dell’Expo con altre tre città: Riad (Arabia Saudita), Busan (Corea del Sud) e Odessa (Ucraina).

Rendering Expo Roma 2030 - Padiglione Ecosistema 0.0

Rendering Expo Roma 2030 – Padiglione Ecosistema 0.0

EXPO ROMA 2030. IL DOSSIER DI CANDIDATURA

Il dossier – presentato a Parigi dal Presidente del Comitato, Giampiero Massolo, in rappresentanza del Governo, il Sottosegretario del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), Manlio Di Stefano e il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri –  si compone di 618 pagine, ed è stato redatto da un team internazionale formato tra gli altri da Ian Philion, Richard Burdett, Carlo Ratti, Italo Rota, Michele Costabile, Christian Iaione e Alessandro Mancini, che hanno collaborato con università romane e istituzioni locali e nazionali sotto la guida di Matteo Gatto, già Chief architect e Direttore della Visitor experience di Expo Milano 2015. Il dossier è suddiviso in 21 capitoli, 14 obbligatori e 7 aggiuntivi, per un testo che può essere sintetizzato in cinque sezioni, ognuna delle quali affronta un tema/obiettivo che il progetto si prefigge di sviluppare in caso di vittoria, spiegando perché Roma è la città ideale per ospitare l’Expo (“per la sua unicità storica e culturale, la sua posizione di crocevia tra tre continenti e per essere uno snodo cruciale del multilateralismo e della cooperazione internazionale: sede di 337 ong e 420 ambasciate che la rendono capitale mondiale della solidarietà e della diplomazia”).

Expo Roma 2030 - il percorso del visitatore

Expo Roma 2030 – il percorso del visitatore

EXPO ROMA 2030. LA RIGENERAZIONE DI TOR VERGATA E I PROGETTI ARCHITETTONICI

Fulcro del dossier è “il progetto fisico che si estende su tutta la città fino al sito espositivo di Tor Vergata, ne illustra i padiglioni tematici e le modalità di partecipazione previste per i paesi, un progetto che si dipanerà per la città intera in un dialogo costante tra l’Expo e il suo territorio”. Cuore dell’Expo sarà quindi Tor Vergata, che verrà messa in comunicazione con il resto della città, per una Esposizione di Padiglioni nazionali e tematici che potremmo definire “diffusi”. Il progetto prevede la realizzazione del Padiglione Teaser ai Fori Imperiali, che fungerà da portale per Expo 2030 Roma; del Padiglione Ecosistema 0.0; il Padiglione Pale Blue Dot, che “esplorerà la natura del nostro ‘piccolo mondo’ circoscritto e le forme tangibili e sostenibili del nostro vivere insieme nel nostro presente immediato”; il Padiglione All together/Alt together, presso le Vele di Calatrava, composto da due grandi arene che “raccoglieranno i sogni e le future aspirazioni di 8 miliardi di persone, mettendole a confronto su possibili scenari e soluzioni”; il Padiglione Roomscape, che racconterà la storia “dell’umanità e dell’interazione fra Persone e Territori” attraverso una sequenza di cento stanze.

Rendering Expo Roma 2030 - Mosaico Solare

Rendering Expo Roma 2030 – Mosaico Solare

EXPO ROMA 2030. I PADIGLIONI NAZIONALI I E IL PARCO SOLARE

I Padiglioni espositivi si suddividono in Padiglioni Nazionali, Padiglioni Tematici e Padiglioni Non Ufficiali dedicati a Organizzazioni internazionali ed aziende partner. I lotti pensati per questi Padiglioni sono stati progettati “in modo da garantire ai partecipanti la massima libertà di disegno”; tuttavia sono stati tutti progettati basandosi sul principio di circolarità e per garantire la sostenibilità generale dell’evento, in prospettiva anche del “Post-Expo”. Altro progetto chiave del dossier è la strategia energetica, introdotta per l’Expo e il suo post, puntando sulla decarbonizzazione di Tor Vergata e del quadrante Sud-Est della Capitale. Infine, sarà realizzato il grande Parco Solare Expo con una superficie fotovoltaica di circa 150mila metri quadrati e una capacità produttiva di picco di circa 36 MWp.

EXPO ROMA 2030 RACCONTATO DAI PROMOTORI

“Expo 2030 è una straordinaria occasione di crescita per tutto il Paese e Roma, come dimostra il nostro dossier, è la città ideale per legare passato e futuro, storia e innovazione e offrire una nuova visione ispirata ai valori di pace, giustizia, e sostenibilità”, dichiara il sindaco di Roma Roberto Gualtieri“In questo quadro la nostra candidatura si presenta come unica perché Roma è una delle capitali più belle e conosciute del mondo ed è perfettamente in grado di ospitare le decine di milioni di turisti previsti per questo grandissimo evento planetario che cadrà proprio nell’anno della scadenza degli obiettivi di sviluppo sostenibile”“Roma Expo 2030 rappresenterà una grande occasione tanto per l’Italia quanto per l’intera comunità internazionale: un grande laboratorio dedicato all’ideazione di nuove strategie di sviluppo che garantiscano un futuro più sicuro, sostenibile ed equo per le nuove generazioni”, sottolinea il Sottosegretario agli Affari Esteri Manlio Di Stefano“In questo contesto, fondamentale sarà il ruolo svolto dal ‘Sistema Roma’, oggi presente qui a Parigi e che intendiamo continuare a valorizzare nell’ambito di una ‘diplomazia delle città’ nella quale – con i suoi tremila anni di storia ed il suo continuo sguardo al futuro – la nostra capitale non può che essere capofila di una rete globale”.

– Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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